Assunta
dipinto,
Fiori Federico Detto Barocci (attribuito)
1535/ 1612
Dipinto raffigurante l'Assunzione della Vergine. La figura è presentata entro uno squarcio di nubi, trasportata dagli angeli, in basso rimane il sepolcro espreso come un sarcofago aperto, disposto diagonalmente, attorno al quale sono gli Apostoli
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Fiori Federico Detto Barocci (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE Urbino (PU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto fu la più importante opera, rimasta allo stato di abbozzo, che al momento della morte si conservava nello studio di Barocci. Andrea Emiliani ipotizzò che potesse trattarsi di una terza pala d'altare per la chiesa romana di Santa Maria in Vallicella. Ereditata dal nipote del pittore Ambrogio Barocci, già nella seconda metà del Seicento l'opera venne acquisita dagli Albani, nella cui collezione rimase fino ai Castelbarco Albani che nel 1980 la vendettero allo Stato italiano. Il bozzetto venne vincolato e notificato nel 1914 ai Castelbarco Albani di Urbino, passò poi ai diversi eredi della famiglia, da Cesare, a Guendalina Spalletti Trivelli. La tela, con ogni probabilità, costituiva la pala d’altare di una chiesa (secondo Andrea Emiliani si trattava della Chiesa Nuova di Roma); esiste una grande serie di disegni preparatori a testimonianza del lungo e accurato studio dell’artista che, purtroppo, non riuscì a terminare l’opera, rimasta incompiuta nella bottega alla sua morte. Nel grande abbozzo si notino l’intensa luminosità, il colore a piene campiture, il penetrante senso di estasi, lo schema compositivo calibrato su livelli sovrapposti e gli accordi cromatici tra tonalità calde e fredde. "Interprete sensibile e penetrante del tema mariano, con intuizioni anticipatrici dell’arte barocca, l’artista sa qui associare alla suggestione della stesura materica un iridescente effetto di dissolvenza cromatica e luministica, giocata sul cangiantismo delle lacche e sull’accordo audace di toni freddi e cupi con accenti crepuscolari fino all’abbagliante luce dorata che incornicia il viso della Vergine e al rosso dell’insistito panneggio della sua veste, punto focale del messaggio emozionale ed iconografico" (Maria Claudia Caldari). Nel 1618 proprietà di Ambrogio Barocci (nipote dell’artista); acquistata poco dopo dai principi Albani; poi nella collezione Castelbarco Albani fino al 1852. Nel 1980 è acquistata dallo Stato italiano e destinata alla Galleria Nazionale delle Marche
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303271708
- NUMERO D'INVENTARIO INV. 1990 D 83
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese
- DATA DI COMPILAZIONE 2021
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0