Stagioni. Estate

dipinto, ca 1580 - ante 1595

Il formato rettangolare delle tele si sviluppa in senso orizzontale. Le personificazioni delle stagioni comprendono tre figure: Primavera (fanciulla distesa con una corona di rose sul capo), Estate (ragazza distesa con in mano un mazzo di spighe di grano) e Inverno (anziano uomo canuto che si riscalda, disteso, con un piccolo braciere)

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Lolmo Gian Paolo (1550 Ca./ 1595): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Romano di Lombardia (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le tre stagioni di Gian Paolo Lolmo erano parte di un ciclo più ampio riconducibile alla tarda attività dell’artista, già conservato interamente in un salone di Villa Terzi presso Gorle e composto in origine da ulteriori tre opere: oltre alla personificazione dell’Autunno, era compresa anche una coppia di dipinti a tema mitologico. Con la demolizione dell'edificio negli anni Sessanta del Novecento, il ciclo pittorico andò smembrato. Vincenzo Ranghetti ha ricomposto quasi integralmente la serie dei dipinti acquistando in primis Primavera, Estate e Inverno, opere vincolate nel 2015 (la quarta stagione, l’Autunno, già nella raccolta dell’antiquario Silvano Lodi, è stata esposta alla mostra milanese di Palazzo Reale nel 2000 “Il Cinquecento lombardo, da Leonardo a Caravaggio”), quindi riuscendo ad ottenere anche la coppia con episodi mitologici (Venere e Adone e la Punizione di Amore, entrambi già in collezione romana, passati all’asta 181 di Farsettiarte il 27 ottobre 2017, lotti 139 e 140). Prova incredibilmente alta di un artista quasi unicamente conosciuto come ritrattista, attivo anche nella pittura sacra, il ciclo a soggetto profano di Gorle rappresenta un singolare caso di continuità delle tematiche classico-mitologiche nella pittura del tardo Cinquecento lombardo (l’episodio del castigo di Amore da parte di Diana e Venere è peraltro una rarità iconografica, piuttosto erudita, che trova parallelo solo nel Rosso Fiorentino già in terra francese, a Fontainebleau). L’assegnazione a Lolmo dell’intero insieme, dopo passate attribuzioni al Moretto e a Peterzano (Spike 1983), si deve a Lanfranco Ravelli che lo identificò come ciclo disperso di Villa Terzi. La cronologia abbraccia indicativamente l'ultimo quindicennio di attività dell'artista
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303270187
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2021
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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