Cristo appare a san Pellegrino Laziosi e a santa Giuliana Falconieri

dipinto post 1726 - ante 1726

La composizione si sviluppa su due livelli. In quello inferiore è rappresentata Giuliana Falconieri in vesti monastiche, inginocchiata, con le braccia aperte e il capo circonfuso di luce che osserva la scena che si volge nella porzione superiore della tela. Un nutrito gruppo di angeli sta sollevando al cielo san Pellegrino Laziosi in estasi che mostra la gamba piagata. L’arto viene mostrato dalle figure angeliche a Cristo che appare nella porzione superiore sinistra in atto di discendere dalla croce. Un angelo fanciullo, nell’angolo inferiore sinistro, con un ramo di gigli indica la scena sovrastante

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 220 cm
    Larghezza: 190 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Milanese
  • ATTRIBUZIONI Formenti, Tommaso (1654/ 1736): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Santa Maria al Paradiso
  • INDIRIZZO Corso di Porta Vigentina, 14, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Giuliana Falconieri, in vesti servite, è inginocchiata perché Cristo, in croce ma con un braccio staccato dal legno, le indica Pellegrino Laziosi in gloria, con la gamba malata ostesa da angeli in gloria. In sostanza, la tradizionale iconografia di Cristo che appare a Pellegrino Laziosi guarendolo dalle vene varicose di cui si era ammalato con l’ininterrotto stare in piedi per penitenza si unisce a quella di Giuliana Falconieri orante (cfr. A. Spiriti, Il Settecento in San Giovanni. La ricostruzione della chiesa e la sua qualificazione, “Arte e Cultura” 3 (2018/9), pp. 102-139). L’accostamento dei Santi serviti Pellegrino Laziosi (1265-1345, beatificato nel 1609 e canonizzato nel 1726) e Giuliana Falconieri (1270 ca. – 1341, beatificata nel 1678 e canonizzata nel 1737) non lascia dubbi circa l’origine della pala in San Dionigi, peraltro confermata da un’incisione parigina (Caciagli 1998, pp. 267-268). La stessa stampa indica l’autore in Tommaso Formenti (1654-1736), l’artista attivo per la Fabbrica del Duomo e protagonista di un personale equilibrio fra precipitato neoseicentesco e timide aperture rococò. L’iconografia rende probabile la datazione al 1726 per la canonizzazione del Santo, offerto appunto alla venerazione della Beata (invertendo, con passaggio tipicamente agiografico, l’ordine cronologico); e lo stile, con la sua grazia rocaille, rende plausibile tale collocazione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303268575
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Milano
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Milano
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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