San Benedetto da Norcia

dipinto, post 1620 - ante 1650

Composizione a sviluppo verticale dominata dalla figura stante del santo. Il capo, calvo, è circonfuso di luce, lo sguardo rivolto verso l’alto. Indossa una ampia tonaca scura e al di sopra un piviale, chiuso da grosso fermaglio. Il lembo alla sinistra è sollevato e drappeggiato poiché utilizzato per trattenere un libro chiuso. In basso, a destra, un angelo fanciullo, con lo sguardo rivolto verso il santo, tiene il pastorale. In secondo, dietro di lui, porta la mitria. Nella porzione superiore della tela, ampio brano di cielo solcato da nubi che si aprono nella parte centrale, dove sono dipinti un angelo e alcune testine cherubiche, per lasciare spazio a una semicirconferenza di luce. La tela è collocata entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e verniciato a listello

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 220 cm
    Larghezza: 180 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Milanese
  • LOCALIZZAZIONE Santa Maria al Paradiso
  • INDIRIZZO Corso di Porta Vigentina, 14, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo l’iconografia di origine germanica ma di vasta diffusione europea, San Benedetto da Norcia è effigiato in piedi, a figura intera, glabro, calvo, con la veste nera (dal colletto bianco della Congregazione Germanica) e un sontuoso piviale dorato, mentre due Angeli recano la mitria e il pastorale. S’insiste cioè sull’iconografia di Benedetto quale abate dai poteri episcopali (anzi, metropolitani);a origine, com’è noto, di violente dispute secolari. In alto, nubi e testine angeliche introducono l’apparizione della Gloria divina. Malgrado lo stato di conservazione, s’intuisce la buona qualità del dipinto, di forte impatto monumentale (evidente l’uso come pala d’altare) e con un ben riuscito equilibrio fra la solennità dell’insieme e la resa arguta di molti dettagli. La lezione milanese di primo Seicento è ormai filtrata dai modelli rubensiani noti attraverso Johann Christoph Storer e Luigi Pellegrino Scaramuccia il Cavalier Perugino, attivi insieme nel 1650 per la cappella della Passione in San Marco a Milano (A. Spiriti, La vicenda della pittura barocca dalla fine della Maniera all'Arcadia in La chiesa di San Marco in Milano, a cura di M.L. Gatti Perer, Milano 1998, pp. 165-229); ed è al loro mondo che il dipinto s’ispira. L’iconografia benedettina rende plausibile la provenienza da San Dionigi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303268551
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Milano
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Milano
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • ISCRIZIONI recto, tela, angolo inferiore destro - AVE FILIA / SANCTA DEI PATRIS / AVE MATER / ALMA DEI FILII / AVE SPONSA / CARA DEI / S(piritus) - capitale -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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