Virtù Cardinali e Teologali

sarcofago post 1405 - ante 1405

Il frontale alterna le quattro Virtù capitali, a figura femminile intera in piedi, con tre stemmi dei Bassignana, resi mutili dall’assenza dell’originaria policromia. Da sinistra si succedono la Giustizia con spada e bilancia; la Temperanza che versa acqua fra due brocche; la Prudenza tricefala che disegna una circonferenza col compasso su di un libro (ed è fra le più antiche iconografie del genere); la Fortezza che spezza una colonna e indossa la pelle di un leone

  • OGGETTO sarcofago
  • MATERIA E TECNICA marmo/ incisione
    marmo/ levigatura
    marmo/ lucidatura
    marmo/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Campionese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte d’Arte al Castello Sforzesco
  • LOCALIZZAZIONE Museo d’Arte Antica
  • INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Proveniente da San Dionigi, la lastra venne trasportata, forse nel 1783, in Santa Maria del Paradiso, poi in un giardinetto contiguo, da dove giunse ai Musei Civici (allora Museo Archeologico) il 17 dicembre 1869: collocata dapprima in Santa Maria di Brera, giunse al Castello Sforzesco verso il 1899 (sicuramente ante 1901) per venire esposta prima nel cortile dell’Elefante, poi nella IV sala, quindi nella sala delle Colombine, infine (1956) nella II sala. Il sepolcro appartiene a Vieri di Bassignana, nobile di area alessandrina appartenente alla corte di Gian Galeazzo Visconti. All’iniziale riferimento all’ambito di Giovanni di Balduccio si è ormai sovrapposto quello alla ditta di Bonino Fusina da Campione, secondo modelli formulati nel 1357 per la Tomba di Folchino degli Schizzi nel Duomo di Cremona e rielaborati verso il 1380 per la Tomba di Bernabò Visconti già in San Giovanni in Conca a Milano e oggi alle Civiche Raccolte d’Arte. In particolare, è stata ipotizzata (Vergani 2013, p. 143) l’autografia da parte dell’ignoto aiuto di Bonino che esegue la Santa Caterina d’Alessandria del Mausoleo Visconti; dato possibile visto l’intervallo di un venticinquennio, ma che presuppone un forzato arcaismo da parte dell’ignoto maestro. Né va esclusa la ripetizione dei modelli all’interno della ditta campionese. In merito alla parte finale dell'iscrizione Forcella, V, 1891, p. 116 citava la data come 1612; ma non è chiaro se si tratti della stessa iscrizione e non è verificabile sull’originale per le attuali condizioni espositive
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303268542
  • NUMERO D'INVENTARIO 791
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Milano
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Milano
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • ISCRIZIONI recto - ISTUD S(epulcrum) [fecit] FIERI D(ominus) VIERIUS [d]E BASSIGNANA AC CIVIS MEDIOLANI ET CASTELANUS CASTRI MAGNI TURRIS / ROTUNDE CIVI[tatis …] SAPIENS […] / (iureconsultUS?) D(omi)N(u)S S[…] AC […] D[…M]EDIOLANI Q(ui) OBIIT MCCCCV DIE IIII MEN(sis) [IULII], in piccole parti non più leggibile. Sul retro (non visibile) l’iscrizione del riutilizzo: FRANCISCO PIROGALLO / VIRO / OMNIBUS NUMERIS / ABSOLUTISSIMO / OB HANC SIBI DELECTAM HAEREDEM / SERVOR(um) FAMILIAM / BENEFACTORI LIBERALISSIMO / EADEM GRATITUDINIS / MONUMENTUM / INSTITUTORI SUO / HAERES NON INGRATA / POSUIT / ANNO DOM(ini) MDCVII - capitale - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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