figura di soldato che porta la bandiera/ poeta Dante Alighieri
monumento ai caduti a cippo,
1983 - 1983
Galletti Giorgio (1934-)
1934-
Monumento dedicato ai caduti della prima e della seconda guerra mondiale; compare la lista dei caduti. L’area del monumento è delimitata da una bassa recinzione in ferro battuto. Monumento costituito da un basamento in pietra sopra il quale è posta all’apice una scultura in bronzo raffigurante un soldato con bandiera chinato verso il basso dove a un livello inferiore si trova una seconda scultura in bronzo raffigurante il poeta Dante
- OGGETTO monumento ai caduti a cippo
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MATERIA E TECNICA
bronzo/ fusione
Marmo
PIETRA
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MISURE
Profondità: 280cm
Altezza: 280 cm
Larghezza: 600cm
: 600 cm
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ATTRIBUZIONI
Galletti Giorgio (1934-): scultore
- LOCALIZZAZIONE Piazza Francesco Pasquinelli
- INDIRIZZO Piazza Francesco Pasquinelli, Agra (VA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La struttura in pietra del monumento è ancora quella originale mentre la parte scultorea in bronzo è stata fusa durante la seconda guerra mondiale per scopi bellici. Le lastre in marmo recanti i nomi dei caduti sono state posate il 4 novembre 1983. Nel solco della tradizione della fusione del bronzo con il metodo della cera perduta, nell'aprile del 1971 in Via Baracca 4/6 nel comune di Novate Milanese, viene fondata la Fonderia CUBRO. Giorgio Galletti è nato a Desio, in provincia di Milano, il 21 Novembre 1934. Figlio d'arte, il padre era capo marmista del Duomo di Milano, inizia la sua preparazione artistica nel 1948 presso di lui, apprendendo tutti i segreti della scultura indispensabili ad un buon artista. I suoi primi lavori, eseguiti nella bottega del padre, sono notati dallo scultore Malerba, che capisce immediatamente le doti del ragazzo e suggerisce al padre - che sarà favorevole - di iscrivere Giorgio all'Accademia di Brera. La passione per l'arte coinvolge totalmente il ragazzo. Nel frattempo alla scuola del Duomo di Milano segue l'insegnamento dello scultore Malerba e completa gli studi all'Accademia di Brera con Marchini, Soli, Paiella. A Monza frequenta Monfrini. Nel 1955 conosce il grande scultore Francesco Messina, del quale diventa collaboratore ed amico. Francesco Messina gli offre la possibilità di arricchirsi e completarsi in un'arte nella quale la ricerca della perfezione dura tutta una vita. Agli inizi degli anni Sessanta decide di continuare in proprio l'attività dello scultore per vivere le sue opere dal di dentro, analizzandole e creandole con la finalità di un messaggio spirituale umano. Delle più significative opere ricordiamo il monumento ai caduti a Cunardo e quello all'alpino a Tradate, il monumento a Giovanni Paolo II nel Santuario della Madonna di Czestochowa in Dozio, il portale in bronzo nella chiesa di San Eusebio a Sesona di Vergiate, un altro monumento ai caduti a Castiglione Olona. Lavora per chiese, per piazze, per cimiteri; nel 1983 esegue un altorilievo in marmo di Candoglia per il Duomo di Monza con S.S. Papa Giovanni Paolo II. Nel 1993 realizza una statua in bronzo (h. 2,40 metri) dello stesso pontefice, posta al centro di Varsavia sul sagrato della basilica di "Tutti Santi". La linea della sua evoluzione è netta, spirituale e nello stesso tempo monumentale: senza mai imbavagliare la realtà dei grandi scultori del passato e demolire l'arte autentica, procedendo con armonia e buon gusto e manificando la vita con l'animo, il cuore ed il cervello di un artista. La creta plastica e vigorosa sotto le sue mani fa rivivere i soggetti religiosi, le maternità, i nudi femminili, le ballerine, i ritratti dei bimbi, i cavalli. Dove lo stile, come scrisse nel lontano 1938 Giorgio De Chirico di Messina, "non salta fuori prepotente ed inutile per importi uno stato d'animo in cui la sincerità e l'origine sono molto dubbie, come avviene in tante sculture d'oggi, ma sta nascosto dietro le quinte dell'opera; di là, pieno di grazia e di belle intenzioni, ti ammicca discretamente, e dal suo nascondiglio tu lo senti animare la scultura poetica vita". Le sculture di Galletti non accusano, perciò, affronti umani di alcun genere: sono reali nel rapporto sensibile uomo-divinità; sono originalmente personali dove le sensazioni si fondano e sfumano filtrate da una avvincente luminosità e da qualcosa di sognante e di misterioso; convergono impressionisticamente e gestualmente l'incanto lirico sull'esistenza di ogni giorno. Non a caso le sue figure, spogliate del loro pesante involucro esterno, stabiliscono la chiarezza della ragione e della valenza del bello, riprendono la forma del passato senza decadenti nostalgie, si impadroniscono dell'equilibrio tra istanza interiore e realizzazione formale. Questo è un linguaggio fatto di rapporti e di energie che diventano istanze umane e Giorgio Galletti, pur nella coesistenza di forme diverse, non tradisce mai il rispetto e l'amore per il vero. Semmai trae da esso, alimentando un impegno capace di spiritualizzarsi, il vero senso della forma ed una migliore analisi. Opere del Maestro Giorgio Galletti, sono presenti in Collezioni Pubbliche, Piazze, Cattedrali, Musei e Collezioni private in tutto il mondo. (Giorgio Galletti: l'estetica del lavoro - Milano Regione Lombardia 2011; Antonini Ballarini Jole, Agra racconta la sua storia - Varese Josca 1982)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303254320
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- DATA DI COMPILAZIONE 2014
- ISCRIZIONI lato anteriore, sul basamento - AGRA/ AI SUOI CADUTI 1915 1918/ 1940 1945 - capitale - a incisione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0