Angelica e Medoro incidono i loro nomi sulla corteccia dell'albero
gruppo scultoreo
post 1842 - ante 1842
Monti Gaetano Matteo (1776/ 1847)
1776/ 1847
Angelica e Medoro sono vicini, entambi nudi, intenti a scrivere insieme il loro nome su un tronco reciso. Medoro tiene la mano sinistra appoggiata al terreno per sogrreggersi; Angelica tiene la medesima mano appoggiata alla spalla desra dell'amato; alle spalle di Medoro si vede la faretra piena di frecce con l'arco
- OGGETTO gruppo scultoreo
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MATERIA E TECNICA
MARMO DI CARRARA
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MISURE
Profondità: 112 cm
Altezza: 84,6 cm
Larghezza: 73 cm
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ATTRIBUZIONI
Monti Gaetano Matteo (1776/ 1847)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Faglia-Torri
- INDIRIZZO Via Bernardino Varisco, 9, Chiari (BS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il gruppo è pervenuto nelle raccolte della Pinacoteca, insieme all'Igea (inv. n. S0003), attraverso il lascito, nel 1854, dell'avvocato Pietro Bartolomeo Repossi. Opera dell'attività estrema del ravennate, incarna gli ideali della statuaria neoclassica pur esercitandosi su un tema desunto dall'ariostesco poema dell'Orlando Furioso, tema a tutti gli effetti consacrato dalla corrente arcadica e amato per la sua vena a metà tra il sottinteso erotico e il languore amoroso. Monti pone i due giovani l'uno seduto a terra, l'altra inginocchiata, intenti a scrivere i loro nomi sulla corteccia di un albero. La giovane donna poggia il braccio destro sulla spalla dell'uomo e avvicina il capo a quello di lui. L'alto magistero canoviano è ben visibile nella languida morbidezza delle due figure e nell'intensità psicologica raggiunta dall'artista nel delineare il fragile sentimento dell'innamoramento giovanile. Seppure di disegno perfettamente classico il profilo di Angelica non accenna alla rigida freddezza che si può invece rintracciare nella Filologia del Monumento a Stefano Antonio Morcelli della parrocchiale di Chiari, opera dello stesso Monti. Qui è tutto un rincorrersi di sensuali sottintesi che non permettono alla convenzione accademica di raggelare le figure; seppure desunti da prototipi della scultura ellenistica, com'è il caso di Medoro, accostabile al celeberrimo Galata morente, noto attraverso diverse copie di età romana, o l'Angelica, che pare riferirsi un po' meno alla lettera all'Afrodite al bagno, pure conosciuta attraverso copie romane e divenuta già in epoca rinascimentale esempio di nitore della statuaria classica, i due giovani sono trattati dal Monti con una sensibilità tutt'altro che antiquaria e per questo mantengono quel senso di pura sensualità che ancor oggi affascina (caso raro per la scultura neoclassica) e che dovette affascinare lo stesso Repossi che volle farsi ritratte seduto allo scrittoio avendo alle spalle proprio questo gruppo marmoreo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300642005
- NUMERO D'INVENTARIO S00004
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
- ENTE SCHEDATORE Regione Lombardia
- DATA DI COMPILAZIONE 2006
- ISCRIZIONI sul davanti, in basso al centro - GAE. MONTI / DI RAVENNA FA 1842 - lettere capitali - A GRAFFITO -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0