San Tommaso e San Filippo

dipinto, 1529 - 1529

Sono disposti sui pilastri dell'arcone d'Ingresso: Santa Rosalia, San Vincenzo, sull'arcone l'Annunciazione e sulla parete semicircolare gli apostoli mentre sulla conca absidale Dio pdre con la colomba dello Spirito Santo tra gli evangelisti

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI De Magistris Sigismondo (e Aiuti)
  • LOCALIZZAZIONE Gravedona (CO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gli affreschi restaurati probabilmente nel 1588 come tutta la chiesa, sono menzionati dal Ninguarda nella visita pastorale del 1593. Nel 1951 vengono studiati dallo Zecchicchinelli, che individua l'iscrizione che li attribuisce al De Magistris, al quale però riferisce solamente gli Apostoli e il San Vincenzo, motivi decorativi dell'arco trionfale e probabilmente Dio Padre. Il Longatti nel 1968 esclude dall'attribuzione solo i due tondi con l'Annunciazione e la Santa Rosalia, che ritiene posteriori. Rossi (1988) sostiene invece che tutto il ciclo sia da ascrivere al De Magistris che lavora qui probabilmente con qualche aiuto, rilevabile nell'Annunciazione e forse negli Evangelisti, ma ritiene anche che la lettura dei dipinti risulti agevole a causa delte varie ridipinture. Dai confronti con le opere certe del pittore il riferimento risulta pienamente accettabile. L'autore indica inoltre in Valtellina (1515), sulle esperienze di Gaudenzio Ferrari; tale atteggiamento, insiemealle componenti leonardesche che l'artista evidenzierà nel Battesimo della parrocchiale di Varenna del 1533 e negli affreschi staccati della chiesa di San Giorgio ad Alzate Brianza realizzati probabilmente insieme alla sua cerchia nel 1531, provocherà un rinnovamento del suo linguaggio pittorico ed un gusto piu' monumentale delle figure, che si risolverà in seguito nei Profeti di Santa Maria Rezzonico del 1541. L'iconografia degli affreschi risulta nuova rispetto alle analoghe decorazioni absidale di San Giacomo di Livo, San Pietro in Costa a Dosso del Liro e dell'Oratorio dei Santi Rocco e Sebastiano di Germasino, in quanto nel catino absidale è posto Dio Padre (di solito situato sulla fronte dell'arcone d'ingresso) invece del Cristo che qui compare come crocifisso sulla croce appesa al centro dell'altare. La dedicazione della chiesa alla Santa Croce determina difatti lo schema compositivo con la centralita' del Crocifisso situato al centro dell'abside e dominante per il suo risalto plastico; poco sotto vi è l'Eterno della conca absidale, posto sull'arcobaleno entro una mandorlainsieme alla colomba dello Spirito Santo (che suggerisce l'idea della Trinita') e piu' in basso l'importanza del tema della croce è ribadita dal Cristo in pieta' affrescato sull'altare. L'insieme rivela un'unità tematica basata sull'importanza dei dogmi stabilita dai testi sacri (ogni apostolo rappresentato nell'abside reca un libro in mano) ed evidenzia un'impostazione del ciclo in chiave antiluterana
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300213130-10
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1994
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI entro libro - S. TOMMASO APOSTOLO - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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