altare, opera isolata di Crespi Daniele (attribuito) - bottega lombarda (prima metà sec. XVII)

altare,
Crespi Daniele (attribuito)
1597-1600/ 1630

Altare a muro, a un piano di marmi misti, bianco di Carrara, nero di Varenna, rosso di Verona. Sormontato da imponente ancona fiancheggiata da due lesene di marmo nero di Varenna alternato al bianco di Carrara e decorate con specchiature mistilinee, vasi a urna e come capitelli teste di cherubini alati, con volute schiacciate. Al centro pendagli di frutti e testa di cherubino alato, di marmo bianco scolpiti in forte rilievo. Al centro racchiusa in una pesante cornice modanata di marmo rosso la pala sormontata da timpano curvilineo con edicola centrale contenente il dipinto della Vergine e ai lati due urne tornite. Tabernacolo coevo monocromo inserito tra il piano dell'altare con porticina d'ottone sbalzato, di fattura recente. Paliotto coevo edi porfido

  • OGGETTO altare
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco di Carrara/ intaglio
    marmo nero di Varenna/ intaglio
    marmo rosso di Verona/ intaglio
  • AMBITO CULTURALE Bottega Lombarda
  • ATTRIBUZIONI Crespi Daniele (attribuito): disegnatore
  • LOCALIZZAZIONE Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Probabilmente realizzato su disegno di Daniele Crespi da maestranze lombarde. Infatti già il contemporaneo P. Francesco Della Valle (1633) scriveva: ".. fu data ai fratelli Sacchi alle cui spese con ori, stucchi, pitture tutte di mano di Daniello con ancona di pietre di più colori, palio di rilucente porfido intarsiato di altre pietre a fiorami.." e questa attribuzione era confermata anche dal P. Allegranza (1784). Il disegno di bellissimi stucchi e dell'altare di fino marmo e del pavimento bianco e nero fu di Daniele Crespi.La cappella, un tempo dedicata a San Paolo, fu data in iuspatronato a Emanuele Crisolora, celebre erudito, per la sepoltura della figlia o nipote Teodora Crisolorina, moglie dell'umanista Francesco Filelfo, morta nel 1441. A questa famiglia successero i Po imparenti coi Crisolora, che la rifabbricarono, secondo il Bugatti nello stesso tempo in cui Pigello costruì quella di San Piertro. Estinto poi questo ramo nel 1538 la cappella passò al conte Giovanni Rusca, fino al 1576 quando, estinta anche questa, fu ereditata da Pietro Antonio Ciocca, che dovette restaurarla. Nel 1620 infine fu concessa ai fratelli Giovan Battista e Bonifacio Sacchi, il primo segretario di stato e il secondo ragioniere della Regia Camera. Questi tra il 1620-1621 restaurarono la cappella (come attesta la lapide, datata 1621, ancora esistente sulla parete destra), facendola ornare ad affresco da Daniele Crespi, che per gli stessi fratelli Sacchi aveva già lavorato nella cappella di San Giovanni Battista nella chiesa milanese di Sant'Alessandro. Alla cappella già accennava il Della Valle (1633): "fu data ai fratelli Sacchi, alle cui spese con ori, stucchi, pitture tutte di mano di Daniello". II Torre (1674) la descriveva minuziosamente, chiamando la scena centrale come Trionfo di Adamo e considerandi il Crespi "sfortunato ingegno che venne al mondo all'usanza dei lampi, gli quali spariscono nel maggior loro chiarore". Cosi anche il contemporaneo Scaramuccia (1674) scriveva: "cappella dipinta a fresco dall'accellente mano di D. C., con il suo quadro d'altare a oglio, ove é una bellissima Annunciata, il tutto di buon impasto, di gagliardo colore ed a gran segno studiato". Veniva quindi ritenuta "opera degna di nota da tutte le guide milanesi: Latuada (1737), iI Santagostino (1671 3° ed. 1747), Sormani (1752), Bianconi (1787), I'Allegranza 1784, il Bossi (1818), Pirovano (1826), Mongeri (1872). II ciclo, databile con sicurezza al 1621 é quindi un'opera dei primi anni dell'attività milanese di Daniele, qui attento ai suggerimenti della cultura cinquecentesca. E citazioni correggesche sono evidenti nel trionfo di San Paolo, come nei putti sul bordo, veemenza del cosidetto realismo psicologico domina la Visitazione, saggio del più tipico Crespi, che é memore (vedi le figure delle due donne) di ricordi gaudenziani (Mazzini 1956)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300206191
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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