Venere di Urbino. Venere

dipinto, ante 1692 - ante 1692
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneto
  • LOCALIZZAZIONE Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, che nel cartellino apposto sulla cornice viene riferito a Poussin, entrò nella collezione di Verdi nel 1863, in seguito ai rapporti intercorsi tra il compositore ed il ministro plenipotenziario del governo inglese a Torino Sir James Hudson. Il diplomatico inglese, nato nel 1810 a Bessingby Hall nei pressi di Bridlington, era l'ottavo figlio di Harrington Hudson e Lady Ann, Marchesa di Townshend Rainham (si mormorava, sembra senza fondamento, che fosse figlio illegittimo del sovrano inglese Giorgio IV). Egli fu educato alla Rugby School tra il 1823 ed il 1825, e alla Westminster School nel 1825-1826. Viaggiò in Italia tra il 1826 ed il 1829. Fu segretario di Lord Chamberlain, Lord Howe (1830), assistente della Regina Adelaide nel 1831, 1834, 1836 e 1837 e segretario di Sir Herbert Taylor, paggio di re Giorgio III e segretario privato del re Guglielmo IV dal 1830 al 1837. Nel 1838 fu nominato da Lord Palmerston segretario della Legazione Britannica a Washington, nel 1843 all'Aia, e nel 1845 a Rio de Janeiro, ove venne promosso Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario nel 1850. Nel 1851 fu posto a capo della legazione inglese a Firenze, ove era morto da poco il ministro Sheil, ma Hudson non raggiunse la nuova sede per la necessità di sostiuire a Torino Sir Ralph Abercromby; il 19 gennaio 1852 fu mandato a Torino ove giunse il 12 febbraio, il 15 presentava le credenziali a Vittorio Emanuele II. Qui rimase fino al 20 ottobre 1863; dopo tale data rinunciò ad essere promosso ambasciatore a Costantinopoli e si ritirò dalla carriera diplomatica, ma rimase in Italia (si stabilì in una villa nei pressi di Pistoia) fino a poco prima della morte, avvenuta il 20 settembre 1885 a Strasburgo. Durante la sua carriera diplomatica fu acceso sostenitore delle aspirazioni nazionali italiane, lavorò a lungo con Cavour, e grazie alla sua mediazione si ottenne l'invito al Piemonte affinchè partecipasse alla guerra di Crimea (si veda A. Lombroso, Pagine veneziane, 1900-1905, nota II, A. Malvezzi, Diario politico di M. Provana di Collegno 1852-1856, 1926, pp. 122-127, J. Lacaita, An Italian... 1813-1895, in Vanity Fair, 1933, F. Curato, Le relazioni diplomatiche fra Gran Bretagna ed il Regno di Sardegna dal 1852 al 1856, il carteggio diplomatico di Sir James Hudson, 1956, pp. 13-14, J. Fleming in Burlington Magazine, 1973, pp. 4-16, 1975, pp. 492-508, 1979, pp. 568-580, Enc. Treccani, ad vocem). Il musicista era in contatto con questo personaggio di spicco del Risorgimento italiano già nel 1856 (lettera di Verdi a T. Ricordi da Genova, 5 agosto 1856, nella quale cita un incontro tra lui ed Hudson avvenuto a Londra durante il soggiorno nel luglio di quell'anno, vd. Abbiati, 1959, v. II, p. 367). Nel 1859, il 15 settembre, il Maestro è a Torino e viene ricevuto da Vittorio Emanuele. Dopo due giorni ha modo, tramite Hudson, di conoscere personalmente Cavour, temporaneamente a riposo a Leri; mentre avviene quest'incontro il Consiglio Comunale di Torino, imitato da quello di Bologna e Genova, conferisce a Verdi la cittadinanza onoraria (Abbiati, 1959, v. II, p. 551). Di lì a poco il musicista si interessa, tramite l'Hudson, per ottenere dei fucili per i soldati di Busseto (Abbiati, 1959, v. II, pp. 552-553). Nel 1862 lo stesso diplomatico, in compagnia di C. Mariani, annuncia una visita al Maestro a Sant'Agata, che però viene annullata perchè Barberina Strepponi, sorella della moglie del compositore, è ammalata (Abbiati, 1959, v. II, p. 704). L'8 settembre 1863 Verdi scrive una lettera ad Hudson, da poco ritiratosi dalla carriera diplomatica, nella quale lo ringrazia per il regalo ricevuto: la copia della Venere di Tiziano. "E' un presente da Re" sostiene lo stesso Maestro, e aggiunge "Farò di questa stanza una specie di Santuario". Riguardo alla provenienza egli segnala solamente che era in uno "splendido salone", ma da altre fonti sappiamo che era collocato nel Palazzo San Giorgio di Via Bogino, sede della Legazione Britannica a Torino, qui trasferita da Palazzo Cisterna di Via Maria Vittoria nel 1853 ed a Palazzo Natta in Piazza San Carlo nel 1862 (Fleming, 1973, p. 6). Se si può indicare con una certa sicurezza il motivo per cui il diplomatico donò a Verdi quest'opera (il Maestro doveva averla ammirata a Torino, e quando Hudson si ritirò decise di regalarla all'amico musicista), non è noto come egli fosse giunto in possesso di questo dipinto. Non si sa con certezza se Hudson fosse un discendente della famiglia di grandi collezionisti inglesi che nella seconda metà del Settecento vendettero buona parte delle loro raccolte, nè molto si conosce della sua raccolta, ma sappiamo che il diplomatico era in contatto sia con Sir Henry Austen Layard (1817-1894) che con il pittore, collezionista e mercante William Blundell Spence, che viveva a Firenze a Palazzo Giugni (all'epoca in cui Hudson giunse a Torino) e che acquisterà, quale residenza estiva, Villa Medici a Fiesole (Flem., 1973, p.5) vd.annot
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300183863
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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