Testa di vitello e un gallo. testa di vitello e gallo

dipinto, 1874 - 1874
  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Palizzi Filippo (1818/ 1899): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, entrato probabilmente nella raccolta di Verdi alla metà degli anni Settanta (cfr. scheda n. 00183857), venne collocato a Sant'Agata, nella villa del Maestro, e da qui, alla morte del compositore nel 1901, venne inviato alla Casa di Riposo. L'architetto Camillo Boito fornì dei suggerimenti riguardo alla disposizione delle opere che erano appartenute al Maestro e che erano state donate alla Casa (lettera del 15 aprile 1901, Archivio Casa, cart. Museo Cimeli): riguardo alla "Testa di vitello e un gallo" ipotizzò di sistemarlo nel salone al primo piano, lungo la parete interna, tra gli accessi alle salette laterali. In questa ubicazione è ricordato da E. Verga nel 1906 (Verga, 1906, pp. 366-367). In seguito venne posto al pianoterra nel Museo Verdi e qui si trova attualmente, dopo i lavori di restauro realizzati nel 1999 e la risistemazione del Museo. Il dipinto non viene segnalato nelle monografie su Filippo Palizzi e neppure nelle opere dedicate alla pittura dell'Ottocento napoletano, nè compare in esposizioni contemporanee agli anni della sua esecuzione o immediatamente successive, probabilmente poichè esso è sempre stato conservato nella dimora del Maestro e nella Casa di Riposo. Il quadro presenta un particolare taglio compositivo secondo il quale l'immagine viene presentata da un punto di vista molto ravvicinato, che rende particolarmente incisiva la scena, con un'impaginazione simile alla "Testa di vitello" già in collezione Tassinari (M. Limoncelli, 1928, tav. VII). Un'intensa cromia giocata quasi interamente nella gamma del verde, del bruno e del grigio, vivacizzata da sapienti note di colore usate nella definizione della gallina e dei fiori in primo piano, contraddistingue l'opera in esame. Essa appartiene al filone dedicato alla raffigurazione di animali, tema costante nella produzione palizziana (si veda catalogo mostra "Palizzi del Vasto", a cura di G. Di Matteo e C. Savastano, 1999). Opere illustranti questo ed analoghi soggetti sono conservate nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, alcune donate dallo stesso Palizzi (si veda P. Ricci, I fratelli Palizzi, 1960). Una versione molto simile a questa ed eseguita a Cava, ove spesso il pittore si recava a dipingere fin dal 1845, comparve alla mostra dell'Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1921 (tav. 26 del catalogo) e risulta conservata nella collezione privata di Lorenzo Ricciardi (F. Sapori, 1920, s.p., M. Limoncelli, 1928, tav. XXVI); in seguito essa passò nella raccolta Biagio d'Angelo (Filippo Palizzi e Domenico Morelli, catalogo della mostra, Napoli 1961, tav. LXXIII). E' noto anche uno studio ad olio riferentesi al dipinto qui studiato, di dimensioni cm 17 x 15 ed autenticato dal Barone Chiarandà, presentato nel catalogo della vendita all'asta della Raccolta del Duca di San Donato di Napoli alla Galleria Pesaro di Milano nel 1930 (n. 153 del catalogo)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300183859
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1999
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI in basso a sinistra - Filip. Palizzi 74/ Napoli - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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