lampada pensile, opera isolata di Pogliaghi Lodovico, Ravasco Alfredo (sec. XX)

lampada pensile, ante 1933/03/22 - ante 1933/03/22

arredamento

  • OGGETTO lampada pensile
  • MATERIA E TECNICA metallo/ doratura/ sbalzo
  • ATTRIBUZIONI Pogliaghi Lodovico (1857/ 1950): disegnatore
    Ravasco Alfredo (1873/ 1958): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'esecuzione della lampada pensile a forma di croce risale al 1933. Da un documento conservato nell'Archivio della Casa di Riposo (cart. Museo cimeli) risulta che essa venne ultimata entro il 22 marzo 1933: in tale data infatti il Presidente del Consiglio di Amministrazione della Casa ringrazia Alfredo Ravasco per l'opera, realizzata su disegno di Lodovico Pogliaghi. Non si hanno notizie certe riguardo alla committenza ma si può ipotizzare che questa derivi dallo stesso Consiglio della Casa e che si inserisca nella campagna di lavori operati tra il 1933 ed il 1934 per la risistemazione della cripta e della sovrastante cappella. Non esistendo fatture al riguardo e considerando il documento precedentemente segnalato non è da escludere che si tratti di un dono offerto alla Casa dall'autore stesso. Una fotografia collocata nell'Archivio rivela all'interno degli incavi dei bracci della croce la presenza di pietre semipreziose, ricordate anche dalle fonti contemporanee, di cui oggi restano solamente tre esempi. Risulta inoltre che la croce venne dorata dalla Ditta Angelo Triulzi di Milano, avente sede in Via S. Marta. Ravasco, insieme a Calderoni, Brioschi e, in seguito Buccellati, sono gli orafi più importanti attivi a Milano tra la fine del sec. XIX e la prima metà del '900. Alfredo, nato a Genova nel 1873, apparteneva ad una famiglia di argentieri (il padre Giacomo era un orefice assai apprezzato nella città ligure); compì i primi studi a Milano, a Brera, e già nel 1906, partecipando all'Esposizione Internazionale, ottenne importanti riconoscimenti. Apprezzato a livello internazionale divenne professore alla Società Umanitaria, docente all'Istituto Superiore Industrie Artistiche di Monza e presidente dell'Associazione Orafa Lombarda. Creò opere di oreficeria di vario tipo, dai gioielli che lo resero l'orafo prediletto delle famiglie aristocratiche (i Savoia erano suoi committenti) e di quelle borghesi lombarde, agli oggetti di uso liturgico (reliquiari, cofani ma anche tiare pontificali). Suoi sono la scatola in malachite, oro e pietre preziose ed il monile pendente (Milano, Civiche Raccolte d'Arte Applicata), i tre oggetti ornamentali con pesci esposti a New York nel 1939 (Milano, Museo d'Arti Decorative), l'Ostensorio di Pio XI (Milano, Santa Maria presso San Celso, Tesoro, 1930), la Teca con la ciocca di capelli di Lucrezia Borgia (Milano, Pinacoteca Ambrosiana, 1934) e la tiara in oro per Papa Pio XI (Roma, Collezioni Pontificie). Le sue creazioni vennero presentate alle Biennali di Arti Decorative di Monza ed alle Triennali di Milano ed ottennero numerosi premi. Fu anche restauratore attento ed intervenne a scopo conservativo sull'altare d'oro di Vuolvino di Sant'Ambrogio (ove operò anche sostituzioni di parti danneggiate) e sulla croce astile di Gravedona. Amava definirsi "rivoluzionario" perchè rifiutava la pedissequa imitazione degli antichi, proponendo uno stile nuovo e moderno innestato sulle tipologie tradizionali
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300183827
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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