San Bernardino da Siena e angeli. San Bernardino da Siena

dipinto, ca 1469 - ca 1469

dipinto

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a tempera
  • MISURE Altezza: 385
    Larghezza: 220
  • ATTRIBUZIONI Mantegna Andrea (e Aiuti): esecutore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Morone Domenico O Francesco (cavalcaselle, 1871)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca di Brera
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo di Brera
  • INDIRIZZO Via Brera, 28, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La cappella di San Bernardino, precedentemente dedicata a Sant'Antonio da Padova, fu rifabbricata nel 1450 (Donnesmondi, 1616) a seguito della canonizzazione di San Bernardino, avvenuta quell'anno. I lavori erano nell'ambito di una parziale rifabbricazione dell'edificio, poi consacrato da Pio II il 2 dicembre del 1459. San Bernardino, amatissimo e molto venerato in tutta l'italia del Nord, aveva predicato a Mantova nel 1420, su invito di Paola Malatesta, moglie di Gian Francesco Gonzaga e madre di Ludovico. Quest'ultimo dispose di essere sepolto in quella cappella che divenne dunque la "Cappella dei Signori". Anche in mancanza di documentazione è lecito supporre che la commisiione della tela sia da ascrivere a Ludovico. Secondo il Cadioli (1763) che vide il dipinto quando ancora era nella Cappella di San Bernardino, e precisamente sull'altare maggiore, "le pitture sono di mano d' uno degli scolari di Mantegna". Fiocco (1937) riteneva l'opera autografa di Mantegna. Longhi (1962), Ragghianti (1962) e Camesasca (1964) hanno pensato ad un opera ideata dal maestro ed eseguita in prima persona nella parte centrale e lasciata alla bottega nel rimanente. Tietze Conrat nega ogni connessione con Mantegna e giudica anche la data un rimaneggiamento posteriore. La data è comunque rimaneggiata. Brancati (1999, p. 30) analizza il tappeto che copre la pedana. Il motivo 'cufico' con nodo infinito di tipo aperto (così detto Aste a bandiera) è il più complesso ed antico che si conosca. Mantegna aveva già raffiguratoun tappeto sotto i piedi della Madonna nella Pala di San Zeno a Verona nella quale si ritrova il motivo simile ma non uguale a 'cufica aperta'. Lastessa cornice cufica si ritrova anche nei due tappeti della scena di corte della 'Camera degli sposi' (già ultimata nel 1470): quello sotto i piedi dei vari personaggi di corte combacia con quello della Pala di San Zeno, quello invece sotto lo scranno di Luigi Gonzaga combacia con quello qui esaminato. Si tratterrebbe di un tappetto 'Holbein a disegno grande' (o Ushak), molto simile a quello conservato al Bayerisches Nationalmuseum di Monaco. Senza escludere del tutto la proprietà del tappeto allo stesso Mantegna, esso avrebbe potuto far parte anche degli arredi della corte mantovana, dove la presenza di tali manufatti è attestata da documenti e dipinti
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300180070
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. Nap. 459
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI in alto al centro in una ghirlanda - LAVS DEO - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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