La predica di San Marco in una piazza di Alessandria. San Marco predica nella piazza di AlesSandria d'Egitto
dipinto,
ca 1504 - post 1507
Bellini Gentile (1432 Ca./ 1507)
1432 ca./ 1507
Bellini Giovanni (1434 Ca./ 1516)
1434 ca./ 1516
dipinto
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 347
Larghezza: 770
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ATTRIBUZIONI
Bellini Gentile (1432 Ca./ 1507): esecutore
Bellini Giovanni (1434 Ca./ 1516)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Bellini Gentile (vasari 1550)
Bellini Gentile, Giovanni E Aiuti (paoletti, 1929)
Bellini Gentile (sansovino, 1581)
Bellini Gentile (ridolfi, 1648)
Bellini Gentile (boschini, 1664)
Bellini Gentile (zanetti, 1773)
Bellini Gentile E Giovanni (molmetti, 1888)
Bellini Gentile E Giovanni (carotti, 1892)
Bellini Gentile E Giovanni (elenco, 1906)
Bellini Gentile E Giovanni (crowe E Cavalcaselle, 1912)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca di Brera
- LOCALIZZAZIONE Palazzo di Brera
- INDIRIZZO Via Brera, 28, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Attribuito già da Vasari (1550) a Gentile, attribuzione per altro sempre mantenuta, è solo con il ritrovamento di documenti (Molmetti, 1888; Paoletti, 1894) che si comincia a intravvedere anche la mano di Giovanni. Il più celebre dei Bellini sarebbe intervenuto per terminare l'opera del fratello lasciata incompleta a causa della morte di quest'ultimo sopraggiunta nel febbraio del 1507; distinguere le due mani è lavoro complesso che ha tenuto impegnata la critica lungo il corso del nostro secolo, e ulteriormente complicato dalle condizioni del dipinto: l'ultimo restauro ha evidenziato fino a quattro interventi precedenti situabili nel XIX secolo e già Pietro Edwards, che la scelse fra le pitture da inviare a Brera, la giudicava "opera singolare ma strapazzata dagli imperiti che ne fecero lo stacco". Si ritiene infine che l'opera sia stata resecata lungo i bordi e di conseguenza ridotta. Nel 1979 si è provveduto a eseguire radiografie di tutta lasuperficie pittorica e anche riflettografie all' infrarosso per individuare il disegno sottostante e l'idea compositiva di Gentile e distingue dunque il suo intervento dal succassivo strato soprastante dovuto alla mano di Giovanni.Brancati (1999, p. 35) analizza i tappeti raffigurati nel dipinto: tutti hanno un chiaro intento di arredo e quindi sono da individuare quali rappresentazioni della quotidianità del mondo orientale, conosciuto da Gentile nel suo viaggio a Costantinopoli. Oltre ai tappeti appesi alle finestre e ai balconi degli edifici (identificabili come tappeti ad ottagoni grandi), stesa in primo piano sul pavimento della piazza è una grande stuoia gialla che accoglie il numeroso gruppo di donne velate. Un'altra donna velata con abito oro, blu e verde è seduta su un piccolo esemplare di cui si intravvedono solo le frange e una larga testata monocroma (un Kilim baft). Gentile Bellini dipinse tappeti in altri suoi dipinti. La sua conoscenza di questi manufatti derivò probabilmente dal viaggio a Costantinopoli
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300179917
- NUMERO D'INVENTARIO Reg. Cron. 160
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- DATA DI COMPILAZIONE 1994
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI sull'obelisco - "VL" - lettere capitali - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0