ritratto di Giovanni Antonio Volpi

dipinto, ca 1575 - ca 1575

Ritratto di Giovanni Antonio Volpi. Nero il copricapo e così pure la mozzetta da vescovo, profilata in rosso (bottoni, poco visibili, anche rossi) e appena schiarita sulle spalle e sul cappuccio. Sottili, vibranti pennellate modellano il volto e delineano barba e baffi

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 58
    Larghezza: 44
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italiano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Civica di Palazzo Volpi
  • INDIRIZZO Via Armando Diaz, 84, Como (CO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Giovanni Antonio figura al n. 24 nell'albero genealogico della famiglia Volpi, che si trova in museo (scheda n. 423). Amico di Paolo Giovio; il quale nel 1547 gli scrive (30/5 e 28/8, pubblicate in P. IOVII, Opera, tomo II, lettere, a cura di G. G. Ferrero, Roma, 1956) per informarlo di averlo raccomandato come segretario al cardinale Farnese, e per invitarlo a recarsi a Roma. Nel 1559 è nominato vescovo a Como, (dove morrà nel 1588). Nel 1562 partecipa al Concilio di Trento e si distingue poi per lo zelo nell'applicarne i precetti. G. B. Giovio nel suo Elogio do Mons. Paolo Giovio il giovane, vescovo di Nocera (Modena, 1786) riporta la notizia di una controversia che oppose il suo antenato e il vescovo Volpi, al quale l'A rimprovera di ostinarsi contro i Giovio " atorto e con poca gratitudine" per i favri ottenuti in gioventù dall'umanista Paolo. Nel 1575 il vescovo Volpi dà incarico al pittore comasco Cesare Carpano di completare la galleria di ritratti dei vescovi di Como, affrescati in una saletta dell'"Episcopio" (G,. Turrazza: La successione dei vescovi di Como, Como, 1930) con le immagini dei vescovi dal 1340 fino a se stesso. La scaletta fa parte dell'abitazione del vescovo di Como. L'incisione tratta dal pittore comasco A. Parravicino dal ritratto a fresco, di G. Antonio Volpi, e pubblicata nell'opera del Turazza, è molto vicina, anche se piuttosto rozza, al ritratto del Museo. Verosimilmente quest'ultimo, buon esempio del ritratto "spirituale" in uso dopo il concilio tridentino, servì di modello per il ritratto affrescato nella sede dei Vescovi comaschi. Di Giov. Antonio Volpi esiste in Museo un altro ritratto (scheda n. 181), a mezza figura. Nel 1926 è entrato in Museo un archivio della famiglia Volpi (protocollo n. 2320 e n. 2331, 1926).Bibliografia: Archivio comunale: 1972, 27/ 11 - cat. 5-8-1
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300178120
  • NUMERO D'INVENTARIO 603
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • ISCRIZIONI Lungo il lato superiore, a i lati della testa - IO ANT - lettere capitali - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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