motivo decorativo

decorazione musiva, ca 400 - ca 510

sguancio a fondo blu decorato da due ghirlande di foglie d'alloro, composte a tre, che salgono fino ad incontrarsi al sommo, sotto l'arco. Lo spigolo arrotondato della finestra è segnato da una fila di tessere bianche, su fondo porpora, lungo la quale, ad intervalli regolari, sono poste delle crocette dai bracci orizzontali ansati

  • OGGETTO decorazione musiva
  • AMBITO CULTURALE Bottega Lombarda
  • LOCALIZZAZIONE Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Un analogo fregio a nastro è presente nel mosaico con "Cristo fra gli Apostoli" nell'ex battistero di S. Aquilino (inizi sec. V d. C.) collegato alla chiesa di S. Lorenzo a Milano. Mentre il motivo a crocette lo si ritrova anche nell'incorniciatura del mosaico di S. Sabina (sec. V d. C.) a Roma.Il sacello fu edificato nel IV secolo d.C., forse all'epoca del vescovo Mirocle o del vescovo Materno (morto nel 328), per ospitarvi i resti di S.Vittore, ucciso nella persecuzione del 304. Più tardi, S. Ambrogio vi depose le spoglie del fratello Satiro morto nel 387. Discussa èla datazione dei mosaici. Per il Ratti (1897) essi sarebbero anteriori a quelli di S. Aquilino in S. Lorenzo (Milano) e, ritenendo che la figura di S. Ambrogio sia un vero ritratto eseguito al tempo del vescovo Venerio (400-408), li assegna ai primi anni del V secolo. Il Wilpert (1911) li colloca verso la metà del V secolo. Il Toesca (1912) sostiene che il mosaico di S. Aquilino, in cui è ancora presente il naturalismo antico, precede quelli di S. Vittore, caratterizzati invece da "un rapido e progressivo costituirsi di canoni convenzionali" riducendo "quasi le forme a contorni lineari". Egli raffronta i mosaici milanesi con i ravennati: come quelli di S. Aquilino hanno qualche somiglianza di stile con i mosaici del mausoleo di Galla Placidia, e anche con le parti più antiche della decorazione di S. Apollinare Nuovo, così i mosaici di S. Vittore possono compararsi con quelli più recenti della stessa basilica ravennate e, tenendo conto delle relazioni fra Milano e Ravenna, sarebbero da assegnare alla fine del V o agli inizi del VI secolo. La tesi del Toesca è accolta anche dal Reggiori (1941) e dal Calderini (1953). Diversamente, il Bertelli (1995) propenderebbe a considerare più antica la decorazione del cupolino rispetto a quella delle pareti: "se il mosaico della volta può essere confrontato a quelli della zona inferiore del battistero di Neone, e gli conviene una datazione alla fine del IV secolo, in età teodosiana, o allo inizio del seguente, gli altri sono certamente più tardi (...) Questa seconda parte dei mosaici attesta l'imporsi del culto di S. Ambrogio con la citazione realistica di un suo ritratto, mentre i caratteri schematici delle altre figure rinviano ad un'epoca avanzata, fra il V e il VI secolo". Nel 1864 monsignor Rossi affidava a Camillo Agazzi il restauro dei mosaici del sacello di S. Vittore in Ciel d'Oro (Rossi, 1884, lettera del 21 novembre 1864). Il lavoro si concluse nel 1866. Per le integrazioni e per i rifacimenti, furono utilizzate anche tessere antiche, in parte provenienti dal mosaico dell'abside centrale della basilica, recuperate dietro gli stalli del coro, e in parte acquistate (Rossi, 1884, lettere del 13 luglio 1865; 9 e 27 febbraio 1866). Le tavole di legno, ormai fatiscenti, sulle quali gravava il cupolino, furono distrutte e sostituite con lastre di pietra; la relativa decorazione con i simboli degli Evangelisti, già rovinata e ampiamente ripresa a pittura, e della quale il Biraghi (1861, cap. I, parte IV) affermava essersi conservato solo un frammento d'ala, fu integralmente rifatta a mosaico, sulla traccia di rilievi precedentemente fatti eseguire dal Rossi. Il mosaico del cupolino, apertosi ulteriormente dopo la rimozione delle antiche tavole di sostegno, fu in gran parte integrato con stuccature dorate e con l'inserimento di alcune tessere senza rispettare l'originaria disposizione a cerchi concentrici; il busto di S. Vittore ebbe integrate, con vere tessere, parte della tunica, all'altezza del petto, e della guancia sinistra; il fregio a "ombracoli" fu restaurato in qualche parte; il bordo arrotondato del cupolino, già privo dell'originaria decorazione, fu risarcito accompagnando le poche tessere che ancora lo ricoprivano con stuccature dipinte ad imitazione del mosaico aureo. Nella parete di sinistra e di destra, le lacune nelle vesti dei santi vennero colmate con intonaco dipinto a finto mosaico, mentre i fondi vennero integrati con tessere di recupero. I profili degli Evangelìsti, posti ai lati dei due archi, sono ottocenteschi, forse del tempo di monsignor Rossi o di qualche anno prima (Reggiori, 1941, p. 245); per il fondo sul quale essi campeggiano, furono utilizzate tessere antiche in pasta, tessere di vetro e frammenti di vetro (Reggiori, 1941, pp. 221, 222). Altri restauri non sono documentati fino al XX secolo. Tra il 1938 e il 1939, sotto la direzione dell'architetto Ferdinando Reggiori, i mosaici furono restaurati dalla ditta Padoan di Venezia (Reggiori, 1941, pp. 256, 258). CONTINUA IN OSS
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300175807A-13
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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