Sant'Antonio abate e i SS. Cristoforo e Nicola da Tolentino

dipinto, 1520 - 1529

Personaggi: S. Antonio; San Nicola; San Cristoforo; Gesù. Oggetti: pastorale; campanelli; spatola; bastone; crocifisso; libro. Animali: maialino

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Marinoni Antonio (notizie 1493-1533)
  • LOCALIZZAZIONE Alzano Lombardo (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dai documenti dell'Archivio Parrocchiale di Alzano risulta che la tavola in esame proviene dalla chiesa di S.Pietro martire la quale, costruita da Pietro Isabello verso il 1526 fu consacrata nel 1529. Dalla "Visita di S.Carlo"(20 ottobre 1575) sappiamo che aveva tre altari, il maggiore dedicato a S.Pietro martire e, ai lati del presbiterio "...sub alia parva cappella fornicata et picta" due altari uno dedicato alla SS.Trinità e l'altro a S.Antonio quest'ultimo ". . .habet iconam pulcram". Nella "Visita Grimani" (1642)si legge che le pale dell'altare maggiore (il Martirio di S.Pietro martire di Palma il vecchio) e di S.Antonio sono dello stesso autore. L'altare di S.A.ntonio citato nella prima "Visita Barbarigo"(1659) nella successiva (11 gennaio 1660) é indicato come dell'Epifania conferma della doppia dedicazione viene dalla "Visita Redetti" (1735) altare "SS. Regum Mag.m et Ant.Abb. ".Nel 1859 la tavola, ritenuta opera "del celeberrimo storico quattrocentista Ravasio di Poscante",venne venduta dal sacerdote Paolo Ruffinoni -intermediario il doratore Pietro Mora di Bergamo- al sig. Gaslini di Milano per 24 marenghi e ricomprata per ingiunzione dell'autorità competente nel settembre del 1860 per £ 620. E' citata negli Inventari del 1862e 1899 (copia di quello del 10 agosto 1888) con attribuzione al Gavazzi (Giangiacomo Gavasio da Poscante, il Ravasio del 1859). Nel 1898 è presente all'esposizione di Arte Sacra di Bergamo con l'attribuzione al Previtali. Trasferita nel 1903 nella parrocchiale di S. Martino venne restaurata nel 1904 dal pittore VaIentino Bernardi e collocata nella terza sagrestia. L'attribuzione al Previtali venne accettata e dimostrata dall'Angelini(1908) e dal Fiocco(1928). Il Pinetti(1931) pur riconoscendo un influsso veneto la ritiene opera di un "Ignoto bergasmasco del XVI secolo";dello stesso avviso il Pagnoni (1974); il Moro (1991 )la include genericamente nella "Produzione marinoniana". Fondamentale (1979) lo studio di F. Rossi sulla pittura bergamasca anonima della fine del XV e del XVI secolo e in particolare della bottega dei pittori di Desenzano sul Serio: i Marinoni,Giovanni e i figli Bernardino, Antonio e Pietro attivi dal 1492 al 1563. Partendo dalle due opere firmate o documentate- il polittico della Fondaziene Bagatti-Valsecchi di Milano firmato e datato:"johes de disenzano cum duobus filiis suis Benardino et Antonio hoc totum opus fecit pinxit die prima junii 1493..." e il polittico della chiesa di S. Bartolomeo di Boario di Gromo opera di Antonio e del figlio Ambrogio -il Rossi ricostruisce l'attività di Giovanni e del figlio Antonio che presumibilmente gli succede nella direzione della bottega.Il linguaggio di Giovanni presenta evidenti influssi veneti-muranesi e padovani-uniti ad elementi desunti dalla cultura milanese,dal Foppa e dal Butinone; quello di Antonio é più complesso e arricchito dalla conoscenza diretta di opere del Bergognone -presenti a Bergamo dal primo decennio del 1500 e dello Zenale. Sempre il Rossi attribuisce ad Antonio il polittioo di S. Sebastiano di Nembro, una Madonna già a Vertova, il polittico di S. Pietro di Desenzano sul Serio, della casa parrocchiale di Zanica, la Madonna con i SS. Alessandro e Giovanni Battista di Gandino. Collaboratore del padre nel 1493 e maestro indipendente dal 1512 al 1550 Antonio é "la personalità chiave di tutta la vicenda artistica della valle nel secondo quarto del '500, ispiratrice di altre opere anonime ed anche in grado di "esportare" il proprio linguaggio al di fuori della connsueta aria di influenza...". La complessità e il progressivo e costante arricchimento del linguaggio di Antonio determinano la creazione di altre personalità: "Maestro del Romacolo"; "Maestro di Alzano" e un considerevole numero di "anonimi" riconducibili alla bottega di Desenzano della quale ancora non sono state identificate neppure le opere dei più diretti collaboratori di Giovamni: i figli Bernardino, Antonio, Pietro e il nipote Ambrogio. "Maestro di Alzano" Rossi chiama l'autore della pala in esame e di un'altra , sicuramente della stessa mano, nella chiesa di S. Nicola di Nembro, opere ohe, nel territorio"monopolio dei Marinani" non ritiene possano essere attribuite ad Antonio o genericamente alla"bottega" per un deciso interesse per la pittura veneta non più maranese ma belliniana mediata dal Previtali- del quale riconosce un sicuro influsso-o addirittura da Palma il Vecchio presente nella chiesa di S.Pietro martire con la pala dell'altare maggiore. Tuttavia il linguaggio di Antonio, sempre pronto a recepire nuovi stimoli e ad assecondare i desideri dei committenti, e la diversità delle opere che a lui possono essere ricondotte -affreschi, polittici a fondo oro o ambientati nel paesaggio- può giustificare la novità della pala unitaria. Se lo schema compositivo é nuovo e decisamente veneto e indiscutibili le somigliaze sottolineate dal Rossi con il trittico di S.Elena di Palma, altrettanto indiscutibili i rapporti con... (AN)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300155755
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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