Sant'Antonio da Padova e Sant'Antonio abate con Bambino

dipinto, 1600 - 1610

Personaggi: Sant'Antonio da Padova; Sant'Antonio abate; Bambino. Attributi: (Sant'Antonio abate) bastone con campanello; maiale; (Sant'Antonio da Padova) giglio; libro. Simboli: (ordine francescano) emblema francescano

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Bresciano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Giuseppe
  • INDIRIZZO Vicolo San Giuseppe, Brescia (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto proviene dalla quinta cappella destra, in origine dedicata a Sant'Antonio, dove Faino nel suo Catalogo dell chiese riverite in Brescia compilato tra il 1630 e il 1668 (citato in bibliografia nell'edizione di Boselli) segnala "lavori" di Girolamo Rossi. Successivamente il Paglia nella prima versione del Giardino delle Pitture, anteriore al 1676 (v. Prestini, 1989, p.88), vede nella cappella un Sant'Antonio abate e Sant'Antonio da Padova di mano, però, di Girolamo Romanino che deve essere spostata, mentre per l'undicesimo altare a destra annota che qui "anderà" l'altare di Sant'Antonio da Padova. Se non fosse, quindi, per quell'attribuzione al Romanino, le vicende relative allo spostamento del nostro dipinto sarebbero chiare: nel corso del secolo XVII passa dal quinto altare all'undicesimo destro. D'altra parte il Paglia nella seconda versione del Giardino, anteriore al 1713 (citato nell'edizione di Boselli del 1959), recupera l'attribuzione a Girolamo Rossi. A quest'epoca, comunque, il dipinto di cui parla Paglia è certamente il nostro che già Averoldo nel 1700 segnala nella cappella in capo alla navata destra come "Sant'Antonio abate e Sant'Antonio da Padova di mano del Palma il Giovane con l'aggiunta del Bambino da parte di un pittore poco esperto". Appare più opportuno, perciò, considerare lo spostamento del dipinto anteriore alla testimonianza di Averoldo. L'attribuzione al Palma rimane fissa fino al contributo di Morassi che, invece, propende per un "ignoto bresciano di inizio '600". In seguito sia Dorosini (1961) sia Prestini (1983) riprendono l'attribuzione a Palma che viene definitivamente abbondonata nel notevole volume del 1989 (Prestini, 1989, p. 170). Volendo definire un poco la figura dell'artista, autore del dipinto in esame, risulta che il dato più evidente è il forte richiamo alle opere di Antonio Gandino. Infatti la produzione dipinta da Gandino nel primo decennio del secolo offre al nostro anonimo la tipologia della figura di Sant'Antonio abate , quasi una ripresa del medesimo santo che compare nella Madonna con sant'Antonio abate e san Francesco (pubblicato in Baio, 1996, fig.2). Anche il morbido paesaggio sullo sfondo rimanda al Gandino, sebbene in una accezione più semplificata
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300149241
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2001
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1600 - 1610

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE