decorazione plastica, complesso decorativo - ambito lombardo (secc. XIII/ XIV)

decorazione plastica, 1284 - 1341

fronte cuspidata tripartita da due semicolonne che -insieme ai contrafforti angolari- sostengono tre arcate cieche a tutto sesto. Bifore e monofore, ornate da cordonature ed elementi fittili, si susseguono in registri alternati. Sulla sommità svettano tre pinnacoli a pianta ottagonale. Il fianco settentrionale è pienamente visibile solo in corrispondenza delle prime due campate, le altre sono occultate dal palazzo vescovile; la parte superiore è caratterizzata da un fregio ad archetti a tutto sesto intrecciati ed aggettanti. La prima campata è caratterizzata dalla presenza di una bifora cieca vicino al contrafforte sinistro; una seconda bifora è collocata in posizione centrale nel muro esterno della navata centrale. Nella seconda campata si riscontra invece la presenza di un'alta monofora centinata e di una bifora. Il fianco meridionale rispecchia la divisione interna in cinque campate, cui si aggiunge la base del campanile. Le finestre, in due registri, sono costituite da monofore e bifore. Nella terza campata si apre il portale laterale sovrastato da un oculo

  • OGGETTO decorazione plastica
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco di Candoglia/ scultura
    marmo/ scultura
    terracotta/ stampo/ modellatura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Bottega Comacina
  • LOCALIZZAZIONE Crema (CR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I pinnacoli vennero rifatti durante il restauro Arpesani (1913/16), ma senza rispettare le tracce degli originali (Cfr. Verga C. 1961, p. 169). Il Cambiè (1913, pp. 38-39) già evidenziava la mancanza dei pinnacoli e riferiva che il centrale cadendo (1578) aveva demolito parte del tetto e colpito il sacrista Oldo, uccidendolo. La chiesa di S. Maria Assunta, già documentata nel 1041, venne distrutta nel 1160 dai soldati cremonesi alleati di Federico Barbarossa; la ricostruzione, stando alla testimonianza di Pietro da Terno (Historia di Crema 570-1577, ed. 1964, pp. 127, 143), va collocata nell'arco temporale che va dal 1284 al 1341. Un precedente edificio ecclesiastico, intitolato a S. Maria della Mosa, sorse in questo stesso sito intorno al V secolo, per volontà dei cristiani rifugiatisi sul Dosso dell'Idolo (Cambiè 1913, p. 10). La costruzione venne poi ampliata prima dell'anno 1000, fino a raggiungere un'estensione simile a quella del Duomo. La bifora cieca nella prima campata del fianco nord risulta in posizione anomala, pichè in quel punto era situato il battistero di S. Giovanni, poi distrutto nel 1410 per volontà di Giorgio Benzoni (Zavaglio 1925, p. 19 Nota 1). Riguardo agli architetti che progettarono il Duomo di Crema le notizie sono molto scarse. Pietro da Terno (ed. 1964, p. 127) riferisce la presenza di una lapide nel primo arco del fianco sud ove erano scritti i nomi di "Giacopo de Gabiano et Gratio da Prato" magistri comancini attivi a Crema nel 1311. Questa lapide era già scomparsa all'inizio del XX sec. (Cambiè 1913/14, p. 17)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300142026
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2000
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2000
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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