Fanciulle al bagno. fanciulle al bagno
dipinto
ca 1509 - ca 1510
Luini Bernardino (1485 Ca./ 1532)
1485 ca./ 1532
Personaggi: giovani fanciulle
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ applicazione su tela/ pittura a fresco
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MISURE
Altezza: 135
Larghezza: 235
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ATTRIBUZIONI
Luini Bernardino (1485 Ca./ 1532)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca di Brera
- LOCALIZZAZIONE Palazzo di Brera
- INDIRIZZO Via Brera, 28, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Tutti gli affreschi della villa furono strappati e trasportati su tavola da Stefano Barezzi fra il 1821 e il 1822, su incarico della Commissione permanente di Pittura dell'Accademia di Belle Arti di Brera, destinandoli ad arricchire le collezioni della Pinacoteca (su tale vicenda cfr. M.T. Binaghi Olivari, in Pinacoteca di Brera 1988, pp. 268-271).Gli affreschi staccati dalla stanza denominata A nella pianta disegnata dal Beltrami ed illustrante il piano terra della villa (L. Beltrami, Luini 1512 - 1532. Materiale raccolto a cura di Luca Beltrami, Milano 1911p. 203) si ispirano secondo C. Quattrini ( 2004, p. 29) soprattutto al fortunato "Ovidio Methamorphoseos vulgare" di Giovanni Bonsignori, sia nella scelta degli episodi, che nella parziale ripresa di alcuni illustrazioni. Da questa stanza provengono sicuramente la scena della "Metamorfosi di Loti con Teseo e il fiume Acheloo" (identificata anche come la "Metamorfosi di Mirra o come "Apollo e Dafne e il fiume Peneo nella valle del Temple"), il sopracamino con "Famiglia di satiri che compie un sacrificio" e due frammenti probabilmente da identificare con "Priapo e Loti" e una "Ninfa".Il sopracamino giunse a Brera il 27 giugno 1822. Per C. Quattrini (2005, p. 29) l'Ovidio Methamorpheoseos Vulgare di Giovanni Bonsignori offre la chiave per decifrare alcune scene mitologiche affrescate nella Villa: il testo, caratterizzato da una contaminazione fra I Fasti e Le Metamorfosi di Ovidio fu stampato per la prima volta nel 1497 a Venezia da Giovanni Rosso per Lucantonio Giunta e riedito almeno sei volte fino al 1523. Le xilografie, che illustrano la prima edizione sono attribuite alla stessa bottega dell'Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna (1499) e rimpiegate in diverse edizioni successive. Proprio le illustrazioni dell' Ovidio Methamorpheoseos Vulgare sarebbero servite al Luini per la realizzazione di scene di diverso significato e per la rappresentazione simultanea di più storie distribuite fra il primo piano e il fondo ed in particolare per il soggetto di questo affresco, interpretata come "Metamorfosi di Mirra" da G. Mulazzani e come "Apollo, Dafne e il fiume Peneo nella Valle del Tempe" da M.T. Binaghi Olivari. Il testo di Buonsignori, infatti, rimaneggia e contamina passi delle Metamorfosi IX, 330 - 390) e dei Fasti (I, 415 - 440): fra le trasformazioni di donne in alberi narrate da Ovidio, oltre alla favola di Dafne e di Mirra, trovano una certa rispondenza con l'affresco di Luini quelle di Loti e di Driope, nel loro adattamento proposto dal Buonsignori. In particolare il volgarizzamento del Buonsignori, pur rifacendosi alla schema delle Metamorfosi, presenta rispetto ai testi di Ovidio diverse varianti: Loti, che nei Fasti è aggredita da Priapo durante il sonno, ma viene svegliata a tempo dal raglio diel'asino di Sileno, viene destata, nel testo cinquecentesco, dal raglio del sacerdote Argesto (personaggio no presente nel testo ovidiano) e trasformata in pianta: Driope, commossa dalla vicenda della ninfa, si era rifiutata di avere rapporti sessuali con il marito e finì per subire la stessa sorte. L'affresco proviene da una piccola stanza (B) della villa è stato letto dal Mulazzani come rappresentazione di 'Psiche che sta per entrare nel palazzo di Amore' dall' "Asino d'oro" di Apuleio; per Quattrini si potrebbe piuttosto mettere in connessione con la favola di Callisto, presente sia nelle 'Metamorfosi' sia nei 'Fasti'. Vi si narra la storia di una ninfa del seguito di Diana, violata da Giove e scacciata - al momento di immergersi nel bagno- quando le sue compagne si accorgono che è incinta; in seguito essa viene mutata in orsa per la gelosia di Giunone e tramutata da Giove in costellazione insieme al figlio Arcade. E' possibile che i personaggi di Callisto e Diana o di Callisto e Giove si trovassero in una posizione perduta dell'affresco e che siano rimaste le sole ninfe immerse nel laghetto. In alternativa, trattandosi di un contesto dominato dal tema della fertilità e della rigenerazione legato alle divinità di Pan e di Venere raffigurate nella stessa stanza, potrebbe trattarsi dell'episodio del bagno rituale in onore di Venere verticordia, celebrato dalle donne sposate, o in onore della venere intesa come Fortuna Virile, come descritto nei Fasti (IV, 133 - 136). Tuttavia in questo caso le figure femminili dovrebbero essere coronate di mirto. La perdita di una parte della composizione impedisce di arrivare ad una identificazione certa del soggetto; va comunque detto che il dubbio permane anche nel caso di altri dipinti rinascimentali raffiguranti bagnanti immerse nel paesaggio
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300097777-6
- NUMERO D'INVENTARIO Reg Cron. 5529
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- DATA DI COMPILAZIONE 2006
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0