gradino, elemento d'insieme - bottega lombarda (sec. XVII)
gradino,
1600 - 1699
I due mezzi gradini terminano da un lato a smusso, dall' altro con un quarto di cerchio; sono spartiti in tre parti da elemnti verticali aggettanti e presentano, al di sotto della cornice a baccellature, su un fondo fittamente decorato dai soliti motivi, undici inserti in pietre dure di vari colori, dimensioni e contorni. Sul bordo inferiore, liscio, sono applicati dei motivi vegetali coricati
- OGGETTO gradino
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MATERIA E TECNICA
argento/ cesellatura/ sbalzo
LEGNO
PIETRA DURA
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MISURE
Profondità: 12
Altezza: 19
Larghezza: 127
- AMBITO CULTURALE Bottega Lombarda
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Collegio della Guastalla
- INDIRIZZO viale Lombardia 180, Monza (MB)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L' inventario del 1768 (Arch. Antico, 81, Amministrazione) cita, fra l'argenteria di proprietà del collegio, un "Palio d'Argento di pastiglia", una "cornice del suddetto", due "Modiglioni laterali dell' Altare" e due "Gradini con Pietre legate in Arg. to". Nel 1796 l'argenteria del collegio viene portata alla Zecca per essere fusa come contributo alle spese militari e nella nota dei pochi argenti lasciati per il servizio della chiesa non compare il paliotto (Arch. Moderno, 58, Oratorio...), che non viene citato nerrmeno nell'inventario del 1797 (Arch. Moderno, 57, Mobiliare...). Nel 1831 viene chiesto al Marchese Luigi Cagnola, che allora faceva parte del consiglio di Amministrazione del collegio, il disegno per un tabernacolo in bronzo dorato destinato all' altare della chiesa del collegio (cfr. scheda 0300070815); nella richiesta inoltrata all'I.R. Direzione Generale delle pubbliche costruzioni si precisa che questo disegno deve essere" in corrispondenza dell'altare tutto d'argento di antica donazione della Sig.ra Lerma Visconti (Arch. di Stato di Milano, Fondo Studi, p. m., cart .144). Nel contratto dell' anno successivo fra il Cagnola e il fonditore Pietro Thomas si specifica che saranno conteggiate a parte le spese per adattare al nuovo tabernacolo" la guarnizione d'argento applicata ai gradini in tempo di solennità" (Arch. Mod., 58, Oratorio..). Questa modifica appare tuttora evidente all'esame dei due mezzi gradini: in corrispondenza dell'estremità curvilinea risulta diversa la parte in legno retrostante cui anteriormente è applicata una giunta d'argento che si rifà con precisione al resto della decorazione. Nell' inventario del 1845 (Arch. Mod. , 57, Mobiliare...) ricompare la citazione del pallio d'argento con i due gradini; in quello del 1892 (Registro 63) viene specificata anche la presenza di un gradino lungo con venticinque pietre dure (cfr. scheda 0300070964). Per quanto riguarda la committenza dell' opera, citata del documento del 1831, si può far risalire a Caterina Visconti, figlia di Teobaldo, conte di Gallarate e marchese di Cislago, Toson d'Oro; la nobildonna, dopo essersi ritirata per un breve periodo nel Collegio della Guastalla, ne uscì per sposare lo spagnolo Giuseppe Lerma, che nel 1666 risulta Commissario Generale delle fortificazioni (LITTA, XVIII, 1838 tav.XVIII) Nel testamento della Visconti del 1712, con cui nomina erede universale il Capitolo del Duomo, viene sottolineato uno stretto legame affettlvo con il Collegio della Guastalla, al quale riserva un legato (Fabbrica. del Duomo, Arch. Stor.,55, capo V, lettera D.S. XVIII,61). Si può perciò verosimilmente ipotizzare che la donazione del paliotto d'argento sia avvenuta in un periodo situabile nella seconda metà del sec. XVII. I rilievi raffigurati nel frontale non forniscono ulteriori notizie: quello centrale con la Natività della Vergine è legato al titolo della chiesa del collegio, quello di sinistra raffigura lo stemma Torelli, appartenente alla famiglia della fondatrice (G.B.CROLLANZA, Dizionario storico - blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti, III, Bologna, s.d., p.29); quello di destra con la scritta "LA MIA SCORTA NON ERRA" non è citato nei più noti repertori araldici.I caratteri stilistici dell'importante manufatto sono ancora legati ai canoni del classicismo cinquecentesco nell'impaginazione squadrata della fronte e nei motivi formali e decorativi. Lo stato attuale degli studi sull'argenteria lombarda secentesca non consente confronti atti a stabilire una maggiore precisazione cronologica e l'identificazione della bottega di provenienza
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
detenzione mista pubblica/privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300070855-6
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- DATA DI COMPILAZIONE 1986
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0