L'ostensorio poggia su un supporto ligneo. La base è dodici lati con spigoli decorati a mascheroni. nelle specchiature della base si alternano smalti bassorilievi in argento cesellato raffiguranti profeti. Sei cornucopie raccordano la base al nodo. Esse hanno origine al di sotto del nodo, con un ricciolo da cui pendono fiori d'argento con coralli e terminano con angeli musicanti a mezzo busto che sporgono dall'imboccatura. Nelle specchiature determinate dalle cornucopie sono, in un'unica campitura di smalto, figure stanti reggenti cartigli in un paesaggio solacto da un corso d'acqua. Nodo esagonale, suddiviso in sei riquadri separati da candelabre: in ogni riquadro la figura a mezzobusto di un profeta o personaggio biblico. Sopra il nodo, sono sei putti a tutto tondo reggenti ciascuno una cornucopia sormontata da una sferetta di corallo ed uno scudo rosso: alle loro spalle, decorazione a smalto con figure di evangelisti seduti. Il tempietto è sorretto da sei grande volute ricoperte di smalti policromi, tra le quali sono appesi festoni in argento e in corallo. Il tempietto è a pianta centrale, con base sagomata a 12 lati; sei pilastri, collegati da archi, reggono la cupola. Su plinti, addossate a pilastri, sono 12 satuette a tutto tondo raffiguranti santi, reggenti ciascuno
- OGGETTO ostensorio
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MATERIA E TECNICA
corallo rosso
argento/ cesellatura/ doratura/ fusione
LEGNO
- AMBITO CULTURALE Bottega Lombarda
- LOCALIZZAZIONE Lodi (LO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'ostensorio fu donato alla cattedrale di Lodi dal vescovo Carlo Pallavicino il 15 giugno 1495, come attesta l'atto originale conservato nell'Archivio Capitolare. Il canonico Cesare Sacco, nell'orazione di ringraziamento, sostiene che in quest'opera "materiam superat opus": e ancora il sacco informa che la valutazione in moneta corrente era di 30.000 scudi, cifra - come rilevarono i cronisti successivi - assolutamente iperbolica. L'ostensorio è descritto dal Gabiano (1586), ed è segnalato nel XVI secolo da Defendente Lodi. Il Porro (sec. XVII) lo riteneva di fattura nordica, ipotizzando un viaggio in Germania del vescovo Pallavicino. Il Ciseri (1732) ne ribadiva invece l'origine lombarda, anzi bresciana. Malaguzzi Valeri (1917), concentrando l'analisi sulla parte superiore, lo attribuiva alla scuola dell'Amadeo, collegandolo inoltre ad una serie di oggetti già indicati da E. Bertaux (1908, in "Gazette des Beaux-Arts") in relazione al reliquiario di Gandia. Un cenno all'ostensorio è in uno scritto di E. Berti Toesca (1932), nel quale viene avvicinato alla base del cosiddetto "Calvario di Mattia Corvino". I successivi contributi di M. Accascina (1934 e 1935) e G. Rosa (1956) confermano le conclusioni del Malaguzzi Valeri. Unica voce discorde è quella di E. Arslan (1963), che ha spostato la tradizionale attribuzione a maestranze lombarde su Siena, tramite il confronto con il Reliquiario delle Spine (Padova, Tesoro del Santo). Di recente, hanno ripreso la proposta tradizionale la Zilocchi (1989), che prpende per una esecuzione in terra bresciana e la Bandera Bistoletti (1989) che ne sottolinea i legami con la cultura milanese. Secondo la Bandera Bistoletti (1989) gli smalti della base sono avvicinabili ai modi di Giovan Pietro Birago
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300048177A-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- DATA DI COMPILAZIONE 1978
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1990
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0