Annunciazione

dipinto,

Personaggi: Maria Vergine; San Michele Arcangelo; Dio Padre. Figure: angeli. Simboli: (Spirito Santo) colomba. Fiori: giglio. Decorazioni: candelabre

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ applicazione su tela
  • ATTRIBUZIONI De Mottis Agostino (notizie 1485-1493)
  • LOCALIZZAZIONE Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Puccinelli (1655) scrive che la decorazione di questa cappella fu compiuta nel 1486 su commissione del parroco di S. Barnaba, il canonico lateranense Leonardo Serrata di Vercelli, che qui fu sepolto nel 1487. Tuttavia nel 1572 la cappella fu concessa dai monaci in proprietà a Soncino Secchi Spagnolo e nel 1574 fu dotata dal fratello Jacopo Secchi. Assai controversa è stata l'attribuzione di questo ciclo: il Mongeri (1872) parla di Montorfano giovane; il Malaguzzi Valeri (1902) propende per un'altra mano e più debole, quindi (1907) per uno scolaro del Foppa, il Salmi (1929) per uno scolaro del Butinone. La Wittgens (1949) fece il nome di Pietro da Cemno, mentre la Ferrari (1956) parla di un altro "maestro" distinto dal pittore camuno. Infine la Bossaglia (1951-52), sulla traccia dell'Arslan (1949) che vedeva questi affreschi molto prossimi al veronese - "pittore del cespo di garofano" - ravvisava di quattro mani per lo più con influenze veronesi e venete e soltanto nella volta una mano decisamente lombarda. Da tutti gli studi risulta che questo pittore ha presente il Foppa soprattutto per il colore e il Butinone. I suoi modi tipici sono indubbiamente gli stessi del pittore che affrescò nella medesima chiesa la cappella di San Benedetto, dove sono tutt'ora visibili frammenti di angeli musicanti dal Salmi (1928) attribuiti giustamente ad Agostino de' Mottis, sulla base dell'affinità con le vetrate del Duomo di Milano e della Certosa di Pavia: è però altrettanto innegabile che l'autore della superstite vetrata pavese, coi Santi Gervaso e Protaso, è lo stesso del S. lorenzo, dei Santi Martiri nel sottarco, di non pochi altri personaggi delle due grandi composizioni parietali e delle Sante della volta (cfr. scheda nn. 0300041371, 0300041372, 0300041377). Sembra indubbio che il ciclo di questa cappella debba assegnarsi al De Mottis. Inoltre la data documentata, 1486, risponde appieno al suo linguaggio: colore foppesco e stilismo butinoniano mescolati alle innamovibili desinenze di rimembranza gotica e incrociati altresì con elementi bramanteschi (Mazzini-dell'Acqua, 1965). L'opera è citata anche da Aldrighi, La chiesa di S. Pietro in Gessate, tesi di laurea, Univ. Statale di Milano, relatore D'Ancona, A.A. 1935-36)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300041376
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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