San Pietro e San Paolo

rilievo, 1290 - 1310

Entro due nicchiette chiuse da archetti trilobati, S. Pietro e un altro apostolo con spada e libro

  • OGGETTO rilievo
  • MATERIA E TECNICA pietra/ intaglio/ scultura
  • MISURE Diametro: 226
    Altezza: 684
    Larghezza: 82
  • AMBITO CULTURALE Bottega Lombarda
  • LOCALIZZAZIONE Varese (VA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il fonte, scolpito in un solo pezzo (da notare come si possano seguire di pannello in pannello i diversi gradi di lavorazione, dai due appena intaccati, via via fino al più elaborato) rappresenta un singolare esempio di scultura lombarda ("anello di congiunzione tra la plastica campionese di più immediata suggestione antelamica e quella delle prime opere trecentesche" come lo definì il Baroni) cronologicamente collocabile, secondo gli studi più recenti (Gampaolo, Reggiori, Dell'Acqua) fra la fine del sec. XIII e gli inizi del sec. XIV, all'epoca in cui, terminata la fase di ricostruzione dell'edificio, si passò a quella decorativa. Dello "smisurato avello" (Sormani, 17289, abbiamo le prime notizie storiche nella Cronaca Varesina del Tatto che, all'anno 1617, così scriveva "(...) Non si deve tralasciare di dire che il Battistero che in detta Giesa è di preda co' molte figure di santi, essa preda è tuta de uno pezzo, cosa de importanza et notabile et forse nel Stato di Milano no' vi ne è un'altra". Con l'evidente intenzione di nascondere i lati incompiuti, fi dapprima appoggiata nell'angolo destra dell'aula, poi a sinistra: l'attuale collocazione, al centro del battistero, risale soltanto al 1880, nonostante che già dal 1612, il Card. Federrico Borromeo ne aveva sottolineata l'importanza e ordinato lo spostamento in tale posizione. Per quanto concerne la sua datazione, specialmente nel secolo scorso il fonte suscitò vivaci polemiche: il Barelli (presidente della commissione archeologica della provincia di Como dell'epoca dei restauri del 1880) sosteneva che il fonte doveva essere già all'interno dell'edificio prima della sua ricostruzione in quanto riteneva insiegabile il suo passaggio ndata la mole attraverso la porta; il Brambilla (18729 gli rispondeva, giustamente, che poteva benissimo essere stato introdotto di sbieco. Infine, secondo l'opinione riferita dal Peluso (1880), il fonte poteva essere si preesistente all'edificio ricostruito nel sec. XIII, ma liscio, senza alcuna decorazione e solo più tardi, ossia all'epoca della ricostruzione stessa, scolpito ed elaborato. Durante i restauri degli anni 1948- 1950, fu riscoperta, a circa cm. 75 di profondità sotto il calpestio, un'antica vasca per il battesimo ad immersione, appartenente al primitivo edificio del sec. VIII (vedi Reggiori, p. 44)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300041257-4
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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