pie donne al sepolcro

decorazione pittorica,

Personaggi: pie donne; Cristo; Maddalena

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • ATTRIBUZIONI Campi Giulio (attribuito)
    Campi Antonio (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Difficile dare un'attribuzione precisa a questi affreschi, vengono infatti attribuiti dal Torre (1714) a Giulio Campi, mentre altre guide, Bianconi (1787), Bossi (1818), Caselli (1827), Pirovano (1829) li considerano opera del fratello minore Antonio. E' certa la collaborazione tra i due fratelli, attivi certamente a Milano tra il 1549-1565 nel presbiterio di S. Paolo Converso e negli Annali della Fabbrica del Duomo, come idonei alla costruzione delle ante dell'organo. Esiste anche alla Passione una Crocefissione, su tavola, datata 1560 e firmata da Giulio,fino ai primi del novecento appesa in questa cappella. Anche Zamboni (1974) attribuisce la paternità della volta a Giulio considerandola, senza prove doumentarie, dipinta nel 1565. D'altra parte esiste un retrocoro di S. Maria presso S. Celso una volta affrescata attribuita ad Antonio, datata 1558 e del tutto simile a questa. La gamma aromatica risente in modo particolare di Camillo Boccaccino (cfr. affreschi di S.Sigismondo a Cremona); mentre le scene ricordano anche Altobello Melone (cfr. affreschi della navata centrale nel Duomo di Cremona). Considerato fino ad oggi opera dei fratelli Giulio ed Antonio Campi, l'intero ciclo degli affreschi, per le caratteristiche grafiche del disegno viene attribuito da G.Bora (1977) a Carlo Urbino(Crema ? - dopo 1585), basandosi su un disegno (recante tuttavia sul verso un'antica attribuzione ad Antonio Campi), a penna e matita, conservato agli Uffizi di Firenze (n.213 F), raff."Studio per la Maddalena ai piedi di Cristo" (recto); schizzo per un monumento funebre e per una cariatide. Si tratta del progetto pressocché definitivo per l'affresco della cappella Taverna. Secondo lo stesso Bora vi si riscontrano gli stessi caratteri stilistici e i motivi (come gli angeli con gli strumenti della Passione) o in un dipinto raff. La Veronica di S. Maria della Croce a Crema, oltre a numerosi disegni dell'Ambrosiana senz'altro suoi (Cod.F254 Inf. n.1331 e F.255 Inf.n.2317) e le incisioni, realizzate su suoi disegni del "Trattato di scientia d'arme" di C.Agripppa. Altre stringenti analogie si possono rilevare con un disegno e due tavolette del Museo di Cremona, fra cui una Resurrezione di Lazzaro, assai prossima a quella della Passione senz'altro dell'Urbino. L'attribuzione viene confermata da S.Gatti (1977) con un documento di recente rinvenuto all'Archivio di Stato di Milano in cui l'Urbino viene indicato come il vero autore degli affreschi. Infatti nell'Elenco dei "Creditori diversi alla heredità dell'Illustrissimo gia signor conte Cesare Taverna", morto nel 1569, é nominato infatti anche"messer Carlo Urbino pittore che ancora deve avere, secondo la sentenza emessa il 1 luglio 1562; si ricava che fu lo stesso Gran Cancelliere Francesco Taverna, morto nell'agosto 1560, ad affidare l'incarico all'Urbino e a pagargli la prmma rata, il che situa con probabilità verso il 1559/60 l'esecuzione degli affreschi. Notevole interesse storico la scelta dei quattro artisti ( di un quinto è taciuto il nome chiamati dal vicario per stimare l'opera dell'Urbino: Bernardino Campi, Cesare Pusterla, Melchiorre Lampugnani e Gian Pietro Mariani
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300029181
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1976
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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