L'affresco, fortemente lacunoso nella zona inferiore, è diviso in due scene principali, inquadrate entro un'edicola architettonica dipinta con fregi di candelabre (nelle lesene) delfini stilizzati (architrave), motivi nastriformi, elementi vegetali stilizzati, teste di cherubini (cornice della lunetta); nella cimasa, entro volute contrapposte, sono raffigurati due pellicani (emblemi di Cristo); lo scomparto inferiore, di formato rettangolare, molto deteriorato in alto e completamente abraso in basso, presenta tre figure a stento leggibili: tre Santi, di cui quello centrale con libro aperto; i colori sono pressoché totalmente scomparsi. Al di sopra, entro lunetta, è raffigura la Pietà: in primo piano il sarcofago col sudario bianco, dietro il Cristo morto drappeggiato di bianco, sorretto a destra dalla Vergine, in manto azzurro, e a sinistra da San Giovanni, in veste verde con manto lilla e lunghi capelli biondi

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LOCALIZZAZIONE Melzo (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE A destra e a sinistra della lunetta, entro oculi, sono raffigurati Santi Carmelitani, in tonaca bianca " mezzo busto": a sinistra il Santo ha il capo e il dorso trafitto da pugnali, il petto ferito, e regge un libro e la palma del martirio " a destra il Santo regge un libro di colore rosso. L'affresco, posto a destra dell'ingresso, è assai deteriorato: lacune in alto e in basso, colori molto pallidi, superficie segnata, crepe. II pendant dell'affresco di cui a scheda (03/ 00023673)Notizie storico-critiche:Pur nel presente cattivo stato di conservazione, emerge la notevole qualità dell'affresco, di impostazione prettamente rinascimentale nell'impianto prospettico della lunetta e nei motivi decorativi di ispirazione classica; è accostabile all'altro, ben più deteriorato, di cui alla scheda ( ). Non sono più reperibili attualmente documenti e atti a illuminare gli affreschi della chiesa, appartenente ai Carmelitani fino alla soppressione del Convento avvenuta nel 1770; già nel 1769 l'allora Priore Claudio Densi deplorava, in una Memoria, la perdità delle scritture più antiche, e ricordava tra i documenti più vecchi custoditi nell'Archivio carte della prima metà del XVI secolo, senza peraltro alcuna attinenza diretta con gli affreschi (testamenti e esenzioni fiscali), e comunque oggi disperse. Alla prima metà del sec. XVI gli affreschi di cui alle schede (03/ 00023671-03/ 00023673) possono essere riferiti per i caratteri stilistici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300023671
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1976
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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