Motivi decorativi geometrici

pettine,

Pettine di legno con dieci rebbi e manico a forma romboidale. L'intera superficie del pettine, ad eccezione dei denti, è decorata con sottili linee incise a formare dei motivi geometrici. La parte frontale è stata tinta con un colore rosso violaceo, ormai molto sbiadito

  • OGGETTO pettine
  • AMBITO CULTURALE Ambito Africa Orientale
  • LOCALIZZAZIONE Castello di Racconigi
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sin dall’inizio dell’era del colonialismo moderno, nel XVI secolo, viaggiatori ed esploratori dimostrarono interesse nel raccogliere e collezionare oggetti prodotti nei paesi che visitavano. Destinati inizialmente ad essere esposti nelle Wunderkammer, nelle quali personaggi facoltosi dell’alta società europea mettevano in mostra le “artificialia” prodotte da popoli lontani, divennero poi oggetto di studio da parte degli etnografi. Che fosse per studio o per diletto i collezionisti non erano interessati solo ai cosiddetti “curiosa”, artefatti particolari il cui uso era ignoto agli europei e che venivano quindi percepiti come frutti di un ingegno esotico, ma anche agli oggetti di uso quotidiano prodotti presso le culture altre. Considerati testimonianze della vita di popolazioni “primitive” e di uno stadio dello sviluppo umano antecedente a quello moderno, tali artefatti erano preziose fonti di informazioni per gli studiosi e interessanti suppellettili esotiche per i ricchi collezionisti. Ben presto si sviluppò un florido mercato per tali oggetti, prodotti talvolta appositamente per essere venduti agli stranieri e in molti altri casi creati originariamente dalle popolazioni locali per il proprio consumo e poi acquistati dai visitatori di passaggio. Nati per l’uso quotidiano e divenuti articoli da collezione, i manufatti delle popolazioni extra-europee compirono un passaggio simbolico attraverso il quale guadagnarono lo status di oggetti pregiati, degni di essere donati a persone di spicco in occasioni importanti. La presente opera rientra perfettamente in questa categoria di artefatti. Si tratta, infatti, di un pettine di legno in suo in Africa sin dall’epoca dell’antico Egitto. Con i denti lunghi e ben separati, ha la forma ideale per il trattamento dei capelli di molte popolazioni africane. Presso numerosi gruppi in tutta il continente e nelle comunità diasporiche, la cura dei capelli ha sempre ricoperto un ruolo di grande importanza culturale. Di conseguenza i pettini, indispensabili per curare i capelli di uomini e donne in modo adeguato, ma anche per creare le intricate pettinature che identificano certi gruppi e famiglie, sono considerati oggetti di grande valore simbolico. In molte società africane, sia antiche che contemporanee, il pettine è un emblema dello status sociale di chi lo possiede, è legato a credenze religiose e, in determinati contesti, assume proprietà rituali. I manici sono spesso decorati con motivi che fanno riferimento al mondo naturale e spirituale. Talvolta sono anche arricchiti da materiali pregiati. Negli anni Sessanta del Novecento il pettine divenne uno dei simboli della resistenza e dei movimenti afro-americani, assumendo significati identitari e di presa di posizione politica. Ad oggi rimane uno degli oggetti che meglio rappresentano la cultura africana della diaspora e le lotte per i diritti civili delle popolazioni afrodiscendenti. Confrontando numerosi esemplari custoditi nei musei di tutto il mondo, gli studiosi sono giunti alla conclusione che nel corso dei millenni lo stile costruttivo e decorativo dei pettini sia cambiato ben poco, quasi per nulla. Ciò rende molto difficile individuare il possibile periodo di produzione di un singolo artefatto. Seppur in mancanza di documentazione puntuale, si può ipotizzare che il pettine in questione sia stato acquisito da uno dei membri della famiglia reale di Savoia durante uno dei tanti viaggi che compirono in Africa. In alternativa potrebbe essere stato portato in Italia da una delegazione diplomatica del continente e dato in omaggio ai Reali. L’opera faceva parte di una panoplia, collocata lungo la parete di un corridoio del Castello, composta da 32 oggetti e smontata durante la schedatura (2018) per permettere una migliore conservazione delle opere. La realizzazione della panoplia è attestabile attorno al secondo quarto del secolo XX. Tale scelta espositiva si rifà alla retorica di Regime secondo la quale esporre oggetti "coloniali" o generalmente di civiltà extra-europee, oltre a soddisfare un certo spirito di curiosità, era un modo per celebrare e esaltare l'arte e l'ingegno della cultura italiana, immensamente superiore, secondo la visione dell’epoca, rispetto a quella di altre popolazioni. Il pettine è attualmente compreso in un corpus di oggetti extra-europei ricevuti in omaggio dai membri della famiglia reale di Savoia durante i loro viaggi, o offerti da delegazioni diplomatiche in visita in Italia. La consolidata tradizione di scambiarsi doni diplomatici tra monarchi, autorità religiose e capi di Stato è attestata sin dai tempi dell’antico Egitto e tutt’oggi risponde allo scopo di favorire, assicurare e mantenere buoni rapporti tra le parti. I doni, che assumono un valore, oltre che monetario, anche spiccatamente simbolico, sono spesso scelti in quanto rappresentanti l’essenza della Nazione o dell'istituzione che li offre. Si tratta infatti sovente di opere di artigianato, esempi di abilità manifatturiera, beni di lusso e artefatti di importanza storica realizzati con materiali locali. Attraverso l’esibizione di tali doni i dignitari promuovono la propria cultura e la propria patria ai livelli più alti delle pubbliche relazioni
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100450845
  • NUMERO D'INVENTARIO R 7033/28
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE