Decorazioni e simboli
Quadro
Giuseppe Zogbi (attribuito)
1878-1964
Quadro di madreperla finemente intagliata su base di legno. Realizzato da Giuseppe Zugbi e donato dai Francescani della Sacra Custodia a Sua Altezza Reale Umberto II di Savoia, recatosi in visita in Terra Santa nell’aprile del 1928
- OGGETTO Quadro
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MATERIA E TECNICA
INCHIOSTRO
legno, intaglio
madreperla/ intaglio/ incisione
METALLO
- AMBITO CULTURALE Ambito Betlemita
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ATTRIBUZIONI
Giuseppe Zogbi (attribuito): incisore
- LOCALIZZAZIONE Castello di Racconigi
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il presente quadro, fu realizzato da Yousef Zougbi (italianizzato in Giuseppe Zogbi nell’iscrizione sul retro). La famiglia Zougbi era nota a Betlemme per la sua attività artigianale fondata da Issa Mikhael Zougbi e portata avanti dai figli, in particolare da Yousef e Bishara, particolarmente ferrati nell’arte della lavorazione della madreperla. Il lavoro dei due fratelli riscosse molto successo, tanto che ricevettero numerosi riconoscimenti a livello internazionale. Specializzati nella realizzazione di modelli di grandi dimensioni, si dedicavano in particolare alla riproduzione di stemmi di nazioni o famiglie reali da donare a dignitari stranieri in visita in Terra Santa. L’attività della famiglia Zougbi a Betlemme proseguì fino agli anni Settanta del Novecento, quando fu definitivamente chiusa. L’industria della madreperla ha origini molto antiche: nell’età del bronzo era già diffusa in Cina, India e nell’estremo oriente. In Medio Oriente se ne trovano tracce risalenti all’epoca degli antichi egizi, i quali raccoglievano la materia prima nel mar Rosso. Sin dal XIII secolo i facoltosi pellegrini cristiani che si recavano in Terra Santa erano soliti acquistare e portare con sé in patria dei souvenir, molti dei quali erano realizzati in madreperla. Dalla fine del XVII secolo poi, con la presenza dell’ordine di San Francesco d’Assisi a Gerusalemme e il conseguente maggiore afflusso di pellegrini, gli artefatti in madreperla acquisirono sempre più valore commerciale. La manifattura vide un considerevole sviluppo nel XIX e XX secolo, a seguito dell’aumento del flusso di turisti e pellegrini dovuto alla relativa stabilità delle relazioni tra il Medio Oriente e l’Europa. Se fino a quel momento questa forma d’arte era stata appannaggio di maestri provenienti in particolare da Genova e da Damasco, dal 1850 circa anche numerosi artigiani palestinesi aprirono le loro botteghe. Nei cento anni seguenti la lavorazione della madreperla si sviluppò grandemente e venne impiegata per produrre svariati tipi di artefatti: da semplici souvenir quali crocifissi, scatole e icone destinati ai turisti, a grandi opere realizzate su commissione per personaggi facoltosi. In questo caso il quadro fu commissionato dai francescani della Sacra Custodia come omaggio per Umberto II di Savoia in visita in Terra Santa. In data 6 aprile 1928 il Principe fu accolto dai Francescani per una colazione presso il Convento di San Salvatore e dopo il pasto gli venne presentato in dono il quadro di madreperla. Sul Corriere della Sera del 7 aprile 1928 si racconta così la vicenda: «Dopo il silenzioso pasto, il Custode ha fatto accomodare il Principe sul cosidetto Divano, vera seppure modesta sala del Trono, ove la potente Custodia riceveva le ambascerie e i pellegrini. Le conversazioni hanno ripreso sebbene riguardose. Il Custode ha presentato a Umberto di Savoia un quadro di madreperla scolpita a tutto rilievo raffigurante la Pentecoste tra vedute di Gerusalemme, ingenuo e caratteristico lavoro di questi paesi, opera di un Greco di Betlemme di religione scismatica; oltre a ciò, alcune corone, crocifissi e medaglie per la Famiglia Reale» (Corriere della Sera, anno 53, n°84). L'opera fa parte di un corpus di oggetti extra-europei ricevuti in omaggio dai membri della famiglia reale di Savoia durante i loro viaggi, o offerti da delegazioni diplomatiche in visita in Italia. La consolidata tradizione di scambiarsi doni diplomatici tra monarchi, autorità religiose e capi di Stato è attestata sin dai tempi dell’antico Egitto e tutt’oggi risponde allo scopo di favorire, assicurare e mantenere buoni rapporti tra le parti. I doni, che assumono un valore, oltre che monetario, anche spiccatamente simbolico, sono spesso scelti in quanto rappresentanti l’essenza della Nazione o dell'istituzione religiosa che li offre. Si tratta infatti sovente di opere di artigianato, esempi di abilità manifatturiera, beni di lusso e artefatti di importanza storica realizzati con materiali locali. Attraverso l’esibizione di tali doni i dignitari promuovono la propria cultura e la propria patria ai livelli più alti delle pubbliche relazioni
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100450801
- NUMERO D'INVENTARIO R 7670
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- ISCRIZIONI Parte inferiore del quadro, posizione centrale - A.S.A.R. UMBERTO DI SAVOIA – PELLEGRINO IN TERRA SANTA. I RELIGIOSI FRANCESCANI DELLA SACRA CUSTODIA A PERENNE RICORDO DELLE SOAVI CONSOLAZIONI DEVOTAMENTE OFFRONO. GERUSALEMME 6 APRILE 1928 - Giuseppe Zogbi - stampatello maiuscolo - a pennello - italiano
- STEMMI Riquadro interno, al centro del lato sinistro - reale - Stemma - stemma dell'Ordine francescano - Stemma dei Savoia con croce d’argento su fondo rosso, sormontato da un elmo reale dorato, ornato di un cercine e di svolazzi d'oro e di azzurro, cimato con la corona di ferro. Lo scudo è sostenuto da due leoni rampanti e fregiato con la grande collana dell'ordine supremo della SS. Annunziata. Il tutto posto sotto un padiglione di porpora bardato d'un gallone e frangiato d'oro, soppannato d'ermellino, col colmo di tela di argento ricamato a lingue di fuoco d'oro moventi dal lembo superiore e a fiamme alternate d'oro e di rosso nella parte inferiore, con un drappellone, intagliato a forma di vaii, di velluto azzurro, gallonato e con fiocchi d'oro; questo padiglione cimato della corona reale
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0