La scuola delle merlettaie cieche. merlettaie cieche

dipinto,

L'interno, nel quale domina un severo controllo della gestualità, presenta una serie di figure femminili sedute, impegnate a ricamare "a filet", a lavorare a tombolo e ai ferri mentre altre due donne, un'anziana maestra ed una giovane fanciulla cieca aiutano il lavoro manuale di un'apprendista. L'ambiente nel quale si svolge la scena è essenziale nei particolari dell'arredo: quattro tipologie di merletto sono sotto cornice e vetro appese alla parete accanto ad un almanacco in codice braille. Nella stanza, con pavimento in cotto napoletano che presenta un lieve dislivello strutturale, c'è una luminosità intensa che direttamente dalla fonte della finestra si riflette sui punti-chiave dei battenti e pervade i volti e le vesti delle fanciulle sedute

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ doratura
    tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Toma Gioacchino (1836/ 1891): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Abitazione Amosso Claudio
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Riscoperto in occasione della mostra retrospettiva dedicata all'artista nel 1954, il dipinto è stato ritenuto unanimemente dalla critica contemporanea uno dei dipinti più rappresentativi dell'arte di Gioacchino Toma. La costruzione luministico-cromatica dell'intera composizione, il controluce, la purezza delle forme studiate con un rigore volto al recupero della prospettiva lineare quattrocentesca, fa ritenere tale dipinto un punto di arrivo sostanziale della sua ricerca figurativa. Infatti, quest'opera ci rimanda, per omogeneità di carattere stilistico-compositiva, a due dipinti della maturità tomiana: "La Sanfelice in carcere", nelle due versioni del 1874 e 1877 (del museo di Capodimonte e della G.N.A.M) e nel dipinto de "Le due madri", sempre del 1874. "Le merlettaie cieche" trova motivi di confronto con la ricerca purista svolta in quegli anni da Marco De Gregorio e Adriano Cecioni, nell'ambito della Scuola di Resina e, nell'ambito macchiaiolo, da Silvestro Lega (cfr. "Il canto dello stornello").R.Causa, Gioacchino Toma, in "Bollettino d'Arte", XL, gennaio-marzo 1955, p. 48; E.Crispolti, Appunti per due tele di Gioacchino Toma, in "Emporium", LXIV, CXXVII, n. 2, febbraio 1958, pp. 55-63; R.Causa, Gioacchino Toma, Bari 1975, pp. 7-19; M.Picone Petrusa, La pittura dell'Ottocento nell'Italia meridionale dal 1848 alla fine del secolo, in La Pittura in Italia. L'Ottocento, Milano 1991, vol. II, pp. 429-520, 1043-1044; L.Martorelli, Gioacchino Toma: "Elegia della provincia" o aspirazione ad una cultura nazionale, in B.Mantura e N.Spinosa (a cura di), Gioacchino Toma 1836-1891, catalogo della mostra di Spoleto, Napoli e Lecce, Milano 1995, in particolare pp. 19-27
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100211727
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • DATA DI COMPILAZIONE 2007
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
    2023
  • ISCRIZIONI in basso a sinistra - G Toma 1872 - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Toma Gioacchino (1836/ 1891)

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'