velo di calice, opera isolata - manifattura francese (?), manifattura italiana (?) (seconda metà sec. XVIII)

velo di calice, 1770 - 1780

Il velo è confezionato con un pannello di pekin liseré broccato: sullo sfondo ecru, diviso in bande in cannellato, delimitato da un sottile bordo color celeste, e in taffetta illuminato da orditi supplementari in argento lamellare, si snoda una teoria di rametti fioriti disposti a meandro, posto fra una banda in oro lamellare, intorno alla quale si avvilupa un racemo fronzuto, eseguito con la tecnica del liseré e ghirlande di fiori decorate da fiocchi. Il disegno è eseguito con trame broccate color verde, marrone, crema, amaranto, rosso, bianco e oro lamellare. Il manufatto è foderato con un pannello di diagonale di seta celeste.Lungo il bardo è posto un gallone in oro filato e seta gialla, decorato con quadrifogli intervallati da un nastro spiraleiforme

  • OGGETTO velo di calice
  • MATERIA E TECNICA filo di seta/ lavorazione a telaio
    filo dorato/ lavorazione a telaio
    seta/ broccata
    seta/ diagonale
    seta/ liseré
    seta/ pékin
  • MISURE Altezza: 49
    Larghezza: 48
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Francese Manifattura Italiana
  • LOCALIZZAZIONE Mondovì (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Fin dagli anni Settanta del Settecento ai ricchi e sontuosi tessuti serici, carichi di trame e orditi supplementari, nei quali si assiste a esasperate ricerche di testurizzazione ed ottiche, come illustra, solo per citare un esempio, la pianeta conservata a Montecassino (R. Orsi Landini (a cura di), I tesori salvati di Montecassino. Antichi tessuti e paramenti sacri, catalogo della mostra di Montecassino, Ascoli Piceno 2004, p. 127, scheda n. 52 di M. P. Pettinau Vescina; si ricorda che una pianeta simile è conservata a Cravagliana, F. Fiori, I paramenti, in Cravagliana. Segni artistici e storici negli arredi e nei paramenti sacri, Novara 2001, pp. 132-133, scheda n. 16) vennero prediletti tessuti dai decori molto più semplici, leggeri ed aerei: i meandri iniziano ad assumere dimensioni molto più ridotte e creano anse meno accentuate, quasi a voler imitare le rigature verticali, spesso presenti come motivo di controfondo nei tessuti del terzo quarto del secolo, che iniziano ad acquistatre un ruolo sempre più preponderante all'interno delle composizioni (M. Cuoghi Costantini, I tessuti del '700: la seduzione della tecnologia, in La collezione Gandini del Museo Civico di Modena. I tessuti del XVIII e XIX secolo, Bologna 1985, p. 52; A. Gruber, Ancien Régime-Premier Empire 1785-1805. Textilkunst und Kostum, catalogo della mostra, Riggisberg 1989, pp. 7-21; C. Buss, Seta oro e argento. Le sete operate del XVIII secolo, Milano 1992, p. 115); una semplificazione legata alle nuove istanze culturali provenienti sia dall'Inghilterra sia dalla Francia, che porterà alla scelta della candida mussola di cotone per la confezione della scandalosa chemise à la reine, indossata da Maria Antonietta nel noto ritratto di Vigée Lebrun, esposto al Salon parigino nel 1783 ( A Ribeiro, Dress in Eighteenth Century. Europe 1717/ 1789, New Have, Londra 2002, pp. 226-228; si veda anche E. Moroni, Storia della moda. XVIII-XX secolo, Milano 2000, pp. 26-27). Ed è proprio a questa fase che si può ricondurre il velo preso in esame, come suggeriscono il colore di fondo, le piccole dimensioni del disegno, la scelta del fiocco come elemento ornamentale, l'andamento quasi rettilineo del "meandro" e soprattutto la scelta dell'armatura, il pékin, introdotto, probabilmente dalle manifatture lionesi, intorno al 1770, come suggeriscono i confronti con manufatti simili (C. Ciolini ( a cura di), La Seta e la Sicilia, catalogo della mostra, Messina 2002, p. 158, scheda n. 147 di S. Lanuzza e scheda n.150; L. Fornari Schianchi (a cura di), "Per uso del santificare et adornare". Gli arredi di Santa Maria della Steccata. Argenti / Tessuti, Parma 1991, pp. 199-200, scheda n. 116 di M. Cuoghi CostantiniI; C. Buss, Seta oro e argento. Le sete operate del XVIII secolo, Milano 1992, pp. 128-129; La collezione Gandini del Museo Civico di Modena. I tessuti del XVIII e XIX secolo, Bologna 1985, pp. 277-279, scheda n. 266, 269 di I. Silvestri; N. Rothstein, The Victoria & Allbert Museum's Textile Collection. Woven Textile Design in Britain from 1750 to 1850, Londra 1994, p. 19, scheda n. 53; N. Rothstein; C. Buss (a cura di), Il disegno a meandro nelle sete broccate 1745-1775, catalogo della mostra, Milano 1990, pp. 98-99, scheda n. 18; N. Rothstein, L'etoffe de l'elegance. Soieries et dessins pour soie du XVIII° siècle, Paigi 1990, tav. 304). Infine appare tipico di Il tessuto, nato molto probabilmente per l'abbigliamento femminile, venne prodotto intorno al 1770-1780 da un'abile manifattura francese o italiana. Durante il XX secolo è stato applicato il gallone, assai prossimo a quelli prodotti, agli inizi del Novecento, dalla ditta Bertarelli (Catalogo generale della ditta Fratelli Bertarelli, Milano s.d., p. 556, fig. 1011)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100208848
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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