borsa del corporale, serie - manifattura italiana (terzo quarto sec. XVIII)

borsa del corporale,

Le borse sono confezionate con un pannello di taffetas broccato; la prima è foderata con un pannello di tela di cotone verde, la seconda con un pannello di rasatello di cotone verde e la terza con un pannello di taffetas di seta verde. La tasca è realizzata con tela di lino ecru. Al centro di ogni borsa è applicata una croce eseguita con lo stesso merletto in argento riccio, filato e lamellare, decorato con un motivo a doppia valva, posto anche lungo il bordo

  • OGGETTO borsa del corporale
  • MATERIA E TECNICA cotone/ tela/ raso
    filo d'argento/ lavorazione a fuselli
    LINO
    seta/ broccata
    seta/ taffetas
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana
  • LOCALIZZAZIONE Mondovì (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Alla metà del quinto decennio del Settecento venne creato in Francia il motivo "a meandro", disegno che, in molteplici varianti, venne prodotto per tutto il terzo quarto del Secolo (si veda in particolare C. Buss (a cura di), Il disegno a meandro nelle sete broccate 1745-1775, catalogo della mostra, Milano 1990). Sui tessuti si snodano, con andamento serpentino, boa, tralci fioriti, nastri, pizzi e galloni; un decoro che sembra essere stato pensato per adattarsi alle fluenti vesti femmilini, quali l'andrienne: il movimento serpentino del disegno veniva esaltato dal gioco di pieghe dell'abito femminile e poteva essere apprezzato nella sua intierezza grazie alle ampie dimensioni della gonna, tesa da paniers (R. Orsi Landini, La seta, in C. M. Befanti, F. Giusberti (a cura di), Storia d'Italia. Annali 19. La moda, Torino 2003, p. 388). Oltre ai motivi ad andamento parallelo, vennero prodotti anche esempi a "doppio meandro", nei quali teorie a differente soggetto si sviluppano in verticale alternandosi nell'ondulazione, dando origine a maglie più o meno regolari. Ed è proprio a questa tipologia compositiva che può essere accostato il tessuto preso in esame (per confronti si veda D. Devoti, G. Romano (a cura di), Tessuti antichi nelle chiese di Arona, catalogo della mostra, Torino 1981, pp. 182-184, scheda n. 18 di E. Bazzani; A. Gruber; Das Spietzenmuster im 18. Jahrhundert, catalogo della mostra di Riggesberg, Berna 1979, pp. 30-31, 34-35, schede nn. 25, 30. G. Cantelli, Poppi, mostra dei paramenti e delle arti minori nelle chiese del Casentino, catalogo della mostra di Poppi, Firenze 1968, n. 131, fig. 114; J. Bentini (a cura di), L'arredo sacro e profano a Bologna e nelle Legazioni Pontificie, catalogo della mostra, Bologna 1979, p. 150, scheda n. 313, tav. 205; Tesori d'arte dell'Annunziata di Firenze, catalogo della mostra, Firenze 1987, p. 450, scheda n. 95 di P. Peri; P. A. Riedl, M. Seidel (a cura di), Die Kirchen von Siena. Abbadia all'Arca - S. Biagio, Monaco 1985, Vol. 1.1 p. 445, scheda n. 64, tav. 553; B. Markowsky, Europäische Seidengewebe des 13.-18. jahrhunderts, Colonia 1976, p. 341, scheda n. 613; N. Rothstein, L'etoffe de l'elegance. Soieries et dessins pour soie du XVIII° siècle, Paigi 1990, tav. 304; A. Cassiano (a cura di), Il barocco a Lecce e nel Salento, catalogo della mostra di Lecce, Roma 1995, pp. 295-296, scheda n. 32 di M. P. Pettinau Vescina; La collezione Gandini del Museo Civico di Modena. I tessuti del XVIII e XIX secolo, Bologna 1985, pp. 232-233, scheda n. 178 di M. Cuoghi Costantini). Sebbene il leggero fondo cangiante potrebbe far ipotizzare ad una datazione intorno alla metà del Settecento ( M. Cuoghi Costantini, I tessuti del '700: la seduzione della tecnologia, in La collezione Gandini del Museo Civico di Modena. I tessuti del XVIII e XIX secolo, Bologna 1985, pp. 51-52; C. Buss, Seta oro e argento. Le sete operate del XVIII secolo, Milano 1992, p. 75 ), l'andamento poco marcato dei meandri ed la ricerca di una certa esuberanza e ricchezza nel decoro, collocano il tessuto nel settimo decennio del secolo; non bisogna, inoltre, dimenticare che in questo periodo, parallelamente alle armature più sontuose, sono ancora ricercati fondi leggeri (M. Cuoghi Costantini, I tessuti del '700: la seduzione della tecnologia, in La collezione Gandini del Museo Civico di Modena. I tessuti del XVIII e XIX secolo, Bologna 1985, p. 52; C. Buss, Seta oro e argento. Le sete operate del XVIII secolo, Milano 1992, p. 94; fra gli innumrevoli esempi si citano P. Peri, Paramenti liturgici nella Basilica di Santa Maria dell'Umiltà a Pistoia, in E. Nardinocchi, P. Peri (a cura di), Il Tesoro della Madonna. Arredi sacri della Basilica di Santa Maria dell'Umiltà a Pistoia, catalogo della mostra di Pistoia, Cinisello Balsamo 1992, pp. 100-101, schede nn. 18-19; G. Sapori (a cura di), Museo Comunale di San Francesco a Montone, Città di Castello 1997, p. 171, scheda n. 146 di E. Giovacchini; R. Orsi Landini (a cura di), I tesori salvati di Montecassino. Antichi tessuti e paramenti sacri, catalogo della mostra di Montecassino, Ascoli Piceno 2004, pp. 124-125, schede nn. 49-50 di M. P. Pettinau Vescina). La raffinatezza del decoro, il sapiente accordo cromatico e l'impiego del "point rentré" sono elementi che permettono di ascrivere il manufatto ad una manifattura di estremo rilievo, da identificare, con molta probabilità, con quella francese.Continua nel campo OSS
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100208842-5
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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