Il piviale è confezionato con almeno nove frammenti di velluto ed è foderata con dieci frammenti di taffetas verde in due tonalità diverse.Lo stolone, l'orlo del manto e del clipeo sono rifiniti con un gallone in oro filato e seta gialla, ornato con palmette stilizzate contrapposte collegate da piccoli nastri. L'orlo del cappuccio e del manto sono ulteriormente rifiniti con una frangia in oro filato e seta rossa. Al di sopra della frangia del bordo del manto e del gallone che borda lo scudo è applicato un gallone più sottile, in oro filato e seta gialla, decorato dall'andamento serpentino dei filati metallici. Il piviale è chiuso mediante ganci in lega metallica: i masschi sono applicati su un pannello posto all'altezza del petto, mentre le femmine direttamente sullo stolone
- OGGETTO piviale
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MATERIA E TECNICA
cotone/ tela
- AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana Manifattura Francese
- LOCALIZZAZIONE Mondovì (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il velluto è, fra i tessuti serici, sicuramente uno fra i più preziosi e sontuosi: erano necessari grandi quantitativi di filato di seta che andava tinto (e non bisogna ricordare che la tintura incideva pesantemente sul prezzo del manufatto, cfr F. Battistini, L'industria della seta in Italia in età moderna, Bologna 2003, , pp. 170-173) ed affidato ad esperti tessitori che. Tale tessuto, proprio per il suo elevato costo e per il suo aspetto sontuoso, divenne immediatamente simbolo di potere e di ricchezza e venne, quindi, scelto per arredare gli ambienti di rappresentanza delle dimore signorili, per gli abiti più importanti e per le vesti liturgiche. Non si deve dimenticare il ruolo che i parati rivestivano all'interno della liturgia e soprattutto dei molteplici significati che rivestivano: essi dovevano rappresentare la magnificenza divina, unitamente alla dignità ecclesiastica, e perciò vennero prescelti i materiali più nobili, i tessuti più sontuosi, carichi di trame broccate e decorati con complesse composizioni. Per confezione il parato preso in esame, si scelse uno straordinario esempio di velluto cesellato, una tecnica che esaltava la luminosità della seta giocando non solo sul pelo liscio e riccio, ma anche sulla diversa altezza fra i due peli, databile al primo quarto del Settecento. La ricca e articolata composizione composizione, di gusto pienamente barocco, è assai prossimo ad un telo conservato presso il Victoriam and Albert Museum datato al 1715 ed ascritto dubitativamente a Lione (P. Thornton, Baroque and Rococo Silks, Londra 1965, pp. 139-140, 193, tav. 111B). Questo disegno, unitamente a molteplici varianti, dovette avere un notevole successo, come illustrano i numerosi esempi giunti fino ai nostri giorni ( Textilia sacra. Tessuti di pregio dalle chiese valdostane dal XV al XIX secolo, catalogo della mostra di Aosta, Quart 2000, pp. 86-87, scheda n. 23 di M. Cataldi Gallo; L. Seelig, Kirchliche Schatze aus bayerischen Schlossern. Liturgische Gewander und Gerate des 16.-19 Jahrhunderts, catalogo della mostra di Monaco, Berlino 1984, pp. 126-127, scheda n. 55; E. Brunod, Arte sacra in Valle d'Aosta. Vol. III. Diocesi e comune di Aosta , Aosta 1981, p. 217, fig. 160, p. 253, fig. 198, p. 475, fig. 271; E. Brunod, L. Garino, Arte sacra in Valle d'Aosta. Vol. IX. Alte valle e valli laterali III, Aosta 1995, p. 153, fig. 32, p. 154, figg. 33-34; E. Brunod, L. Garino, Arte sacra in Valle d'Aosta. Vol. VII. Cintura sud orientale della città, valli di Cogne, del Gran ASn Bernardo e Valpelline, Aosta 1993, p. 34, fig. 21, p. 341, fig. 35, p. 377, fig. 32, p. 480, fig. 36; E. Brunod, L. Garino, Arte sacra in Valle d'Aosta. Vol. VIII. Alta Valle e valli laterali, Aosta 1995, p. 36, figg. 35-36; E. Brunod, L. Garino, Arte sacra in Valle d'Aosta. Vol. VI. Bassa Valle e valli laterali III, Aosta 1990, p. 31, fig. 29, p. 286, fig. 14, p. 358, fig. 17; E. Brunod, L. Garino, Arte sacra in Valle d'Aosta. Vol. V. Bassa Valle e valli laterali II, Aosta 1987, p. 128, fig. 16, p. 230, figg. 15-16; E. Brunod, L. Garino, Arte sacra in Valle d'Aosta. Vol. I. La Cattedrale di Aosta, Aosta 1997, p. 532, fig. 738). Sulla base di tale stringente confronto, si colloca il tessuto nel secondo decennio del Settecento e lo si attribuisce a manifatura itaòliana o francese. Non bisogna, infine, dimenticare che la produzione di questi manufatti è continuata anche nel corso del XIX secolo, randendo, in alcuni casi, problematica la datazione (si confronti Textilia sacra. Tessuti di pregio dalle chiese valdostane dal XV al XIX secolo, catalogo della mostra di Aosta, Quart 2000, pp. scheda n. di M. Cataldi Gallo e Merveilles d'or & de soie. Trésors textiles de Notre-Dame des Doms du XVI au XIX siècle, catalogo della mostra, Avignone 2000, p. 32, scheda n. 3 di E. Dutocq e O. Valansot). Il parato potrebbe essere identificato nel "Ternario compito di tela d'argento con fiori grandi vellutati di color cremisi con gallone in oro fodera della pianeta di moella cremisi delle tunicelle di boccassino colore idem. Le tunicelle in cattivo stato" e nel "Pluviale col fondo in tela d'argento ricoperto di fiori grandi vellutati cremisi con gallone grande in oro, e frangia all'intorno in oro e seta fodera di moella verde con stola idem" menzionati nell'inventario "degli utensili, vasi, vesti, ed altri arredisacri della Chiesa Cattedrale, e delle Compagnie in essa erette fatto in giugno 1845" ( Mondovì, Archivio del Capitolo della Cattedrale, ff. 15, 19)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100208840-2
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2004
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- ISCRIZIONI sul rovescio\ su fettuccia - CATTEDRALE - a penna -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0