paramento liturgico, insieme - manifattura francese (metà sec. XIX)

paramento liturgico, 1840 - 1860

Il parato, composto da una pianeta, un velo di calice, un manipolo, una stola ed una borsa per il corporale, è confezionato con un velluto di seta ad un corpo tagliato. Il tessuto è ornato con bande verticali, di diversa dimensioni, rosse e nere; quest'ultime sono delimitate da sottili righe gialle. Tali bande sono intervallate, in senso orizzontali, da strisce, eseguite con trame lanciate, in oro filato e in seta nera e gialla. Gli elementi del parato, ad esclusione della borsa, sono foderati in diagonale sintetico color crema e sono rifiniti con galloni in oro filato di due altezze: quello più alto è decorato con un tralcio geometrico che si intreccia con piccoli fiori stilizzati; quello più sottile è ornato con un tralcio, simile al primo, nelle cui anse prendono posti piccoli trifogli

  • OGGETTO paramento liturgico
  • MATERIA E TECNICA seta/ tessuto/ quadrettatura
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Francese
  • LOCALIZZAZIONE Caravino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il tessuto scelto per il parato è un altissimo esempio della diffusione del motivo scozzese, soprattutto fra gli anni Venti e i Sessanta dell'Ottocento (C. Buss, Stoffa d'angelo, in La donna angelo, Novara 1996, p. 26; G. Buttazzi, E. Morini (a cura di), Elementi e segni, in La donna angelo, Novara 1996, p. 143). Questo genere di tessuto, eseguito in diverse armature, veniva scelto sia per l'abbigliamento, ad esempio l'abito, datato intorno al 1845-1848, conservato presso la Galleria del Costume di Palazzo Pitti (K. Aschengreen Piacenti (a cura di), La Galleria del Costume/ 5, Firenze 1993 p. 47, scheda n. 9), sia nell'arredamento, come illustra l'acquarello, datato al 1857 di J. Roberts, raffigurante il Salotto dell Castello di Balmoral (M. Bellezza Rosina, Tessuti stampati da Eugenia De Montijo alla "Bela Rosin", in A. Zanni (a cura di), La casa dell'Ottocento. Mobili soffici, Cinisello Balsamo 1991, pp. 896-97). L'accostamento di tonalità vivaci presenti nel velluto di Masino potrebbe essere un elemento utile a datare il tessuto negli anni centrali del XIX, come sempra illustrare il confronto con l'acquerello citato prima e con la sontiuosa veste da camera, conservata presso la Galleria del Costume di Palazzo Pitti a Firenze (C. Sisi, C. Chiarelli (a cura di), Eleganze della moda fra '700 e '800, catalogo della moostradi Caravino, Castello di Masino, Milano 1997, pp. 76-77 scheda n. 29) e con l'abito, datato intorno al 1840-1845, conservato presso la Galleria del Costume di Palazzo Pitti a Firenze (K. Aschengreen Piacenti (a cura di), La Galleria del Costume/ 3, Firenze 1988 p. 41, scheda n. 10).; La qualità della stoffa, verosimilmente impiegata in origine per l'abbigliamento, induce ad attribuirla ad una manifattura francese
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100203459-0
  • NUMERO D'INVENTARIO SBAS TO 2247
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1988
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2002
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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