Beata Vergine con Sant'Ignazio e San Francesco Saverio. Madonna con Bambino, santi e donatore

dipinto,

Al centro della composizione, sopraelevata rispetto alla altre figure, siede la Vergine, con una semplice veste scura e un manto drappeggiato sul braccio destro e fissato intorno alla vita. Il volto è reclinato e lo sguardo abbassato. Con il medesimo braccio sorregge il Bambino, che è in piedi sulle sue gambe e stringe nella manina il melograno. Ai lati, più in basso rispetto alla Madonna: Sant'Ignazio e San Francesco Saverio, entrambi vestiti con l'abito religioso scuro. Il committente, in armatura e corto gonnellino, calze bianche e speroni, è inginocchiato a mani giunte; il volto e lo sguardo sono sollevati verso la Vergine ed il Bambino. Davanti a lui: lo stemma, sormontato dal cimiero e l'elmo, con la celata alzata e una ricca piuma variopinta

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Caccia Guglielmo Detto Moncalvo (scuola)
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Antonio Abate
  • INDIRIZZO Via XX Settembre, Moncalvo (AT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela viene ricondotta, per la prima volta, alla scuola di Gugliemo Caccia da Costantino Lupano, che, descrivendo la piccola sagrestia della chiesa di Sant'Antonio Abate, la dice dotata di un altare dedicato ai Santi Ignazio e Francesco Saverio con una tela "di molto pregio artistico" (C. Lupano, Moncalvo Sacra. Notizie edite ed inedite, Moncalvo 1899, p. 73). Senza dubbio, la tela si dimostra profondamente impregnata di ricordi dell'arte del Moncalvo, come si vede nella cura dei particolari della veste del committente e dell'armatura, nel tratteggio dei volti e nell'esecuzione delle fisionomie, ma la sua esecuzione è da collocarsi sicuramente in un'epoca più tarda rispetto al 1625, anno di morte del Caccia (per confronto: E. Ragusa, "Lo Stato dei beni" delle Confraternite consistenza settecentesca e realtà attuale, in A. Torre, Confraternite: archivi, edifici, arredi nell'Astigiano dal XVIII al XX secolo, Asti 1999, pp. 138-143). Infatti, sappiamo da dati d'archivio, riportati dallo stesso teologo Lupano, che la costruzione della sagrestia e l'erezione dell'altare dedicato ai Santi Ignazio e Francesco Saverio nella Sagrestia, avvenne solo nel 1700 ed è difficile pensare che la tela fosse già stata realizzata prima di questa data (C. Lupano, op. cit. 1899, p. 67). Un'ulteriore indicazione può venire dalla lettura dello stemma presente sulla tela: esso sembrerebbe da ricondurre al marchese Giovanni Gualberto di Campistron, segretario del re di Francia, che nel marzo del 1704, ricevette in feudo alcuni territori del comune di Moncalvo: Patro, Penango e Cioccaro. Queste località vennero cedute ai Savoia pochi anni dopo, nel 1708 ( G. Minoglio, Moncalvo. Brevi cenni storici, Moncalvo 1884, p. 39). L'arme del Campistron non risulta documentata nei maggiori testi di araldica consultati, ma la sua identificazione è possibile dal momento che ritorna ancora oggi nello stemma del comune di Patro, anch'esso caratterizzato da un leone rosso in campo argentato (A. Allemano, Come da memorie antiche. Cronache e storie del cantone di Santa Maria, Moncalvo 1998, p. 39)
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100199587
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2001
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • ISCRIZIONI sul cartiglio dello stemma gentilizio - Ama amaberis - a pennello - latino
  • STEMMI lungo il margine inferiore, al centro - nobiliare - Stemma - Giovanni Gualberto di Campistron (?) - d'argento al leone di rosso
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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