SAN BENEDETTO ACCOGLIE SAN MAURO E SAN PLACIDO FANCIULLI
dipinto
Claret Giovanni (1599 Ca./ 1679)
1599 ca./ 1679
Dipinto con cornice intagliata e dorata, raffigurante al centro in primo piano i due santi fanciulli Mauro e Placido, in abbigliamento civile, accolti da san Benedetto, a destra, sotto il portico di una chiesa, alla presenza di vari astanti, ecclesiastici e non. A sinistra compaiono in secondo piano un cane e dei cavalli; in alto nel cielo si librano quattro angeli con mitria, pastorale e gigli
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
legno/ intaglio/ doratura
tela/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Claret Giovanni (1599 Ca./ 1679)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Taricco Sebastiano
- LOCALIZZAZIONE Savigliano (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto orna l'altare laterale sinistro, di patronato dei monaci Cassinesi, dedicato a san Benedetto, eretto tra il 1652 e il 1655, e fu commissionato al pittore fiammingo Giovanni Claret dagli stessi padri. Il Novellis (Storia del santuario della B. Vergine della Apparizione presso la città di Savigliano in Piemonte, Torino 1845, pp. 11-12) riteneva la tela "della buona scuola", sottolineandone il "bel disegno", "un colorito ragionato" e la "bella disposizione di figure", mentre Turletti (Storia di Savigliano, Savigliano 1878-88, pp. 599-600) la considerava una "stupenda tavola" del pittore cheraschese Sebastiano Taricco, ricca di "eleganti dettagli". Spetta a Vittoria Moccagatta (Il Santuario dell'Apparizione, in "Piemonte vivo", febbraio 1979, p. 35) l'attribuzione al Claret, e a Giovanna Galante Garrone (scheda n. 267, in M. DI MACCO e G. ROMANO, a cura di, Diana Trionfatrice, catalogo della mostra, Torino 1989, pp. 245-246) un successivo e approfondito studio del dipinto con la proposta di datazione al sesto decennio. La tela, raffigurante l'episodio sacro come fatto di storia ricco di dettagli di costume e attento alle sfumature psicologiche dei personaggi, è rappresentativa della stagione più fortunata del Claret e del rinnovamento figurativo della provincia cuneese (G. ROMANO, Figure del Barocco in Piemonte, Torino 1988, p. 315; G. SPIONE, Savigliano e il rinnovamento figurativo nella Grande Provincia, 1650-1700, in G. ROMANO, a cura di, Realismo caravaggesco e prodigio barocco. Da Molineri a Taricco nella Grande Provincia, catalogo della mostra, Savigliano 1998, pp. 262-263, 266). Sono già state sottolineate dalla Galante Garrone (1989, pp. 245-246) le tangenze stilistiche con la restante produzione clarettiana, soprattutto con la serie dei quadri per la Cattedrale di Fossano e il Santuario di Cussanio tra il 1652 e il 1657. L'attuale stato conservativo dell'opera rivela le caratteristiche tecniche della produzione del fiammingo, caratterizzata da una pittura molto sottile e stemperata, ricca di velature che tendono facilmente a cadere, come ancora oggi è possibile notare dopo il restauro del dipinto (1989, G. M. Casella), che era stato gravemente compromesso da diffuse cadute della pellicola pittorica e da una drastica pulitura che l'aveva impoverito in molte zone
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100196699
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2000
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0