reliquiario - a ostensorio, opera isolata di Tradato Gio (inizio sec. XVII)

reliquiario a ostensorio, 1602 - 1602

Il reliquiario è realizzato in forma di ostensorio ambrosiano. Sul piede polilobato tre scudi con lo stemma della città si alternano a frutti. Un anello perlinato segna il passaggio dal piede al nodo, il quale presenta in alternanza frutti e tre teste di cherubo leggermente aggettanti e sovrastanti piccole e semplici corolle a quattro petali. Al di sopra del nodo si apre la coppa, ancora decorata con tre teste di cherubo alternate a motivi vegetali. Sulla coppa s'innesta il cilindro vitreo, longitudinalmente scandito da tre montanti, inferiormente schermati da una foglia d'acanto, la quale reca alla base una testina di cherubo a modo di raccordo con la coppa, ed assumenti al vertice l'aspetto di sottili erme. Sul cilindro s'inserisce infine il coperchio, recante nella fascia inferiore un'alternanza di tre teste di cherubo ed altrettanti grappoli di frutta e una decorazione a motivi vegetali nella fascia superiore, coronato da una piccola croce con le estremità dei bracci polilobate. Il reliquiario contiene una lunga spina, inquadrata da una corona costituita dall'intreccio di due rami spinosi in metallo dorato

  • OGGETTO reliquiario a ostensorio
  • MATERIA E TECNICA argento/ sbalzo/ cesellatura
  • MISURE Altezza: 36
  • ATTRIBUZIONI Tradato Gio (notizie 1602)
  • LOCALIZZAZIONE Alessandria (AL)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La reliquia della Santa Spina fu acquistata dal nobile alessandrino Castellino Colli da un soldato che l'aveva sottratta nel Sacco di Roma del 1527. Lasciatala il Colli per testamento alla Collegiata dei Santi Pietro e Dalmazzo nel quartiere di Bergoglio, il vescovo Ottaviano Guasco (1534-1564) ne decretò il trasferimento in cattedrale accanto alla reliquia del Legno della Vera Croce, con la quale fu riposta in una cappella appunto denominata della Vera Croce. (C. Guasco, Alcune insigni reliquie, che nella Chiesa Cattedrale di Alessandria religiosamente si custodiscono. Rientra nella copia manoscritta dell'articolo relativo al Alessandria compilato dal marchese Guasco per C. Orlandi, Delle città d'Italia e sue isole adjacenti compendiose notizie sacre e profane, Perugia 1770, in Memorie riguardanti le Fiere di S. Giorgio, e di S. Francesco solite celebrarsi in cadun'Anno nella città d'Alessandria dall'anno di lor principio e stabilimento MDXXV sino al presente, ms., 1781 ca., Biblioteca Civica di Alessandria, n. di acc. 54718). Intorno al 1590 il vescovo Ottavio Paravicini si fece carico del restauro della cappella, che accolse una nuova ancona in legno scolpito e dorato, con una nicchia in cui vennero riposte le suddette reliquie chiusa da nove chiavi (in seguito undici): una affidata al vescovo (e da questi a un suo fiduciario), un'altra al Capitolo, sette a famiglie nobili alessandrine. Nel 1639 il vescovo Erasmo Paravicini legò cento ducatoni per lavori di adattamento all'altare delle reliquie. Nel decennio successivo si ebbe però una nuova sistemazione: nell'occasione della riedificazione interna della cappella della Madonna della Salve (1645-1649), a capo della navata sinistra entrando, essa venne sopraelevata per ricavarvi una galleria destinata ad accogliere l'arca lignea con le reliquie. Nella nuova Cattedrale, riedificata sui resti della preesistente chiesa di San Marco tra il 1807 e il 1810 ad opera di L. Valizzone, dopo la demolizione dell'antica per ordine del governo napoleonico nel 1803, le preziose reliquie della croce e della Spina trovarono posto ancora nella cappella dedicata alla Vergine della Salve, ubicata però al fondo della navata destra (G. Ghilini, Annali di Alessandria, ovvero le cose accadute in essa città, nel suo e circonvicino territorio dall'anno dell'origine sua sino al MDCLIX, Milano,1666); (G. A. Chenna, Del Vescovato, De'Vescovi e delle Chiese della Città e Diocesi d'Alessandria, II, Alessandria, 1786, pp. 39-44); (F. Ansaldi, Notizie Storiche del Miracoloso Simulacro della B. V. della Salve venerata nella Cattedrale di Alessandria, Alessandria, 1843, pp. 18 e 21); (G. B. Rossi, Cenni storici critici illustrativi sulle varie vicende della Cattedrale di Alessandria dalla sua fondazione ai presenti restauri, Alessandria, 1877, pp. 11 e 34). Puntuale conferma delle informazioni desunte dalle fonti bibliografiche si ricava dalle Visite Pastorali (Ar.Curia Vescovile, Al.). Nel verbale della visita di G. Confalonieri, delegato del vescovo O. Paravicini (1593-1594), è notizia dello scrigno ligneo con decorazioni in oro contenente la reliquia della Vera Croce, la reliquia della Spina e altre reliquie di santi collocato "in Altari quod verae Crucis appellant" e chiuso con nove chiavi (f. 5v.); la nuova collocazione delle reliquie "in loco extructo supra Altare, seu Ara B.mae Virginis della Salve" risulta dalla Visita del vescovo C. O. Guasco (1695); notizia della reliquia della Spina e del luogo ad essa assegnato, unitamente al reliquiario della Croce, nella Cattedrale antica si trova nelle visite dei vescovi M. A. Gattinara (1730-1732, ff. 5v.-7r.) e G.A.Miroglio (1744-1749) ed in particolare in quella di monsignor G.T.De Rossi (1760), il quale, per accedere al luogo delle reliquie, "ascendit Scalam latericiam, quae inibi/ nella cappella della Salve/ est a Cornu Evangelii, et pervenit super Coronidem magnam eiusdem Sacelli ornamentis ferreis, et depictis cancellorum instarmunitam. Ibi in muro, et in medio eiusdem, repertum est Ostiolum clausum duabus clavibus"-una in antico affidata al vescovo e da questi data in custodia a D. Emilio Inviziati, Avvocato Fiscale della Curia Vescovile, ed ai suoi discendenti, la seconda di spettanza del Capitolo-, aperto il quale "repertum est aliud ostiolum" chiuso da nove chiavi, una alla Città ed otto ad altrettante famiglie nobili alessandrine, le cui insegne gentilizie stanno presso ciascuna serratura, che può essere aperta solo dalla relativa chiave. All'interno, scostata una doppia cortina in seta rossa, s'apre un vano, pure foderato in seta rossa, "in quo visa, et reperta fuerunt duo Reliquiaria argentea (...)unum elaboratum est instar parvae Iconis, in eoque asservatur, et colitur religiosissime Reliquiae SSmae Crucis (...)Aliud vero instar Ostensorii, antiqui confectum tubo vitreo (...) in eoque pari religione asservatur, et colitur una ex Sacratissimis Spinis Coronae eiusdem D.N.J.C." (ff. 15v-17r). (Continua al campo OSSERVAZIONI)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100107731
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1988
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • STEMMI sul piede - municipale - Stemma - Alessandria - 3 -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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