Madonna con Bambino benedicente e un devoto
Buona parte della superficie di marmo scolpita raffigura la Madonna che, rivolta verso la sua sinistra, sorregge amorevolmente il Bambin Gesù, in piedi, di fronte a lei, su una balaustra. La Vergine indossa un ampio mantello che cade sulla veste annodata sotto i seni; il velo le incornicia il volto, il cui sguardo protettivo è rivolto verso il figlioletto. Il Bambino, nudo e dalle gambe ben tornite, è stante sul piede sinistro, mentre il destro, rivolto indietro, è tenuto dalla mano destra della madre che, con l'altra, sostiene il busto del Bambino, garantendone l'equilibrio. Il volto del piccolo è scolpito di profilo: i capelli mossi e la guancia paffuta sembrano protendersi in avanti, in accordo con il movimento del corpo, che avanza il braccio sinistro, a benedire il terzo personaggio che occupa l'angolo basso destro della composizione. Il devoto, identificato come Francesco I Re di Francia, inginocchiato dietro la balaustra, mostra le mani giunte in preghiera, le spalle e il profilo sinistro del volto, con il naso pronunciato e incorniciato dalla folta capigliatura: i capelli lisci coprono il collo, mentre, sul davanti, la frangia simmetrica è tenuta ferma da una sottile coroncina. Il fondo è campito in blu con stelle e bordature dorate, a simulare le pieghe di un tendaggio
- OGGETTO rilievo
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MATERIA E TECNICA
LEGNO
- AMBITO CULTURALE Ambito Ligure-lombardo
- LOCALIZZAZIONE Villa Borromeo
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il piccolo rilievo proviene dalla collezione Monti: di qui passò alla raccolta Borromeo, ospitato nel palazzo di famiglia, dove Frizzoni lo vide nel 1890 (G. Frizzoni, 1890). Nel 1923 era ancora segnalato in un inventario del palazzo milanese, e quindi seguì gli spostamenti delle altre opere della collezione. L’antica funzione del manufatto rimane ignota: potrebbe trattarsi di un rilievo autonomo, destinato alla devozione privata (ipotesi più probabile), così come del particolare di un complesso più ampio. La datazione cade intorno al lustro 1515-1520 a causa dell’identificazione del ritratto ai piedi di Cristo bambino con il re Francesco I di Francia, come attestato già nell’inventario del 1923; l’effigie del sovrano, inoltre, collima con quella della medaglia commemorativa della vittoria di Marignano, attribuita ad Amedeo del Massario (1518 circa; V. Zani, 2006). L’esigua vicenda storiografica dell’opera venne avviata da Frizzoni (1890), che definì il rilievo come “scultura lombarda del sec. XVI”. F. Malaguzzi Valeri (1905) propose un’attribuzione ad Andrea Fusina mentre C. Baroni (1938) ricondusse il rilievo al gruppo di Madonne lombarde allora riunite sotto il nome di Antonino Perolo, ma riferendo tale gruppo “alle esperienze del Fusina e di Benedetto Briosco”. V. Zani (2006) colloca il marmo nell’orbita della produzione lombardo ligure dei primi decenni del XVI secolo, notando una particolare vicinanza allo stile degli scultori, operanti in società a Genova, Antonio Della Porta (detto Tamagnino) e Pasio Gagini; il dato stilistico è confortato anche dal fatto che furono proprio Tamagnino e Gagini gli scultori lombardi maggiormente operosi per committenti e luogotenenti francesi di alto grado in quegli anni (V. Zani, 2006)
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100106966
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- DATA DI COMPILAZIONE 1993
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2023
2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0