San Giovanni Evangelista in atto di scrivere sull'isola di Patmos

dipinto,

Cornice dipinta coeva. Al centro della scena, l'Evangelista leva la testa verso l'alto, "rapito in spirito" dalla voce divina, come descritto da uno dei passi di apertura dell'Apocalisse. Una luce radente investe la figura estatica, riflettendosi sulla manica destra, sulla veste e sul libro che il santo regge in grembo. Sulla sinistra si vede una natura morta con conchiglie, tra le quali, una piena di inchiostro in cui il Santo intinge la penna d'oca. Sulla destra l'aquila. Le tonalità brune che definiscono le rocce, la vegetazione e gli elementi architettonici sullo sfondo, favoriscono l'efficace messa a fuoco sulla figura dominante del santo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Suardi Bartolomeo Detto Bramantino (notizie 1480/ 1530)
  • LOCALIZZAZIONE Villa Borromeo
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La traccia documentaria del dipinto risale fino al 1690, anno in cui compare nell'inventario dei beni mobili dell'Isola Bella, redatto dopo la morte di Vitaliano VI Borromeo (1620-1690). La tela fa dunque parte dell'arredo antico del palazzo, in cui è rimasta fino ad oggi, e fu "battezzata" come opera del Bramantino il 2 settembre 1904, dal professore Max Georg Zimmerman e dal giovane studioso Wilhelm Suida, in visita all'Isola Bella. Il giovane studioso austriaco dedicò alla tela un commento approfondito nel suo studio sullo spätwerke del Bramantino (1906-1907), in cui sottolineò soprattutto il naturalismo protoromantico, il "mare cupo [...], l'isola rocciosa [...], [la] fortezza che si stacca sul cielo crepuscolare", designando una possibile fonte iconografica nelle incisioni tedesche del Maestro E.S. e di Martin Schongauer. La paternità dell'opera è da questo momento acquisita e ribadita dal Berenson (1907). Dati materiali, caratteristiche formali, connessioni culturali e stilistiche dell'opera sono state messe in evidenza in modo magistrale dalla scheda, ad oggi rimasta insuperata, di Nello Forti Grazzini per la mostra su Zenale e Leonardo al Museo Poldi Pezzoli (in Zenale, 1982, pp.138-142). La figura dell'Evangelista, che leva la testa verso l'alto, ha un ingombro a forma piramidale, calcolato dall'artista sulla base di una ripartizione geometrica della superficie: l'effetto illusionistico prodotto dallo scorcio della figura, e, dalla veduta a volo d'uccello, resta bloccato dalla presenza della piattaforma in primo piano su cui il santo poggia il piede. Concordi nel riconoscimento della piena autografia del Bramantino, gli studiosi hanno invece avanzato pareri differenti rispetto all'epoca di realizzazione del dipinto: Suida, Mulazzani, Binaghi, Forti Grazzini, Marani sono propensi a far risalire l'opera agli anni immediatamente posteriori al soggiorno romano del pittore, nel 1508; Fiocco, Longhi, Modigliani, Gabrielli, Gengaro, Mazzini, la collocano all'inizio del terzo decennio del Cinquecento; e infine secondo Tanzi sarebbe stata eseguita nell'ultimo decennio del Quattrocento. La scoperta, nel 1997, di un ciclo di affreschi all'interno del corpo quattrocentesco del castello di Voghera, di cui ha reso conto in più occasioni Maria Teresa Binaghi Olivari (1997, 2003), spettante sia per le soluzioni formali, che per il linguaggio figurativo, senza dubbio al Bramantino, consente di ridiscutere la cronologia indiziaria dell'opera e di una parte dell'intero catalogo dell'artista. Il San Giovanni a Patmos dovrebbe essere databile tra il 1504 e il 1509, periodo in cui Gian Giacomo Trivulzio fece tessere a Vigevano gli arazzi dei Mesi per i quali Bramantino eseguì i cartoni, un periodo quindi immediatamente successivo alla realizzazione del ciclo di Voghera
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100106949
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ISCRIZIONI sul retro, su targhetta col bordo rosso - 165 -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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