San Francesco di Paola attraversa lo stretto di Messina sul suo mantello

dipinto, post 1745 - ante 1755

Dipinto a olio su tela con cornice in legno dipinto, di forma centinata sagomata. Al centro san Francesco di Paola inginocchiato sul suo mantello che accoglie anche due confratelli in atteggiamento di preghiera, attraversa le acque dello stretto di Messina, volgendo lo sguardo verso l'alto e impugnando nella destra un bastone. In alto due angeli volti alla scena sottostante, uno dei quali regge un cartiglio

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 152 cm
    Larghezza: 89,5 cm
  • ATTRIBUZIONI Guala Pier Francesco (1698/ 1757)
  • LOCALIZZAZIONE Viguzzolo (AL)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela è stata riconosciuta come il “San Francesco di Paola” del castello di Montiglio, già proprietà Borsarelli, segnalata da Roberto Carità nella prima ricerca monografica riservata a Pier Francesco Guala (R. Carità 49, Pietro Francesco Guala in Bollettino SPABA, n. 132, 1949, p. 106). L’opera è databile alla metà del XVIII secolo, nella piena maturità artistica del pittore casalese. Le tre figure centrali occupano quasi tutta la superficie e il gesto eloquente del santo che impugna il bastone e volge lo sguardo verso l’alto risolve con sintesi essenziale l’episodio agiografico. Secondo il racconto del miracolo, Francesco da Paola, dovendo attraversare lo Stretto di Messina insieme ad alcuni confratelli e trovandosi privo del denaro necessario a pagare il traghettatore di legname che rifiutava loro il passaggio, si ritirò in preghiera, stese quindi il suo mantello sulle onde, vi salì e ne issò un lembo al bastone per farne una vela, con la quale potè attraversare il canale. In alto sono presenti due angeli che porgono uno stemma con la parola Charitas: si tratterebbe dell’insegna presentata al santo in apparizione dall’arcangelo Michele affinché ne facesse il simbolo dell’ordine dei Minimi che aveva fondato. Per dimensione e tipologia il dipinto va interpretato come pala d’altare per una cappella privata, ed è confrontabile con il San Guglielmo abate e donatore (R. Carità 1949, tav. XXX), che presenta analoghi angeli in volo con iscrizione. Nei primi anni ’80 del Novecento il dipinto passa dal castello di Montiglio a quello di Settime, due proprietà che compongono l’eredità Borsarelli di Rifreddo, è invenduto all’asta Manzoni Finarte dell’8-9 giugno 1983, lotto 450, e viene acquistato dall’attuale proprietario presso Adele Barozzi (Settime - AT, via al Castello) nel 2007
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100106899
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • DATA DI COMPILAZIONE 2020
  • ISCRIZIONI nel cartiglio retto dall'angelo in alto - CHA/RI/TAS - Guala Pier Francesco - capitale - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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