decorazione pittorica, elemento d'insieme di Verulfo Luigi (metà sec. XIX)

decorazione pittorica, post 1856 - ante 1856

La decorazione del catino absidale e della volta si compone di tre riquadri con puttini reggenti i simboli della fede ed un grande ovale centrale raffigurante la gloria dello Spirito Santo

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • ATTRIBUZIONI Verulfo Luigi (notizie 1856): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Andezeno (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Mons. Rorengo di Rorà nel 1774 non fa alcun cenno ad una decorazione murale della chiesa, del resto l'edificio era stato appena costruito con notevolissimo sforzo finanziario. Ci vorranno infatti almeno 50 anni dalla consacrazione per sostenere questa ulteriore finitura decorativa: "unica navi constat, satis ampla, recens ornata" scrive il Franzoni nel 1837 (Torino, Archivio Curia Vescovile, Visita Pastorale Franzoni, 1837, f. 112). Nonostante ciò, nel 1856 Luigi Verulfo viene pagato per la decorazione in chiaro e scuro della chiesa ed E. Aliberti per la doratura "nel miglior oro del Piemonte" (L. Marzano, La storia della chiesa parrocchiale di Andezeno, s.d., p. 50). Mentre Luigi e Rodolfo Morgari, tra il 1853 ed il 1858, dipingono il Dogma dell'Immacolata Concezione nell'ovale della volta. Purtroppo in archivio municipale non sono stati rinvenuti documenti riguardanti questa impresa e quello parrocchiale è per ora inagibile; il parroco di allora era comunque don Giovanni Balbiano (Ibidem, p. 54). Nel 1962, in occasione del bicentenario della chiesa, all'interno di una più ampia campagna di restauri e di lavori di manutenzione, di intraprendono nuove opere di riassetto, giustificate anche dal cattivo stato di conservazione di parti dell'edificio causato da infiltrazioni d'acqua dai tetti. Una commissione presieduta dall'Ing. Francesco Parea e dal geom. E. Coppo affida l'esecuzione dei lavori al Sig. G. Varetto di Chieri, non nuovo a tali imprese. Questi si impegnava a rivedere e rinnovare la decorazione e le dorature nei punti guasti ed a provvedere alla pulizia rimanendo fedele alla decorazione del Verulfo (Ibidem, p. 52). Vengono interamente "revisionate" le dorature dei capitelli e dell'altar maggiore e rifatta la cornice intorno all'affresco del Morgari. La descrizione del Franzoni si riferisce forse ad una piccola parte della decorazione appena intrapresa e poi portata a termine dal Verulfo nel 1856. All'impresa decorativa non è estraneo molto probabilmente un certo spirito di emulazione nei confronti della Confraternita che, negli anni Quaranta dello stesso secolo, aveva fatto ridipingere tutta la volta e le pareti secondo analoghi criteri. Il Verulfo pare di formazione accademica, prossima agli anni Venti del secolo XIX per la meccanica ripetizione di alcuni repertori decorativi apparsi in quegli anni sul mercato editoriale, nello sforzo di adeguamento internazionale della cultura neoclassica italiana ma soprattutto milanese. Si veda infatti il volume curato da Ferdinando Albertarelli "Fregi trovati negli scavi del Foro Traiano con altri esistenti in Roma ed in diverse città d'Italia, disegnati e misurati sul luogo da Ferdinando Albertarelli, professore d'ornato nell'I. R. Accademia di Belle Arti in Milano, Milano 1824, per Nicolò Bettazzi, v. I°, in folio". Il modello per Andezeno pare essere il fregio antico nell'architrave del tempio di Giove statore in Roma. A Torino le novità del neoclassicismo internazionale sono introdotte da Biscarra, direttore della reale Accademia di Belle Arti dal 1821 al 1831, con la chiamata di Bennuti, Camuccini Torhvalsen. Lo sforzo qui è quello di ricondurre la decorazione ad un gusto omogeneo settecentesco secondo criteri piuttosto comuni di rivisitazione neobarocca diffusi soprattutto negli anni Cinquanta del XIX secolo. Si veda a questo proposito la decorazione parietale della parrocchiale di Sciolze. Anche in questo caso si ha una corrispondenza nella presenza di P. E. Morgari nella tela del Rosario, mentre il Gamba dipinge la grande pala raffigurante il Battesimo di Cristo per l'altar maggiore. Per quanto riguarda la collocazione storica della decorazione si rimanda alle schede cartacee nn. 6, 7, 35 della presente campagna. La chiesa fu decorata dal Verulfo nel 1856. I dipinti che decorano l'ovale del presbiterio ed i puttini nel catino absidale sono stati orrendamente ridipinti dal Vanetti nel 1960 in occasione di una campagna di restauro (L. Marzano, La storia della chiesa parrocchiale di Andezeno, s.d. ma 1923, p. 50). Si è già detto della formazione accademica del Verulfo, per quanto il suo nome sia assolutamente sconosciuto alla pubblicistica enciclopedica riguardante la pittura dell'Ottocento. Questi si cimenta coi modelli di Biscarra e della pittura devozionale di più ampia diffusione come poteva essere quella del Morgari. Dalla stessa opera del Morgari, il decoratore ricava il tripudio di angioletti intorno alla Trinità, dipinto da L. Morgari in assoluta contemporaneità come pure le figure dei grandi angeli e dei puttini reggenti i simboli della fede
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100055709-4
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1991
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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