ostensorio - a raggiera, opera isolata - bottega piemontese (prima metà sec. XVIII)

ostensorio a raggiera, 1700 - 1730

Il piede, di sagoma trilobata dai contorni mistilinei, presenta in basso motivi fogliari e, di sopra, tre figure femminili, delle quali una regge un'ancora e rappresenta la Fede; la seconda tiene un calice con l'ostia e rappresenta la Speranza e la terza custodisce due bambini e rappresenta la Carità. La forma interna del piede è riempita con legno. Oltre la prima gola è un ampio nodo con motivi vegetali, volute, testine di cherubini e sovrastante baccellatura. Pure il nodo successivo presenta motivi vegetali e decorazioni in forma di giglio applicate. La parte terminale consta di teca triangolare (sul retro rotonda) per l'esposizione, contornata da raggi, teste cherubiche, nubi, pampini, grappoli, spighe di grano e, al vertice, altra raggiera più piccola con al centro la colomba dello Spirito Santo e croce sovrastante. Dorati i raggi grandi e piccoli e il triangolo; le foglie di vite forse di rame

  • OGGETTO ostensorio a raggiera
  • MATERIA E TECNICA argento/ cesellatura/ sbalzo
  • AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Asti (AT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'ostensorio è pubblicato dalla Gabrielli (Arte e cultura ad Asti attraverso i secoli, Torino1976, p. 94 e 182) come opera di G. Groppa, seppur con punto interrogativo, e dono del vescovo Milliavacca alla SS. Trinità; essa ne rivela, insieme all'alta qualità, "luci e moti ancora berniniani" nelle figure sbalzate del piede. Pure sul catalogo della mostra Sculture di età barocca nel fossanese, Fossano 1976, p. 86, si accenna ad un ostensorio conservato presso la SS. Trinità di Asti, probabilmente il presente, ma attribuito invece a Gaspare Ravizza. Tuttavia, anche per l'assenza, almeno allo stato attuale, di punzonature che possano dare precise indicazioni, risulta impossibile definirne l'autore con sicurezza. Anche dal confronto con il calice del Groppa conservato alla SS. Trinità (1694) non emergono, oltre certe somiglianze, come le testine dei putti, riscontri decisivi. L'aspetto stilistico è comunque quello di una ricca opera di epoca ad esso leggermente posteriore, forse intorno agli anni'20 o'30 del'700, di intaglio sapiente e grande ricchezza di parti figurate, trattate pittoricamente. La tipologia è abbastanza diffusa nella produzione piemontese dell'epoca, sia per la forma del piede e della struttura raggiata, come anche per le teste cherubiche e i simboli, canonici, della spiga e dei tralci. Pure diffusa, all'epoca, la raffigurazione delle virtù. Per generici confronti su questi temi, si vedano per esempio gli ostensori da S. Guglielmo a Chieri e dall'Assunta a Riva di Chieri in Mostra del Barocco, vol. III, Argenti, a cura di A. Bargoni, p. 28, schede 186 e 188 e tavv. 56 e 58. La presenza del triangolo segna però in questo caso un diretto, inscindibile accostamento al titolo della confraternita. Non sappiamo dire se la data del cartellino sotto la base, neppure facilmente leggibile, (1743?o'7?) si riferisca ad inventario della confraternita o a qualche particolare avvenimento o ricorrenza nella storia della stessa
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100046580
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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