altare,
Legno dipinto che finge marmo ad intarsi di diversi colori (giallo, rosso, verde) che danno vivacità al disegno sobrio dell'altare appena ingentilito dalle semplici volute laterali. Sotto il piano di appoggio al centro, due testine bianche in gesso di angioletti alati che reggono un festone di fogliame fermato ai lati da fiocchi
- OGGETTO altare
- AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
- LOCALIZZAZIONE San Damiano d'Asti (AT)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La costruzione dell'altare dedicato a San Giuseppe dovrebbe risalire al periodo della costruzione della chiesa nuova nel 1715. In essa è conservata la reliquia del Santo. Nella visita pastorale del novembre 1743, compiuta dal vescovo di Asti, si dà una breve descrizione dell'altare: "...Altare S. Ioseph quo ad materiale bene se habet, et sufficienter ornatum et de omnibus necessariis portatile vero debet tela cerata vestiri et ad labium altari transferri...". La storia della chiesa di San Giuseppe è legata alla confraternita omonima a cui tuttora appartiene. La vicenda risulta lacunosa per la perdita della maggior parte dei libri relativi all'amministrazione, probabilemnte smarriti all'epoca del dominio francese con la soppressione delle Confraternite. I documenti, i libri e le carte sopravvissuti sono reperibili in una cassa presso la casa parrocchiale dove è anche presente una parte di archivio ordinato. La compagnia fu istituita nel 1563 con il nome di Compagnia degli Angeli e in onore del nome di Gesù, con l'approvazione del vescovo di Asti. Al 1565 risale un Ordinato per costruire la chiesa in un sito maggiore rispetto al precedente, concesso dalla comunità di San Damiano: insieme viene fabbricata una casetta attigua alla chiesa che diventa residenza del cappellano della Confraternita. Agli inizi del 1700 si iniziò poi l'edificazione dell'attuale chiesa: la data di inizio dei lavori è probabilemnte quella indicata sulla lapide incassata nel muro esterno della chiesa "Anno Domini MDCCXV Die XV iunii Confr. S. Nominis Jesu fundarunt", dunque 1715. Nel timpano della porta grande è scritto 1744: probabilmente relativa all'apparato decorativo della porta stessa. Nell'archivio è anche rintracciabile il capitolo della Confraternita con "Domenico Stromia di Sommariva del Bosco...lavoratore di cretta...s'obbliga di dar alla predetta compagnia tre milla tivole d'oncie sei di larghezza e d'alteza oncie oto, ben cotte e confezionate colaudate da esperti con sua vernice gialla verde e rossa..." (7 agosto 1741). Queste tavolette di ceramica servirono per coprire la cupola esterna dando un effetto iridescente. La pianta della chiesa -formata da due figure circolari di cui la prima, più grande, è il corpo centrale dell'edificio e l'altra il coro- e la sua struttura, riflettono il gusto tipicamente barocco della concezione di spazi creati dal piegarsi dei muri in giochi di sporgenze e di rientranze; tutta la struttura è arricchita poi dagli stucchi e dalle scenografie dipinte che rendono dinamica la percezione dello spazio ora nel senso della contrazione ora in quello della dilatazione. Bibliografia: Archivio Parrocchiale San Damiano d'Asti; F. Daneo, Il Comune di San Damiano d'Asti, Torino, Tipografia Derossi 1888
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100042333
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1987
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0