decorazione plastico-architettonica,
Scala Antonio (notizie Inizio Sec. Xvii)
notizie inizio sec. XVII

La cappella, a pianta rettangolare, è percorsa da un ordine di colonne, paraste e semipilastri; altre quattro colonne sorreggono due arconi a giorno, che incorniciano le nicchie laterali che ospitano i monumenti. Le colonne poggiano su una semplice base circolare bianca modanata; il fusto è in marmo nero di Frabosa liscio; i capitelli, in marmo bianco, sono di ordine composito, con i caulicoli decorati con nodi di Savoia e l'abaco arricchito da testine cherubiche. Analoga struttura delle paraste, con base scanalata, fusto liscio e capitelli dello stesso tipo. La trabeazione, che corre su tutto il perimetro della cappella, interrompendosi solo in corrispondenza delle nicchie, è composta da un architrave in marmo bianco appena scanalata e percorsa da un motivo ad astragalo; il fregio è in marmo nero liscio; nella cornice, bianca, si alternano leggere scanalature, una fascia a ovoli e ancora un motivo ad astragalo. Soprattutto in prossimità degli angoli sono evidenti i segni delle giunture tra le varie parti. Ai lati, sul cornicione, poggiano due arconi a giorno, in marmo bianco traforato, che delimitano lo spazio delle nicchie per i monumenti funebri, poste all'estremità dell'asse trasversale. (Continua al campo OSSERVAZIONI)

  • OGGETTO decorazione plastico-architettonica
  • MATERIA E TECNICA marmo nero di Frabosa/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Vitozzi Ascanio (1539/ 1615): disegnatore
    Scala Antonio (notizie Inizio Sec. Xvii): esecutore
    Vanello Giacomo (notizie Inizio Sec. Xvii)
    Rusca Domenico (notizie Inizio Sec. Xvii)
    Pozzo Francesco (notizie Inizio Sec. Xvii)
  • LOCALIZZAZIONE Vicoforte (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Progettata dal Vitozzi, la decorazione marmorea costituisce la parte più antica della cappella. I lavori vengono menzionati per la prima volta in un ordinato del 7 settembre 1601, in cui viene affidata a Giacomo Vanello con quattro "intagliatori esperti" l'estrazione e la sbozzatura dei marmi necessari dalle cave appena scoperte presso Frabosa (CN) (cfr. G. D'Anna, G. C. Chiechio, Torino, 1891, pp. 90-91). Il Vannello dovette dar subito inizio ai lavori se il 13 dicembre vengono pagati 1421 fiorni ai bovari che hanno condotto da Frabosa i marmi per le colonne della cappella (cfr. G. Vacchetta, Cuneo, 1984, p.88). Dai successivi documenti sembra sia stato il Vanello stesso ad attendere, almeno in parte, ai lavori di finitura. Nel 1602 e nel 1604 questi presenta infatti due note con un elenco estremamente dettagliato dei lavori da lui eseguiti (cfr. G. D'Anna, G. C. Chiechio, Torino, 1891, pp. 94-96). Altri documenti, per altro piuttosto frammentari, testimoniano comunque che il Vanello non era solo a condurre l'intero lavoro: altri pagamenti vengono infatti effettuati a favore dei mastri picapietre Antonio Scala (cfr. G. D'Anna, G. C. Chiechio, Torino, 1891, pp. 155) e Domenico Rusca (cfr. A. Baudi di Vesme, vol. III, Torino, 1968, p. 948). La finitura di alcune parti e la loro messa in opera dovette però essere rimandata fino al 1677, quando per questi lavori vengono pagati i mastri Pozzo e Tardito (cfr. Archivio del Santuario, Conti, 1641-1677 e Cappelle del Santuario, fasc. E/5). Le prime considerazioni di ordine estetico sulla cappella risalgono al 1606, quando Federico Zuccai, in una lettera a Don Casella in cui descrive la sua visita al Santuario di Vicoforte (estate 1605), si sofferma sulle cappelle che si presentano "in maniera quasi di grotte" (il finestrone che attualmente illumina l'ambiente verrà aperto solo in un secondo momento), graziosamente ornate e dentro "bellissime di ordine e di figure di marmi bianche e neri, e altri bellissimi di più sorte colori della natura prodotti in quelle vicine montagne", (cfr. G. Claretta, Torino 1895, pp. 46-48). A distanza di qualche anno, intorno al 1632, l'abate Filippo Malabaila, autore tra l'altro di una delle prime storie del Santuario, compila una sorta di memoriale, o promemoria, sui problemi e difficoltà che si incontrano nella prosecuzione della fabbrica (archivio del Santuario, Punti e difficoltà; il testo è trascritto con alcune imperfezioni in G. D'Anna, G.C. Chiechio, Torino 1891, pp. 103- 110); le stesse caratteristiche che avevano suscitato l'ammirazione dello Zuccai sono criticate sia dal punto di vista funzionale che da quello estetico. Tranne brevi accenni, quasi incidentali, la cappella viene quindi trascurata dalla storiografia fino circa alla fine del secolo scorso, quando compaiono i primi studi eruditi storico artistici sul Santuario. Tra questi, fondamentali per le notizie e i dati di archivio rilevati, ricordiamo quello di G. D'Anna, G. C. Chiechio (Torino 1891), la storia di G. Vacchetta (Cuneo 1894; lo studio però era stato concluso 1933) e infine la piccola guida di G. Carboneri (Torino s. d. ma 1932). Tra le opere più recenti menzioniamo almeno lo studio di N. Carboneri su Vitozzi (Roma 1966), che propone una suggestiva e limpida lettura in chiave estetica e strutturale della cappella come trasposizione in chiave manierista della Sacrestia Vecchia di S. Lorenzo del Brunelleschi, e di A. Griseri (Cuneo 1974), che mette in relazione il progetto vitozziano con alcuni episodi della cultura manierista del secondo '500. Bibliografia: Punti e difficoltà del padre Malabaila sopra il disegno della Chiesa, Archivio del Santuario, mazzo D "Fabbrica del Santuario" fasc. 44; Conti del Santuario 1641-1677, Archivio del Santuario; Cappelle del Santuario, Archivio del Santuario, mazzo E, fasc. 5; F. Malabaila, Sacrae Imaginis Deiparae Virginia, Prope Montem Regalem In Subalpinis Miraculis coruscantis Historia, Paris 1622, cap. XXIII (trad. it. Mondovì 1627); F. A. Porrone, La miracolosa immagine della Beatissima Vergine Maria presso la città di Mondovì, Mondovì 1676, parte II, cap. VII; G. Danna, G. C. Chiechio, Storia artistica e illustrata del Santuario di Mondovì, Torino 1891, pp. 153-166; G. Claretta, Il pittore Federigo Zuccaio nel suo soggiorno in Piemonte e alla corte di Savoia (1605-1607) secondo il suo "Passaggio per l'Italia" con annotazioni artistiche di Gaudenzio Claretta, Torino 1895; L. Melano-Rossi, The Santuario of Madonna di Vico, Pantheon of Charles Emm. I of Savoy, London 1907 (trad. it. Milano 1914; A. Michelotti, Storia di Mondovì, Mondovì 1921; G. Carboneri, Guida storico-illustrata del Santuario di Mondovì, Torino s.d. ma 1932, pp. 123-130; A. Baudi di Vesme, Schede. L'arte in Piemonte (tra i secolo XIII e XIX), Torino, 3 voll., 1963-82, ad vocem; (Contiuna al campo OSSERVAZIONI)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100042126
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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