angelo

ostensorio a raggiera,

Il bordo del piede circolare è ornato da una fila di ovuli in rilievo, alternati a freccette, anch'esse in rilievo. Sul piede vi sono due medaglioni la cui cornice reca uan decorazione a foglioline e quattro castoni con pietre colorate; quelle del medaglione anteriore sono blu, viola e madreperla, quelle del medaglione posteriore sono verde e turchese, una è mancante: tutti ospitano raffigurazioni di santi. All'interno del primo c'è la figuretta di un santo martire, che potrebbe essere S. Fortunato, compatrono della parrocchiale; nel secondo c'è l'immagine di S. Bartolomeo, patrono; in entrambi i medaglioni le figure sono a rilievo su un fondo finemente granulato. Alla sommità del piede vi sono due testine di angioeltto da cui si dispiegano due ampie ali che scendono lungo il piede, insieme ad un pendone di frutta e foglie. Il fusto presenta un nodo a calice, ornato alla base da una corolla di palmette e alla sommità da una raggiera di ovuli, in tutto simile a quella sul piede. Sopra il nodo s'innalza la figuretta di un angelo che sostiene la raggiera della teca, ornata da tralci con pampini e grappoli e da spighe; due grappoli hanno gli acini realizzati con granati. Continua al campo Osservazioni

  • OGGETTO ostensorio a raggiera
  • MATERIA E TECNICA argento/ sbalzo/ fusione/ granulatura
    granato/ incastonatura
    pietre artificiali
  • AMBITO CULTURALE Bottega Lombarda
  • LOCALIZZAZIONE Borgomanero (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Per quanto riguarda gli ostensori vi sono citazioni fin dai primi inventari che si sono conservati nella parrocchiale. Nell'Inventario del 1617 si registra la presenza di "un tabernacolo ostensorio di rame indorato con il tondino et lunett d'argento" e di un altro "tabernacolo antico d'ottone" (A.P.B., 1617, f. 16r). Secondo una fonte Ottocentesca "colli avanzi delle spese delle 40 ore nelli anni 1617-1618 fu provveduto un ostensorio d'argento che importava L. 1390.13 (A.P.B., s.d., f. 3r). La stessa fonte aggiunge che nell'Inventario del 1655, ora perduto, era segnalata la presenza di "un ostensorio fatto a raggi con turibolo, e NAvicella, il tutto d'argento fino, e proprii della stessa Compagnia del S.mo Sacramento (A.P.B., s.d., f. 3 v). Nel 1698 compare un "ostensorio d'argento d'onza cento dieci in circa" e "un altro ostensorio in rame" /A.S.D.NO, 1698, f. 13r). Nel 1758 gli ostensori d'argento sono due "uno fatto a raggio quale è d'onze 11 incirca, e l'altro fatto a Castello d'onze..." (A.M.B., 1758, p. 37). La situazione è invariata nel 1866 ma l'estensore dell'Inventario aggiunge, a proposito dei due inventari d'argento, "...dei quali uno è voce, che sia stato comperato dalla predetta Confraternita del S.mo Sacramento" (A.S.D.NO, 1866, pp. 11-12). Fra gli Inventari della Confraternita, che con l'atto di fondazione (1546) era legata all'altar maggiore e tenuta a provvederne l'arredo e la manutenzione, quello del 1663 registra un ostensorio d'argento (A.P.B., 1663, f. 7r) e a partire dal 1677 sono citati due ostensori d'argento, uno a raggio e uno a tabernacolo o "a castello" come si trova in alcuni casi (A.P.B., 1677, f. 3r). Potrebbe trattarsi degli stessi che compaiono negli inventari della parrocchiale a partire dal 1698, di proprietà della Confraternita, ma in uso all'altare maggiore. Nell'Inventario della Confraternita del 1758 è registrato anche un altro ostensorio d'argento fatto a castello (A.P.B., 1758, f. 17r); nel 1774 gli ostensori però non sono più citati fra i beni della Confraternita, ed è possibile che si sian verificato un acquisto da parte della parrocchiale, che nel corso del Settecento si va rafforzando per prestigio e rendite, mentre la potente Confraternita si avvia alla decadenza. L'inventario del 1907 ragistra ormai la situazione attuale: "ostensorio d'argento all'ambrosiana (...), ostensorio solenne d'argento (...), ostensorio usuale di rame argentato" (A.S.D.NO, 1907, pp. 1, 4, 6). L'oggetto qui schedato è quello che nell'inventario del 1907 e nel più recente elenco inventariale è detto "ostensorio solenne" (A.S.D.NO, 1907, p. 4). Escluderei l'identificazione con gli ostensori a sole citati nei precedenti Inventari, per motivi di carattere stilistico. Infatti la tipologia del nodo e la fila di ovuli sono legati allo stile impero, ma le ali dilatate dei puttini sul piede, l'atteggiamento e la tipologia dell'angelo cariatide, l'elegante annodarsi dell'esile tralcio di vite, fanno pensare ad una produzione dell'Ottocento inoltrato, con richiami al precedente e, in un certo senso, intaramontabile stile impero. D'altra parte fino all'inventario del 1866 gli ostensori d'argento sono solo due, probabilmente da identificarsi con quelli delle schede SBAS TO NCTN 01/00039371 e NCTN 01/00039372. Il 1866 potrebbe quindi rappresentare un termine post quem per l'esecuzione di questo pregevole oggetto. Dai due punzoni, quello ad "arabesco" potrebbe essere quello dell'assaggiatore della Zecca Piemontese per i lavori minuti provenienti dall'estero, secondo i modelli di punzoni messi in uso con RR.PP. del 1824 e provvedimenti integrativi fino al 1829 (cfr. A. Bargoni, "Maestri orafi e argentieri in Piemonte dal XVI al XIX secolo", in "Studi Piemontesi", 1976, tav. XII). Per quanto riguarda il punzone ad ostensorio, nell'Ottocento vi sono alcuni argentieri piemontesi, uno anche novarese, che usano questo marchio, ma sempre accompagnato dalle iniziali, che qui invece non compaiono; il punzone risulta quindi non ancora identificato
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100039373-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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