capitello di lesena, opera isolata - bottega luganese (sec. XVI)

capitello di lesena,

Tipologia comune di capitello corinzio con tre strati di foglie di acanto, fusti e caulicoli che reggono l'abaco al centro del quale è collocata una rosellina. Ricavato da un blocco di arenaria grigia, totalmente grezza nella parte posteriore. Trattandosi di semicapitello da collocare su di una lesena, e quindi in gran parte da incassare nella muratura, i fianchi sono lavorati per circa un terzo, con un po' di riserva, cioè, rispetto a quanto doveva affiorare dalla superficie dell'intonaco

  • OGGETTO capitello di lesena
  • MATERIA E TECNICA pietra arenaria/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Luganese
  • LOCALIZZAZIONE Vicoforte (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo una comunicazione orale di don Enrico Nasi il capitello in esame fu rinvenuto nel 1970, durante lo scavo per la costruzione del pavimento al piano terreno del campanile di Sud-Est della facciata principale del Santuario. Esso, tuttavia, non trova alcun riscontro diretto con quelli attualmente in opera nel Santuario e nel Monastero, nè, date le dimensioni e il tipo, alcuna membratura architettonica che possa giustificare l'inserimento o una successiva sostituzione, ad eccezione delle quattro lesene semplici che incorniciano le due finestre absidali esterne, sulle quali vengono impiegati capitelli che, pur derivando da un medesimo modello, mostrano però un grado successivo di elaborazione, avvertibile addirittura in un confronto tra di essi. Pur ricalcando fedelmente la tipologia del capitello corinzio, le proporzioni di questo esemplare risultano alterate rispetto alla normativa classica codificata dalla trattatistica Cinquecentesca: non viene osservata la tripartizione verticale del fogliame sottostante l'abaco in segmnenti uguali, facendo diminuire questi ultimi dal basso verso l'alto, con il risultato che l'insieme risulta meno slanciato ma più flessibile nell'impiego e adatto ad inserirsi in un maggior numero di organismi architettonici. D'altra parte il Vittozzi, che come architetto della fabbrica forniva anche i disegni esecutivi delle opere decorative degli scalpellini responsabili (cfr. C. Danna-G. C. Chiechio, "Storia artistica illustrata del Santuario di Mondovì presso Vicoforte", Torino 1861), ha sempre impiegato una tipologia più aderente ai modelli della trattatistica, con proporzioni canoniche, fogliame raccolto in masse più plastiche, tra il ritmo sciolto dei fusti e dei caulicoli. Si può dunque ragionevolmente ricondurre il capitello in questione, nonostante la mancanza di materiale di confronto, ad una situazione di cultura precedente l'arrivo del Vittozzi, e a questo proposito è senz'altro di aiuto un parallelo con i capitelli del pulpito di mons. Castruccio della Cattedrale di Mondovì (se ne vedano le riproduzioni in G. Galante Garrone-S. Lombardini-A. Torre (a cura di), "Valli monregalesi: arte, società, devozioni", catalogo della mostra, Mondovì 1985), datato 1593, quando stavano per iniziare i lavori della chiesa di Cesare Trombetta sotto la guida del capomastro Pietro Goano, pagato "per il disegno della fabrica", il 1 giugno 1595 (cfr. N. Carboneri, "Ascanio Vitozzi", Roma 1966). Esponente della numerosa stirpe dei Luganesi, quest'ultimo dovette contribuire non poco a consolidare nel monregalese quella cultura ancorata ad un solido "far di pratica" finalizzato alla dignitosa divulgazione del lessico classicista, che costituisce uno degli aspetti caratterizzanti del manierismo architettonico, particolarmente sentito nell'area dell'Italia Settentrionale. Lo confermano i disegni di "valenthuomini" richiesti dallo stesso Castruccio: quelli provenienti da Genova e Milano presentano soluzioni analoghe a quella del Goano, il quale, d'altra parte, sarà nuovamente riconfermato alla direzione dei lavori nella fabbrica del Vitozzi (cfr. C. Danna-G. C. Chiechio, op. cit.; L. Mamino, "Il Rinascimento nel monregalese", in "Valli monregalesi")
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100039156
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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