reliquiario - a ostensorio, opera isolata - bottega della Valsesia (prima metà sec. XVIII)

reliquiario a ostensorio,

Su di un basamento dal profilo mistilineo, poggiano tre piedi a volute, non ortogonali tra di loro, arricchiti da foglie accartocciate. Le volute si raccordano allo stelo che riprende il motivo delle foglie accartocciate (numerose le lacune sia sulle volute di base che lungo lo stelo) che vanno espandendosi verso l'alto fin sotto la teca ovale dalla cornice ricca di intagli a volute. Ai lati della teca si sviluppano ancora ampie foglie accartocciate davanti alle quali stanno due angioletti dipinti, a figura intera, alati e a mani giunte, lavorati a tutto tondo (oggi staccati). Il coronamento della teca è un mazzo di ramo di palma, di cui due verdi, emergenti da una corona insieme ad una croce con terminazioni lobate che ha l'asta orizzontale diversa da quella verticale. Sul retro, dipinto di giallo e non lavorato, numerosi sigilli trattengono un nastro di tela rossa sulla teca. L'intero reliquiario, tranne che per gli angeli e le due palme verdi, è dorato nella parte anteriore

  • OGGETTO reliquiario a ostensorio
  • MATERIA E TECNICA cera/ impressione
    legno/ intaglio/ pittura/ doratura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Della Valsesia
  • LOCALIZZAZIONE Grignasco (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le reliquie "ex ossibus" dei Santi Graziano e Felino furono donate dal gesuita padre Emanuele Giacinto Marchisio a D. Giuseppe Maria Canciano che le donò a sua volta al nobile D. Giovanni Battista Durio per la Confraternita di S. Marta di Grignasco, in occasione dell'estrazione e riposizione dei corpi dei Martiri, con lettere patenti datate Arona 24/11/1718 (Archivio Parrocchiale di Grignasco). L'estrazione dal sepolcro e successiva reposizione delle ossa in due urne avvenne ad Arona il 24/1/1709 e riaccese anche nei paesi limitrofi il culto e la venerazione per i due Martiri. Persino a Perugia, patria dei due santi, che ne aveva richiesto le reliquie fin dal 1618, vennero inviate parte delle ossa e delle ceneri verso la fine del 1713 (cfr. F. A. Zaccaria, "De Santi Martiri Fedele, Carpoforo, Gratiniano e Felino", Milano 1750). Questi fatti indussero certamente anche i Grignaschesi a chiedere le reliquie per l'Oratorio di S. Graziano, dede della Confraternita di S. Marta, di cui è documentato fin dalla fine del Cinquecento il rapporto con i Gesuiti Aronesi. Le reliquie ottenute furono presentate alla Curia Novarese per il riconoscimento dal Canonico Agostino De Leonardi, a nome di D. G. B. Durio, il 23/5/1719. Nell'occasione venne delegato a riporle in "opportunis reliquiarijs quat.s sint decentia et ad praes.tum" l'arciprete di Grignasco don C. S. Tartagliotti "qui reliquiaria ipsa, cum fuerint adaptata approbet, et sigillo muniat" in modo da esporle alla venerazione dei fedeli nell'Oratorio di s. Graziano (Archivio Parrocchiale di Grignasco). La riposizione avvenne secondo quanto prescritto ma in un solo "reliquiario bene instructo, et hoc reperto bene inaurato, ac exornato", che venne quindi chiuso "adhibitis claviculis ferreis, ac super eius clausuris, demum extensum funiculo serico coloris rubei, et eis singulis cera hispanica infixa, cum decem sigillis supra impressis". Fu consegnato al priore della Confraternita di S. Marta, Bernardino Zanaroli, perchè ne curasse la collocazione "in loculis decenter de p.nti adaptatis" nell'Oratorio di S. Graziano (Archivio Parrocchiale di Grignasco). Con l'altro reliquiario di identica fattura è quindi databile tra il 1719 e il 1726. In ambito valsesiano si segnalano i Torelli di Serravalle, noti come intagliatori e doratori dalla fine del Seicento alla fine del Settecento, e le botteghe degli Alberti e degli Zali a Boccioleto, attive tra la metà del Seicento e la metà del Settecento (cfr. C. Debiaggi, "Dizionario degli artisti valsesiani dal sec. XIV al XX", Varallo 1968). La notizia della loro collocazione avvenuta è del 1749. In "tre depositi nella Muralia per le Sacre Reliquie, fodrati di legno di noce, ben lavorati e dentro parimente fodrati di terlisetto rosso" si ritrovano, con altri, anche "due altri depositi in legno intagliato, et indorati in forma di Ostensorio, ne quali in uno c'è dentro due pezzetti d'osso de SS. Martiri Gratiano e Felino", mentre l'altro conteneva la reliquia di S. Liberato (Archivio di Stato di Novara). Il reliquiario si ritrova ancora nello stesso luogo a metà Ottocento, quando l'arciprete Stella lo descrive insieme all'altro simile; egli annota che sono "fatti a guisa di rami lateralmente alla nicchia sporgenti due angeli superiormente un crocino semplice (quello di S. Graziano è mancante del braccio sinistro della croce sudd.a) attorniato da palme delle quali due verdi" che sono alti "onze 12 1/2" e che "di dietroil giallo munito di dieci sigilli intatti co' bindello sud.o" (rosso) (Archivio Parrocchiale di Grignasco). Il trasporto in casa parrocchiale è recente e dovuto a motivi di sicurezza. Il reliquiario in oggetto, quello simile, la croce reliquiario, i due reliquiari più grandi e i quattro busti reliquiario arredavano l'altare maggiore di S. Graziano quando era ancora in legno, con la grande ancona ora riposta sulla parete di fondo del coro. E' possibile ricostruire oggi un insieme smembrato che copre un arco di tempo dal 1665 (data dell'ordine di erigere l'altare ligneo) al 1682 (croce reliquiario) al 1668 (data del dipinto dell'ancona), al 1719-26 (reliquiari piccoli) al 1746 (reliquiari grandi): gli arredi rimasti consentono di studiare, accanto all'evolversi del gusto decorativo e della tecnica dell'intaglio ligneo, anche la capacità di armonizzarsi con gli arredi preesistenti
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100037921
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI ricettacolo, cartiglio - S. Gratiani et Felini M - a penna - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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