Cristo crocifisso

reliquiario a croce,

La croce è intagliata e dorata solo sulla faccia anteriore, mentre sul retro liscio si presenta dipinta in color rosso mattone. Il basamento è formato da quattro piedi a voluta di cui i due anteriori sono separati da un motivo a foglie accartocciate e sono lavorati a tutto tondo, mentre i due posteriori sono lavorati solo sul fronte e separati da quelli anteriori da due motivi vegetali stilizzati più semplici. Le quattro volute si raccordano ad una cornice lineare su cui si innesta (rinforzata da un cuneo posteriore inchiodato) l'asta della croce alla cui base sono fissati con chiodi due rami di palma. L'asta, superiormente, ed i due bracci, lateralmente, terminano con un identico motivo decorativo raffigurante la testa di un angelo alato, circondata da foglie accartocciate. Lungo l'asta ed i bracci, disposte simmetricamente rispetto ai bracci della croce, sono ricavate quattro teche ovali per le reliquie, di cui quella inferiore priva della scatola con la reliquia. Le teche sono decorate da cornici mosse da motivi a voluta e le tre superiori, chiuse da vetro, contengono ognuna un frammento osseo posato su un fondo di tela marrone. Continua al campo 'OSSERVAZIONI'

  • OGGETTO reliquiario a croce
  • MATERIA E TECNICA cera/ impressione
    legno/ intaglio/ doratura/ pittura
    Tela
    VETRO
  • AMBITO CULTURALE Ambito Della Valsesia
  • LOCALIZZAZIONE Grignasco (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le reliquie di S. Vittore e S. Mauro (insieme a quelle di S. Candida, S. Paolina, S. Celestino e S. Aurelio) erano state donate dal Card. Carpegna, vicario episcopale di Roma a Bartolomeo Milanolo, con lettera patente datata Roma 18/2/1678. Il Milanolo le portò a Grignasco nel 1680 e le donò, a sua volta, al Priore della Confraternita di S. MArta G. B. Moradotto il 20/1/1681. Le reliquie provenivano dal cimitero di S. Callisto a Roma e furono presentate alla Curia novarese per il riconoscimento il 30/4/1681 dal Grignaschese Lorenzo Baiasotti. In quell'occasione la curia delegò il presbitero Geronimo Durio di Grignasco a riporle negli appositi reliquiari quando fossero stati costruiti e la reposizione avvenne secondo quanto prescritto il 27/3/1682. I sigilli romani furono prima sostituiti da quelli novaresi ed infine da quelli della famiglia Durio, impressi sui reliquiari dopo la reposizione delle reliquie. I sigilli attualmente visibili non sono stati però identificati. La croce fu realizzata tra il 1681/04/30, data dell'autorizzazione della Curia novarese alla Confraternita di S. Marta di riporre "in debitis Reliquiarijs construendis... ad formam fabricae Ecclesiae et decentia" le reliquie di S. Vittore, S. Mauro, S. Paolina, S. Candida, S. Celestino e S. Aurelio (Cfr. Archivio Parrocchiale di Grignasco) e il 27/3/1682, data della reposizione nel reliquiario fatta dal Presbitero Geronimo Durio con atto rogato dal notaio Carlo Francesco Gibellino. L'atto attesta appunto che insieme ai quattro busti reliquiario (cfr. schede cartacee n° 45-48 della stessa chiesa), vi era un altro reliquiario "... instan crucis..." e che tutti erano "bene instructis...bene inauratis, ac exornatis, et potissimum ad modum Fabricae Ecclesiae instructis", per le quali caratteristiche furono lodati e approvati dal Presbitero Durio nel corso della reposizione. Qualche anno dopo l'arciprete De Medicis, nel suo inventario del 1698, afferma che "nell'oratorio di S. Gratiano si è comprato una croce grande, di legno indorata è nel mezzo con varie reliquie riposte ne' suoi santuari lavorati à... con suoi intagli", insieme ai quattro busti. Successivamente l'arciprete Tartagliotti, nel suo primo inventario della chiesa di S. Graziano del 1702, annota che lateralmente all'altare maggiore vi sono i depositi delle Sacre Reliquie nei quali, insieme ai quattro busti, cita "una Croce di legno pure adorata" e che "nella Sod.a Croce vi sono le reliquie di S. Mauro e S. Vittore" (cfr. Archivio Parrocchiale di Grignasco). Negli stessi depositi si ritrova ancora nel 1749 la "croce di legno indorata con varie reliquie de' Santi" (cfr. Archivio di Stato di Novare). Vi rimase certamente fino alla metà dell'Ottocento, quando se ne ha una descrizione molto dettagliata anche in riferimento allo stato di conservazione. Tra i reliquiari di legno contenuti in uno dei due armadi a muro a lato dell'altare maggiore della chiesa di S. Graziano è elencata "la croce di legno dorato col piedistallo sul quale a parte del legno della croce due palme in tre bracci tra tre piccole nicchie bislonghe co vetri attorniate da cornici. In quella del braccio superiore S. Marco (sic! in realtà S. Mauro), dà laterali destro senza nome si scorge un osso lungo sinistro...inferiore S. Victoris Mart. Il Cardinale le aveva giudicate senza autentiche e ordinato di portarle a casa. I bracci laterali sono muniti di sigillo intatto. Il sugello del superiore braccio è guasto, e senza sigillo l'inferiore, e è spazzata la cornice di questa nicchia la parte superiore. Ne tre lati della croce sulla cornice tre teste d'angeli. Di dietro è di colore rosso, e sporgenti le quattro nicchie"; una nota ulteriore informa che il card. Morozzo fu male informato perchè in archivio esistono tutti i documenti che autenticano le reliquie (Archivio Parrocchiale di Grignasco). La descrizione lascia intendere che almeno la rottura della teca inferiore fosse già in atto e che comunque le condizioni fossero precarie, vista anche la mancanza di alcuni sigilli. Probabilmente da allora non fu più utilizzata e rimas riposta in S. Graziano fino in epoca recente, quando venne trasferita in casa parrocchiale per motivi di sicurezza. L'ignoto autore è senz'altro quello che intagliò e dorò i quattro busti già citati ed è presumibile che i caratteri decorativi richiamino quelli chell'altare ligneo secentesco, oggi non più esistente, cui si legava pure l'ancona attualmente riposta sul muro dell'abside, opere databili tra il 1663 (data in cui è documentata la ristrutturazione in corso dell'altare) e il 1668 (data riportata sulla tela dell'ancona). In ambito valsesiano si segnalano i Torelli di Serravalle, noti come scultori, intagliatori e doratori dalla fine del Seicento alla fine del Settecento, e gli alberti e gli Zali di Boccioleto attivi tra la metà dei Seicento e la metà del Settecento e alle cui botteghe si possono riferire - Continua al campo "OSSERVAZIONI"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100037920
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI ricettacolo destro - [---] is Mar - caratteri gotici - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE