Santa Caterina

scultura, 1540 - 1560

La santa esibisce gli attributi della spada e della ruota dentata. Presenta i capelli sciolti sulle spalle ed anteriormente disposti in due ciocche simmetriche. Indossa una veste rossa a motivi floreali e una tunica più corta, sovrapposta alla prima azzurra a stelle blu dipinte. Un mantello le copre le spalle scivolando morbidamente sugli avambracci. Manca l'aureola. Il retro non si presenta lavorato

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA legno/ scultura/ pittura/ doratura
  • MISURE Profondità: 12
    Altezza: 75
    Larghezza: 30
  • AMBITO CULTURALE Bottega Della Valsesia
  • LOCALIZZAZIONE Boccioleto (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Evidente per la chiarezza degli attributi, la ruota e la spada, l'identificazione con S. Caterina. Indiscutibili elementi tecnici e stilistici avvicinano questa figura di santa al gruppo di statue appartenenti al complesso ligneo proveniente dall'Oratorio di S. Quirico a Palancato. Il confronto con il dipinto di Bernardo Zenale raffigurante S. Caterina pubblicato da G. Romano in AA. VV., Zenale e Leonardo. Tradizione e rinnovamento della pittura lombarda, Milano, 1982, sc. 31a, pp. 101-104, per le singole analogie nella resa del volto, di una bellezza pacata e malinconica, quasi imbronciato, nel gesto cauto della mano sinistra, impegnata a sostenere lo spadone, nel disporsi della solida plasticità della figura nello spazio contratto di una nicchia, mostra il pieno inserimento dell'artista operante a Boccioleto nel clima culturale lombardo, per la definizione del quale, tra lo scorcio del secolo XV e la prima metà del secolo XVI si rimanda alle indicazioni fornite negli inventari di P. Venturoli e G. Romano nel catalogo della mostra Leonardo..., op. cit., 1982, e di P. Venturoli, Scultura lignea a Orta, in AA. VV., Atti del convegno di Orta, 1987, pp. 47-58. Si vedano anche gli interventi di G. Romano, Quattrocento novarese, e di P. Venturoli, La pittura novarese nella prima metà del Cinquecento, in Museo Novarese, Novara, 1987, pp. 226-229, 254-260 con le schede annesse che ben inquadrano le caratteristiche del classicismo milanese e lombardo cui partecipa anche il territorio novarese. La descrizione dello smembrato complesso di Palancato, terminante alla sommità in un timpano spezzato da due eleganti volute ed inquadrante le figure di Dio Padre, dello Spirito Santo e di due angeli tubicini, è possibile grazie ad una documentazione fotografica del Fondo Piolo, ora conservata presso l'Archivio Storico Diocesano di Novara, e all'ausilio di dati documentari reperiti presso il medesimo archivio. Nella visita pastorale del 1665 si è rinvenuta un'indicazione utile alla definizione del termine "ante quem" per la realizzazione del complesso ligneo: "Jcon adest decens varias continens statuas ligneas, qui inaurandus cum gradu pro candelabris" (Arch. stor. Dioc. di Novara, Acta Visitationum, t. 184 (1665), f. 135r, visita del vescovo Odescalchi). Nel 1665 quindi l'"icona" necessita ancora dell'intervento di doratura. Nella cartella n. 1 contenente documenti provenienti da Boccioleto, sempre presso l'Arch. Stor. Dioc. di Novara, sono inoltre stati rintracciati due inventari redatti dal notaio Giovanni Antonio Zacco, nello stesso anno 1697, i quali, con alcune differenze, forniscono una desrizione dell'iconografia del complesso. Si riportano di seguito entrambi. In una copia è detto: "...sopra l'altare vi è affissa al muro una Jcona di bosco con cinque figure di rilievo in mezzo et sopra un immagine della Madonna indorata col Bambino in braccio S. Cattarina S. Pietro S. Bernardo S. Julita et Dio Padre colo Spirito Santo indorata detta incona et colorita duoi angeli laterali in cima di detta Jncona una croce di legno". Nell'altra copia diversa appare l'identificazione dei santi: "...si scorge l'immagine della SS. Vergine col Bambino in braccio in una nizza con sua vedriata avanti et duoi Angelini di sopra sei statue di rilievo, corno dell'Evangelio: S. Pietro, S. Antonio Abbate, S. Cattarina, dall'corno dell'Epistola la Maddalena S. Gio Bapta S. Francesco nella sommità di detta icona vi è Dio Padre con duoi Angeli latterali et duoi vasi di fiori sopradorati..." (Archivio Storico Diocesano di Novara, Boccioleto, Cart. 1, Inventario dell'Oratorio di San Quirico a Palancato, 1697). La seconda versione riportata sembra più imprecisa nell'identificazione dei santi, che non corrispondono per numero ed attributi. Sicura la collocazione nella nicchia centrale superiore della Madonna col Bambino, sotto l'immagine di Dio Padre fra gli angeli tubicini. Chiara dal citato documento fotografico, l'identificazione, nelle nicchie di sinistra, di S. Caterina e di S. Pietro per l'evidenza dei rispettivi attributi, la ruota e le chiavi; nelle nicchie di destra, riconoscibile San Bernardo che trattiene il demonio incatenato e una santa che esibisce la palma del martirio e un libro. Tra i nomi proposti dagli inventari il più probabile appare, data l'intitolazione dell'oratorio di provenienza, quello di Giulitta. Il giovane santo che si differenzia dal gruppo delle precedenti statue per dimensioni, e collocato in evidenza nella nicchia centrale mentre mostra la palma e trattiene alla catena un cane (Continua nel campo OSSERVAZIONI)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100035834
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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