Madonna della Rosa

scultura, 1540 - 1560

La figura della Madonna si presenta assisa, sorreggente sul ginocchio sinistro il Bambino, eretto, morbidamente trattenuto dal panneggio del manto della Vergine e recante in mano la rosa. La corona, asportabile, in legno scolpito, dipinto e dorato, finge incastonate pietre preziose. La veste e il manto, che propongono splendidi motivi damascati, abbinano la doratura rispettivamente al colore oro e azzurro. Sproporzionati appaiono i piedi della figura, ampi e piatti. Il retro non si presenta lavorato

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA legno/ scultura/ pittura/ doratura
  • MISURE Profondità: 15
    Altezza: 57
    Larghezza: 27
  • AMBITO CULTURALE Bottega Della Valsesia
  • LOCALIZZAZIONE Boccioleto (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'iconografia della Madonna della Rosa appare molto diffusa in Valsesia e numerosi esempi, risalenti anche ad epoca precedente, possono essere rintracciati e posti a confronto. Si vedano in particolare la Madonna della Rosa della Parrocchiale di S. Maria d'Innvozio, a Valduggia, già nell'oratorio di S. Antonio di Romagnasco di Valduggia, che per iconografia e per alcune soluzioni compositive presenta analogie con la Madonna già nell'Oratorio di S. Matteo di Camo di Valduggia ed ora nella stessa Parrocchiale di S. Maria d'Invozio e la Madonna della Rosa della Pinacoteca di Varallo, già nella Parrocchiale di S. Quirico di Cavaglia, affine alla più tarda Madonna della Rosa oggi al Museo di Campertogno (M. Rosci, a cura di, Pinacoteca di Varallo Sesia, Varallo, 1960, p. 44; G. Romano, Musei del Piemonte. Opere d'arte restaurate, Torino, 1978, p. 64; G. Testori-S. Stefani Perrone, Artisti del legno. La scultura in Valsesia dal XV al XVIII secolo, Borgosesia, 1985, pp. 200, 201, 229). Il persistere di questa iconografia dimostrerebbe, almeno per il Cinquecento, la presenza, secondo la Stefani Perrone, di un medesimo modello formale rintracciato nella rappresentazione della Vergine del sangue, che a Re, in Val Vigezzo, risulta ancora venerata, il cui miracolo avveniva il 29 aprile 1594, facendo accorrere anche il vescovo Carlo Bascapè. Le indicazioni ed i confronti iconografici sopra forniti individuano comunque l'affermarsi di un'iconografia della Madonna della Rosa già a partire dagli anni'80 del XV secolo. La statua proveniente dall'Oratorio di S. Quirico a Palancato è del resto più tarda degli esempi riportati, in quanto riferibile alla metà del XVI secolo. E' inoltre opportuno osservare come non si trattasse di un'immagine isolata, bensì facesse parte di un più vasto complesso, inserito in un'elaborata icona, ripartita in quattro colonne a torciglione, decorate a grappoli d'uva e pampini, definenti nicchie, in cui era collocata una serie di statue accomunabili, per soluzioni formali e stilistico-compositive, alla presente Madonna della Rosa e che sembrano accostarsi al clima culturale lombardo ricostruibile dagli inventari di P. Venturoli, Scultura lignea a Orta, in AA. VV., Atti del convegno di Orta, 1987, pp. 47-58 e di G. Romano e P. Venturoli in AA. VV., Zenale e Leonardo. Tradizione e rinnovamento della pittura lombarda, Milano, 1982. Di quest'ultima pubblicazione deve essere tenuta presente la parte IV. L'architettura delle pale d'altare, cui si rimanda per la definizione di alcuni problemi storici e compositivi nella ricostruzione delle grandi macchine d'arredo liturgico a più scomparti decorate da sculture. Si vedano anche gli interventi di G. Romano, Quattrocento novarese, e di P. Venturoli, La pittura novarese nella prima metà del Cinquecento, in Museo Novarese, Novara, 1987, pp. 226-229, 254-260 con le schede annesse che ben inquadrano le caratteristiche del classicismo milanese e lombardo cui partecipa anche il territorio novarese. La descrizione dello smembrato complesso di Palancato, terminante alla sommità in un timpano spezzato da due eleganti volute ed inquadrante le figure di Dio Padre, dello Spirito Santo e di due angeli tubicini, è possibile grazie ad una documentazione fotografica del Fondo Piolo, ora conservata presso l'Archivio Storico Diocesano di Novara, e all'ausilio di dati documentari reperiti presso il medesimo archivio. Nella visita pastorale del 1665 si è rinvenuta un'indicazione utile alla definizione del termine "ante quem" per la realizzazione del complesso ligneo: "Jcon adest decens varias continens statuas ligneas, qui inaurandus cum gradu pro candelabris" (Arch. stor. Dioc. di Novara, Acta Visitationum, t. 184 (1665), f. 135r, visita del vescovo Odescalchi). Nel 1665 quindi l'"icona" necessita ancora dell'intervento di doratura. Nella cartella n. 1 contenente documenti provenienti da Boccioleto, sempre presso l'Arch. Stor. Dioc. di Novara, sono inoltre stati rintracciati due inventari redatti dal notaio Giovanni Antonio Zacco, nello stesso anno 1697, i quali, con alcune differenze, forniscono una desrizione dell'iconografia del complesso. Si riportano di seguito entrambi. In una copia è detto: "...sopra l'altare vi è affissa al muro una Jcona di bosco con cinque figure di rilievo in mezzo et sopra un immagine della Madonna indorata col Bambino in braccio S. Cattarina S. Pietro S. Bernardo S. Julita et Dio Padre colo Spirito Santo indorata detta incona et colorita duoi angeli laterali in cima di detta Jncona una croce di legno". Nell'altra copia diversa appare l'identificazione dei santi: "...si scorge l'immagine della SS. Vergine col Bambino in braccio in una nizza con sua vedriata avanti et duoi Angelini di sopra sei statue di rilievo, corno dell'Evangelio: S. Pietro, S. Antonio Abbate, S. Cattarina, dall'corno dell'Epistola la Maddalena S. Gio Bapta S. Francesco (Continua nel campo OSSERVAZIONI)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100035832
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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