Madonna con Bambino

scultura, 1500 - 1549

La scultura presenta linee morbide, si considerino ad esempio il mantello, che si presenta come forato ad inquadrare il busto della Vergine ed il gesto delle mani, raccolte a sostenere il Bambino; i tratti gentili del viso; l'andamento della linea spezzata che incornicia il volto e i capelli. Il Bambino presenta una struttura compositiva più libera, che meno risente delle schematizzazioni geometriche applicate nella resa volumetrica della figura della madre. Il corpicino appare più fragile, il volto minuto, incorniciato dalla capigliatura ricciuta, caratterizzata dal motivo a pigna. Le mani sono lacunose. Il retro si presenta non lavorato e, alla base, la veste della Vergine appare leggermente sollevata per la presenza di due rozzi supporti, in funzione di piedi. I colori, a causa del precario stato di conservazione, sono di difficile lettura; il manto era comunque azzurro

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA legno/ scultura/ pittura
  • MISURE Profondità: 14
    Altezza: 79
    Larghezza: 31
  • AMBITO CULTURALE Bottega Della Valsesia
  • LOCALIZZAZIONE Boccioleto (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La scultura testimonia la ripetizione di uno schema comune nella scultura locale e l'adesione ad un'omogeneità linguistica e culturale di marca alpina per le rigide asprezze formali e la severa plasticità. Si vedano come esempi di parallele formule di goticismo alpino le schede di G. Gentile e G. Romano per le sculture in Valle di Susa. Arte e Storia dall'XI al XVIII secolo (a cura di G. Romano),Torino, 1977, anche se, in tale area, più composite si fanno le interferenze, non solo svizzero-germaniche, ma anche borgognone, savoiarde e fiamminghe. Per la Valsesia resta invece valido punto di riferimento l'ambito culturale tardogotico di matrice lombarda che, a partire dal Quattrocento, informa di sè la Valle e che nel corso del Cinquecento, legherà indissolubilmente i percorsi artistici locali a quelli della capitale viscontea poi sforzesca. Per la definizione delle linee evolutive di questo fenomeno si rimanda a V. Bertone, Un codice miniato tardogotico nella Pinacoteca di Varallo Sesia, in AA. VV., Ricerche sulla pittura del Quattrocento in Piemonte, Torino, 1985, pp. 129-138; P. Venturoli, Scultura lignea a Orta, in AA. VV., Atti del convegno di Orta, 1977; G. Romano, Johannes de Campo, in AA. VV., Musei del Piemonte. Opere d'arte restaurate, Torino, 1972, sc. 13, pp. 61-62; Idem, Quattrocento novarese, e P. Venturoli, La pittura novarese nella prima metà del Cinquecento, in AA. VV., Museo Novarese, Novara, 1987, pp. 226-229, 254-260; oltre agli interventi di G. Romano e P. Venturoli in AA. VV., Zenale e Leonardo. Tradizione e rinnovamento della pittura lombarda, Milano, 1982. Il confronto più stringente dal punto di vista iconografico, tipologico e compositivo si instaura, sempre in Valsermenza, con la Madonna delle Grazie ora nella Parrocchiale di Carcoforo, ma proveniente dall'Oratorio della Madonna delle Grazie. Si osservino in particolare l'analogo impianto strutturale arcaizzante, l'andamento iterato delle pieghe a canne d'organo, l'identica scollatura trattenuta dalla veste, la positura delle mani e del Bambino, caratterizzato dalle ridotte dimensioni, la soda pienezza del volto, la rigida fissità dell'espressione (G. Testori-S. Stefani Perrone, Artisti del legno. La scultura in Valsesia dal XV al XVIII secolo, Borgosesia, 1985, p. 313, f. 49). La provenienza della scultura qui considerata è indicata, a memoria del fabbriciere Riccardo Cucciola (com. or. agosto 1989) dall'Oratorio della Madonna del Sasso, ma a tal proposito non si hanno avuto conferme dai documenti d'archivio. L'Oratorio della Madonna del Sasso è certo, per l'immagine affrescata della Vergine ritenuta miracolosa e oggetto di grande devozione già ai tempi del vescovo Bascapè, meta del "...concursus populorum circonvicinorum omnibus diebus festis sed precipue die festo Nativitatis B. V. quo die agitur festivo, in honore huius Ecclesiae" (Archivio Storico Diocesano di Novara, Acta visitationum, t. 98, 1618, f 7r, visita del vescovo Taverna). Di conseguenza doveva disporre di cospicue offerte impiegate in opere di abbellimento (si ricordi il complesso della Pietà oggi nell'Oratorio dell'Annunziata a Boccioletto e l'ancona scolpita da Bartolomeo Ravelli, smembrata (G. Testori-S. Stefani Perrone, 1985, p. 301), ma l'edificio fu anche più volte soggetto ad opere di ristrutturazione per i danneggiamenti subiti, a causa dell'instabilità del terreno e della caduta di valanghe, nel corso dei secoli
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100035831
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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